Rilasciato e subito arrestato di nuovo. È finito di nuovo in carcere l’imprenditore maltese Yorgen Fenech, arrestato due giorni fa a bordo del suo yacht con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia. L’uomo è stato rilasciato ieri sera sotto sorveglianza della polizia e di nuovo arrestato oggi. Il primo ministro maltese, Joseph Muscat, ha spiegato alla stampa che secondo le leggi locali un sospetto può essere trattenuto per un massimo di 48 ore senza che venga incriminato. “Gli investigatori non sono un minuto eroi e quello successivo asini. Sanno quello che stanno facendo. Hanno altre domande e necessitano di tempo per farle”, ha dichiarato Muscat.
Fenech è stato avvistato stamane insieme ad alcuni funzionari di polizia mentre perquisivano il suo yacht. Alcune fonti hanno raccontato al Times of Malta che l’imprenditore è stato arrestato per la seconda volta a seguito dei risultati della perquisizione e che le autorità hanno tempo fino a domenica mattina per incriminarlo o rilasciarlo di nuovo.
La giornalista Daphne Caruana Galizia era stata uccisa con un’autobomba il 16 ottobre 2017. Fenech è l’amministratore delegato del Tumas Group, società che ha sviluppato l’area della movida maltese col megaprogetto di Portomaso che comprende casinò, alberghi ed un porto privato e che ha forti interessi anche nel gioco online. Fenech è anche a capo del consorzio che ha vinto una gara nel 2013 per la costruzione di una centrale a gas, ma soprattutto è il titolare del fondo segreto 17 Black, con sede a Dubai, denunciato dalla Caruana prima di morire: secondo la giornalista la società altro non era che lo strumento su cui transitava il pagamento di tangenti a due membri del governo laburista maltese, ovvero l’attuale capo di gabinetto del premier Muscat Keith Schembri e il ministro Konrad Mizzi.
Il presunto mandante dell’omicidio della giornalista è stato fermato dopo che con il suo yatch aveva fatto rotta verso nord-nord-est, in direzione Italia, Mar Adriatico e Grecia. Dopo appena dieci minuti di navigazione ad un massimo di 12 nodi, è stato fermato da un mezzo della Afm (le forze armate maltesi) e la barca ha fatto ritorno a Portomaso attorno alle 6. L’arresto è arrivato a neanche 24 ore dall’impegno preso dal premier Muscat, che ha promesso la grazia al presunto mediatore dell’omicidio della giornalista, arrestato e a sua volta rilasciato, in cambio di informazioni determinanti sull’identità di chi ha ordinato l’omicidio della giornalista.
Gli avvocati dell’uomo hanno fatto sapere che avrebbe parlato in cambio di un condono tombale di tutti i suoi reati, da ottenere tramite una grazia presidenziale che a Malta soltanto il primo ministro ha il potere di raccomandare al Presidente della Repubblica. E Muscat, dopo una consultazione con Procuratore generale e capo della polizia, ha annunciato di aver “deciso da solo”, ovvero senza consultazione del gabinetto, per il sì: proporrà la grazia, ma “a condizione” che l’uomo fornisca elementi decisivi e prove certe valide in tribunale, per l’incriminazione del mandante dell’assassinio della giornalista. Così è stato: e Fenech.
Mondo
Daphne Caruana Galizia, il presunto mandante dell’omicidio rilasciato e arrestato di nuovo nel giro di 24 ore
L'imprenditore Yorgen Fenech è stato rilasciato ieri sera sotto sorveglianza della polizia e di nuovo arrestato oggi. Il primo ministro maltese, Joseph Muscat, ha spiegato alla stampa che secondo le leggi locali un sospetto può essere trattenuto per un massimo di 48 ore senza che venga incriminato. Il nuovo arresto è arrivato dopo la perquizione a bordo della barca dell'imprenditore
Rilasciato e subito arrestato di nuovo. È finito di nuovo in carcere l’imprenditore maltese Yorgen Fenech, arrestato due giorni fa a bordo del suo yacht con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia. L’uomo è stato rilasciato ieri sera sotto sorveglianza della polizia e di nuovo arrestato oggi. Il primo ministro maltese, Joseph Muscat, ha spiegato alla stampa che secondo le leggi locali un sospetto può essere trattenuto per un massimo di 48 ore senza che venga incriminato. “Gli investigatori non sono un minuto eroi e quello successivo asini. Sanno quello che stanno facendo. Hanno altre domande e necessitano di tempo per farle”, ha dichiarato Muscat.
Fenech è stato avvistato stamane insieme ad alcuni funzionari di polizia mentre perquisivano il suo yacht. Alcune fonti hanno raccontato al Times of Malta che l’imprenditore è stato arrestato per la seconda volta a seguito dei risultati della perquisizione e che le autorità hanno tempo fino a domenica mattina per incriminarlo o rilasciarlo di nuovo.
La giornalista Daphne Caruana Galizia era stata uccisa con un’autobomba il 16 ottobre 2017. Fenech è l’amministratore delegato del Tumas Group, società che ha sviluppato l’area della movida maltese col megaprogetto di Portomaso che comprende casinò, alberghi ed un porto privato e che ha forti interessi anche nel gioco online. Fenech è anche a capo del consorzio che ha vinto una gara nel 2013 per la costruzione di una centrale a gas, ma soprattutto è il titolare del fondo segreto 17 Black, con sede a Dubai, denunciato dalla Caruana prima di morire: secondo la giornalista la società altro non era che lo strumento su cui transitava il pagamento di tangenti a due membri del governo laburista maltese, ovvero l’attuale capo di gabinetto del premier Muscat Keith Schembri e il ministro Konrad Mizzi.
Il presunto mandante dell’omicidio della giornalista è stato fermato dopo che con il suo yatch aveva fatto rotta verso nord-nord-est, in direzione Italia, Mar Adriatico e Grecia. Dopo appena dieci minuti di navigazione ad un massimo di 12 nodi, è stato fermato da un mezzo della Afm (le forze armate maltesi) e la barca ha fatto ritorno a Portomaso attorno alle 6. L’arresto è arrivato a neanche 24 ore dall’impegno preso dal premier Muscat, che ha promesso la grazia al presunto mediatore dell’omicidio della giornalista, arrestato e a sua volta rilasciato, in cambio di informazioni determinanti sull’identità di chi ha ordinato l’omicidio della giornalista.
Gli avvocati dell’uomo hanno fatto sapere che avrebbe parlato in cambio di un condono tombale di tutti i suoi reati, da ottenere tramite una grazia presidenziale che a Malta soltanto il primo ministro ha il potere di raccomandare al Presidente della Repubblica. E Muscat, dopo una consultazione con Procuratore generale e capo della polizia, ha annunciato di aver “deciso da solo”, ovvero senza consultazione del gabinetto, per il sì: proporrà la grazia, ma “a condizione” che l’uomo fornisca elementi decisivi e prove certe valide in tribunale, per l’incriminazione del mandante dell’assassinio della giornalista. Così è stato: e Fenech.
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(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.