“La Germania apre alla legalizzazione della cannabis, negli Stati Uniti il Congresso ha appena votato una legge federale. Ma in Italia è ancora tutto fermo, eppure legalizzare ci conviene”. A parlare è Matteo Gracis, fondatore della testata specializzata Dolce Vita e attivista pro cannabis. Da mesi porta in giro per l’Italia il libro “Canapa, una storia incredibile” (Chinaski Edizioni). Lo abbiamo intervistato a margine di Canapa Expo, in corso alle porte di Milano dal 22 al 24 novembre.
Da Stati Uniti e Germania arrivano interessanti novità sulla cannabis.
Tre giorni fa, per la prima volta nella storia, il Congresso degli Stati Uniti ha votato a favore della legalizzazione della cannabis a livello federale. Ora la parola passa al Senato. Sarebbe una rivoluzione, perché ad oggi, nonostante siano già undici gli Stati americani ad aver legalizzato la cannabis per qualsiasi utilizzo, a livello federale è ancora illegale e questo crea enormi problemi.
E in Germania che succede?
Dalla Germania è arrivata un’importante apertura: il partito della cancelliera Angela Merkel (Cdu, ndr) di recente ha annunciato che è tempo di avere una politica sulle droghe non ideologica e che dunque stanno riflettendo sull’opportunità di legalizzare la cannabis.
In Italia com’è la situazione?
Si è formato un intergruppo parlamentare a sostegno di una legge di iniziativa popolare. Ma in sostanza è ancora tutto fermo, nonostante il cambio di maggioranza. La classe politica sembra quasi del tutto sorda a riguardo. Se entro qualche mese non si muoverà nulla, nella primavera del 2020 saremo costretti a cambiare strategia. Ci stiamo già organizzando per eventuali iniziative nazionali di disobbedienza civile.
Voi chi?
I gruppi di attivisti in favore della legalizzazione.
Sta girando l’Italia con il suo libro, che ha avuto varie ristampe. C’è un nuovo interesse sul tema?
Noto che serve chiarezza sulle informazioni all’apparenza più banali: in molti ancora non sanno che la cannabis, la canapa, la marijuana, la ganja sono la stessa pianta e che questi nomi rappresentano semplicemente varietà o utilizzi diversi. Purtroppo è stata fatta molta disinformazione a riguardo. C’è tuttavia una grande curiosità, anche perché la canapa fa parte della nostra storia: fino agli anni ’40 eravamo i secondi produttori mondiali dietro la Russia e diverse regioni italiane basavano la propria economia su questa pianta. Qualche storia oggi viene riscoperta e suscita interesse, non solo tra i giovani. Un interesse che si lega alla nuova consapevolezza ecologica.
In che senso?
La canapa è un esempio di rispetto per l’ambiente! Innanzitutto come sostituto della plastica: già oggi si produce bio-plastica di canapa biodegradabile al 100% e prodotta in maniera naturale e senza l’utilizzo di diserbanti o agenti chimici di alcun tipo. Altro utilizzo è nella bio-edilizia, insieme alla calce, per costruire case sane e anti-sismiche, nonché ignifughe e traspiranti. E poi nel settore dell’abbigliamento, ad oggi una delle industrie più inquinanti del pianeta: la canapa è tessuto compostabile, elastico e resistente allo stesso tempo, con proprietà anti-batteriche fenomenali. Sempre a livello naturale, senza aggiungerci nulla.
Come sta evolvendo il settore in Italia?
Il settore cresce ma a rilento anche a causa di leggi non chiare e di un governo che certo non aiuta. Gli investitori esteri ci sarebbero – soprattutto americani e canadesi – ma temono nuove ondate repressive, così spesso dirottano i loro investimenti su altri Paesi europei. Mancano poi centri di trasformazione che permetterebbero di chiudere le filiere produttive e anche in questo senso il governo è immobile. Stiamo rischiando di perdere un treno importante e non ce ne rendiamo conto.
Il suo libro è diventato un manifesto contro il proibizionismo.
È una politica fallimentare, tutti gli Stati più avanzati del mondo l’hanno capito. Proibire non serve a nulla ed è controproducente: bisogna informare, regolarizzare e lasciare la libertà di scelta all’individuo, aiutandolo nel contempo a sviluppare responsabilità e consapevolezza.
Quali sono gli argomenti più convincenti a favore della legalizzazione?
Togliere alle mafie ingenti profitti dirottandoli nelle casse dello stato. Garantire ai consumatori un prodotto controllato e sicuro. Dare la possibilità alle forze dell’ordine di concentrare energie e risorse nei confronti dei veri criminali. Esistono già ottime leggi dalle quali si può prender spunto, come ad esempio quella canadese: ogni cittadino maggiorenne può acquistare fino a 30 grammi di cannabis da determinati negozi autorizzati e può coltivare fino a un massimo di 4 piante.