La band di Chris Martin spiazza ancora una volta sfornando l'ottavo disco della carriera tra atmosfere gospel, country, canti da chiesa ed echi africani e arabi. Il disco che non ti aspetti. C'è anche un pizzico di Italia in questo album sia con il produttore Davide Rossi, sia perché alcune delle canzoni sono state registrate in Toscana, a Villa Tombolino a Bolgheri (Livorno)
I Coldplay nell’ottavo disco della loro carriera, “Everyday Life”, si sono spogliati dei colori, dei suoni e della spinta di “A Head Full Of Dreams”, per tornare alla dimensione intima, non del cupo “Ghost Stories”, ma dell’immediatezza di “Parachutes”. Ma dal primo disco del 2000, sono passati vent’anni quasi, tantissimi live, ricerche sonore con la voglia sempre di stupire. In effetti sembrava impossibile che Chris Martin e soci potessero spiazzare con “Everyday Life”, suddiviso in due grandi temi “Sunrise” e Sunset”, tra pezzi strumentali e vere e proprie canzoni il disco dura 53 minuti e conta sedici brani inediti.
Si ha la sensazione che i Coldplay abbiano voluto, per questo progetto discografico, affidare un ruolo fondamentale all’immaginazione, al sogno, ma ci sono anche inserti che riportano alla dura realtà come la povertà del mondo, i diritti umani negati e le discriminazioni sociali e religiose. Una sorta di album felliniano che parte da Occidente e si perde in Oriente, passando per l’Africa. Per sondare il terreno con i fan sono stati pubblicati in digitale già cinque brani “Everyday Life”, “Champion Of The World”, il singolo “Orphans” al secondo posto della classifica Earone dei brani più passati in radio questa settimana, “Arabesque” e la ballatona “Daddy”, una lettera aperta di un figlio verso il padre. Il risultato è che sulla piattaforma Spotify “Orphans” è già nella top 5 delle canzoni più ascoltate nella carriera del gruppo con quasi 28 milioni di stream.
Sono tanti gli ospiti presenti in questo album: Stromae in “Arabesque”, che è tornato sulla scena musicale da un anno, Femi Kuti (musicista nigeriano figlio di Fela Kuti), Tiwa Savage (cantante, compositrice e attrice nigeriana) e Jacob Collier (giovane musicista già vincitore di due Grammy nel 2017). Un brano ha il titolo in arabo “Bani Adams” e riprende un famoso poema di un poeta iraniano. Il primo verso è stato letto dal presidente Obama agli iraniani per il capodanno persiano nel 2009. In “Trouble in Town” canta il coro dei bambini della Onlus ACFS per i piccoli del Sud Africa, che prevede il rifornimento di un panino col burro d’arachidi come pasto per salvare la vita di centinaia di bimbi affamati. All’associazione andranno i ricavi del pezzo.
Nel viaggio verso lontane terre, i Coldplay hanno inserito anche un contributo di un cantante pakistano, Amjad Sabri, della tradizione Sufi, ucciso in un attentato rivendicato dai Talebani nel 2016. L’Italia è presente nell’album, sia con il produttore Davide Rossi, sia perché alcune delle canzoni (“Church”, “Trouble in Town” e “Arabesque”) sono state registrate in Toscana, a Villa Tombolino a Bolgheri in provincia di Livorno. Proprio in questa villa sono iniziate le registrazioni del disco alla fine del 2017. Ancora una volta la famiglia di Chris Martin, e non solo, supporta il lavoro della band. Ad esempio, il 13enne Moses Martin è tra gli autori, oltre che nel coro con la sorella Apple, del singolo che ha lanciato l’album “Orphans”, mentre la moglie di Will Champion, Marianna, è nei cori di “Everyday Life”.
Tornando alla musica, suggestiva l’overture con “Sunrise” con la firma di Davide Rossi. Atmosfere cattoliche in “Church” con una sorprendete chiusa araba. “Trouble in town” è sussurrata finale rock Mandela, il coro dei bimbi con un battito cardiaco in “Blood on the beat”, il gospel e il soul un “Broken”, voce e chitarra in “WOTW/POTP”, tornano in “When I Need A Friend” le atmosfere del coro della Chiesa. Poi nel secondo capitolo “Sunset” è subito country con “Guns”, aria africana in “Èkò”, un ballad classica Anni 50 americana per “Cry Cry Cry”, ancora chitarra e voce (sono i momenti in cui le sfumature di Chris Martin sono evidenti e catturano) per “Old Friends”. Insomma questo è un album che spiazza ma che si lascia ascoltare per essere trasportati in altri Paesi, suggestioni, culture. Non certamente un disco “pop”, ma di impatto.
Non è un caso infatti che, come riferisce MusicWeek, il presidente della discografica Parlophone Mark Mitchell ha annunciato che il prossimo disco, più pop e mainstream, della band sarà pubblicato “il prima possibile”. Perciò la band ha optato per due concerti esclusivi, in diretta streaming su YouTube dalla Giordania. “Coldplay: Everyday Life – Live in Jordan” si è svolto ad Amman, rispecchiando le due metà del doppio album: “Sunrise” e “Sunset”. Il concerto “Sunrise” è iniziato alle ore 5 del mattino, ora italiana, la band accolta da una suggestiva alba ha suonato tra le rovine antiche, mentre il concerto “Sunset” seguirà oggi alle ore 15. È la prima volta che i Coldplay si esibiscono in Giordania. Il 25 novembre, invece, i Coldplay si esibiranno a Londra al Museo di Storia Naturale.
Sono le uniche occasioni per vedere dal vivo la band. Infatti Chris Martin, al momento esclude il tour legato a questo disco, in teoria per motivi legati all’ambiente. “Ci stiamo prendendo del tempo per vedere come il nostro tour possa essere attivamente benefico. – ha spiegato interpellato dalla BBC – Tutti noi dobbiamo trovare il modo migliore di fare il nostro lavoro. Il nostro prossimo tour sarà la migliore versione possibile dei precedenti e dal punto di vista ambientale. Resteremmo delusi se non fosse privo di emissioni”. Ma i fan non disperino, perché un tour sarà previsto sicuramente, dopo l’uscita del prossimo disco, che avverrà entro la prima metà del 2020. Oltre alle nobili intenzioni ecologiche, sicuramente sarà stata fatto un ragionamento pratico, vista la distanza ravvicinata dei due progetti di unirli e portarli Live in tutto il mondo.