Ryanair è stata condannata dai giudici di un tribunale commerciale di Madrid per aver fatto pagare un supplemento per il trasporto di un trolley. Secondo la sentenza, la compagnia low cost Ryanair dovrà restituire al malcapitato viaggiatore i 20 euro del supplemento.

Questa condanna, tuttavia, non basterà a far sì che Ryanair ripristini la vecchia policy sui bagagli. Le nuove regole che vietano ai passeggeri di portare in cabina il proprio trolley sono in vigore da gennaio 2018: da allora, per ogni passeggero che acquisti un biglietto Ryanair, è ammesso il trasporto di un bagaglio a mano grande, del peso massimo di 10 kg e dimensioni non eccedenti 55 cm x 40 cm x 20 cm, più il trasporto di una piccola borsa non eccedente 35 x 20 x 20 cm. Con l’acquisto dell’Imbarco Prioritario, però, i passeggeri possono portare a bordo sia il bagaglio a mano grande che quello piccolo, a meno che per ragioni operative (ritardo del volo) non sia richiesto di imbarcare il bagaglio a mano grande nella stiva. Per i passeggeri che viaggiano con un biglietto standard è previsto che mettano il proprio bagaglio a mano nella stiva al gate d’imbarco, come bagaglio registrato, senza alcun costo aggiuntivo ma con i maggiori tempi dovuti all’attesa della consegna sui nastri dell’aeroporto d’arrivo: una perdita netta di benessere per i passeggeri.

Contro queste nuove regole ci sono state proteste dei consumatori in tutta Europa, mentre in Italia sono partite le segnalazioni di Altroconsumo e del Codacons all’Antirust. L’Autorità però non aveva riscontrato nessuna infrazione, quindi non è stata comminata nessuna multa e nessun divieto alla compagnia irlandese, ma solo la raccomandazione di a rimborsare chi ha acquistato l’imbarco prioritario prima dell’entrata in vigore delle nuove regole.

Una via per ripristinare la vecchia policy, tuttavia, potrebbe esserci: potrebbero infatti venire incontro alle esigenze dei passeggeri gli aeroporti – quasi tutti, in Europa – che sussidiano Ryanair con un contributo per ogni passeggero imbarcato. Si tratta di un incentivo, poco noto, che le società di gestione degli scali mascherano come co-marketing: normalmente, sono 10 o 20 euro per passeggero in partenza versati alla compagnia. Proprio l’equivalente del prezzo del supplemento dell’imbarco “Priority”.

Nella contrattazione del sussidio, che dovrebbe essere, tra l’altro, messo in gara e non concordato con la compagnia prescelta, i gestori degli scali dovrebbero quindi mettere come prima condizione la possibilità di imbarcare il trolley a bordo, almeno nel caso di Ryanair. Una possibilità che dovrebbe essere scontata, visto che lo permettono tutte le altre compagnie aeree del vecchio continente, anche quelle low cost. Tutte tranne Ryanair, che in molti casi, peraltro (come ad esempio a Bergamo, dove ha la sua base più importante in Italia), detta surrettiziamente anche le regole amministrative e ambientali: come dimostra lo sviluppo del traffico doppio rispetto a quanto programmato dalle autorità.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Helicopter money, una vera sfida. Ma prima bisogna superare alcune false credenze

next
Articolo Successivo

No profit, arriva in Italia l’organizzazione The Good Lobby: “Sfideremo l’evasione fiscale e il riciclaggio”

next