Centinaia di migliaia di persone hanno marciato nelle strade della Colombia, nel corso di uno sciopero generale contro le politiche del governo di destra del presidente Ivan Duque. Le manifestazioni sono state segnate da scontri che, ha reso noto il ministro della Difesa Carlos Holmes Trujillo, hanno causato tre morti e il ferimento di altre 273 di cui 151 agenti della forza pubblica. Gli incidenti si sono verificati in particolare nel centro di Bogotà, dove i dimostranti hanno lanciato pietre e oggetti, la polizia ha risposto con lacrimogeni. Gli agenti hanno anche sparato granate stordenti contro le migliaia di studenti che hanno marciato verso l’aeroporto internazionale. Uno degli episodi più gravi, riferisce la Radio Rcn, è avvenuto a Buenaventura, dove la polizia è intervenuta per frenare il saccheggio di un supermercato e dove due manifestanti sono morti. Un’altra persona ha perso la vita nel municipio di Candelaria.
Secondo gli organizzatori sono state più di un milione le persone scese in piazza nel Paese, ma il ministero dell’Interno ha parlato di 207mila dimostranti. Lo sciopero ha avuto ampia adesione nelle grandi città, come Bucaramanga e Medellin, così come a Bogotà. Le organizzazioni che hanno promosso lo sciopero si oppongono alle politiche di sicurezza di Duque, ai tentativi di rendere più flessibile il mercato del lavoro, indebolire i fondi pensione pubblici e aumentare l’età per la pensione. Gli studenti chiedono più fondi per l’istruzione, mentre le comunità indigene rivendicano più protezione per le aree remote in cui 134 attivisti sono stati assassinati da quando Duque è arrivato al potere nell’agosto 2018.
A scendere in strada sono stati sindacati, studenti, partiti d’opposizione e organizzazioni indigene. Le proteste si sono svolte anche a Cali e Medellin. Il Comitato sciopero nazionale ha chiesto un incontro “immediato” con Duque, per discutere le rivendicazioni dei manifestanti. “Chiediamo ai cittadini di restare pronti ad agire di nuovo nelle strade, se il governo continuerà a respingere le nostre domande”, ha aggiunto.
Le proteste si verificano nel corso di una massiccia sollevazione sociale in Sudamerica, con ondate di proteste negli ultimi mesi in Cile, Bolivia ed Ecuador. La popolarità del governo di destra di Duque, alleato chiave degli Stati Uniti, è in drastico calo da quando è arrivato al potere 18 mesi fa. I soldati sono stati dispiegati nella capitale e in altre città per proteggere “infrastrutture strategiche”, hanno dichiarato le autorità. L’ufficio dell’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni unite nel Paese ha espresso preoccupazione, affermando che lo Stato debba limitare l’uso della forza militare “per il controllo dei disordini interni”.