“Heri dicebamus”. Usa il latino Marcello De Vito per salutare l’aula capitolina: “Dunque, dove eravamo rimasti“. Una citazione dall’incipit del discorso di Enzo Tortora, quando il 20 febbraio 1987 tornò in televisione con il suo Portobello dopo essere stato assolto dalla Corte di Appello di Napoli. De Vito invece torna in Campidoglio dopo la revoca degli arresti domiciliari, di nuovo presidente del Consiglio comunale dalla seduta odierna. Era stato di fatto sospeso dal suo ruolo a seguito del suo arresto per il coinvolgimento nell’inchiesta sullo stadio della Roma. Sulla base della legge Severino, l’assemblea ha votato la surroga temporanea. Il presidente ha ricevuto alcuni applausi tra chi ha preso posto in Aula Giulio Cesare.
“E’ un piacere e un onore rientrare in quest’aula e ritrovare i colleghi”, ha detto De Vito dopo aver salutato i consiglieri presenti, compresi quelli delle opposizioni. Poco prima c’era stato l’annuncio della sua vice, Sara Seccia: “A seguito dell’ordinanza di revoca degli arresti domiciliari per Marcello De Vito decade la sospensione della carica di consigliere e presidente dell’Assemblea capitolina e vengono meno le condizioni per la supplenza del consigliere Roberto Allegretti, il cui mandato ha termine”.
Ex esponente del Movimento 5 stelle, De Vito era stato espulso da Luigi Di Maio dopo l’arresto, anche se formalmente i probiviri stanno ancora valutando la sua posizione. Il 20 marzo scorso era stato accusato di corruzione nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma e arrestato insieme al suo ex socio Camillo Mezzacapo nell’ambito dell’operazione “congiunzione astrale”. Dopo 3 mesi e mezzo di reclusione nel carcere di Regina Coeli, il 6 luglio gli sono stati assegnati i domiciliari. Martedì però il tribunale ha accolto una istanza del difensore di De Vito, Angelo Di Lorenzo, disponendo la revoca dei domiciliari. Per il presidente dell’Assemblea capitolina il processo è stato fissato con rito immediato per il prossimo dicembre.
Il filone d’inchiesta è quello parallelo al principale, concernente l’iter autorizzativo dello stadio dell’As Roma, dove sono indagati, fra gli altri, il costruttore romano Luca Parnasi e l’ex consulente dell’amministrazione capitolina guidata da Virginia Raggi. In pratica, secondo i pm, De Vito avrebbe sfruttato la propria posizione ai vertici del Campidoglio per influenzare le decisioni dell’amministrazione sull’impianto progettato dal club di James Pallotta e avrebbe incassato delle consulenze, attraverso lo studio dell’ex socio, con la promessa di sbloccare alcune questioni urbanistiche, fra cui il trasferimento della sede di Acea Spa nel futuro business park dello stadio, un palazzetto polivalente nell’area dell’ex Fiera di Roma e la riqualificazione di un ex albergo nei pressi della stazione Trastevere.