Madeleine: una data, un ricordo, un personaggio - La rubrica del venerdì de ilfattoquotidiano.it: tra cronaca e racconto, i fatti più o meno indimenticabili delle domeniche sportive degli italiani
Sweet November. Fu dolcissimo il novembre di vent’anni fa per i tifosi della Fiorentina. Sì, quello del 1999, che cominciò bene e finì ancora meglio. Era la viola del Trap, di Batigol, di Rui Costa: una delle “sette sorelle”, con Cecchi Gori alla guida si ambiva a rompere il monopolio di Milan e Juventus in campionato. Ma se in Serie A quella squadra non ingranava, complice una campagna acquisti non proprio sontuosa, la Champions riservò grosse soddisfazioni, gol memorabili da inserire nella top ten della storia viola, avversari fortissimi schiantati al Franchi e in trasferta e partite da scolpire nella memoria.
La rovesciata di Bressan contro il Barcellona di Figo, Rivaldo e Guardiola è un manifesto che resterà a vita incollato e nitido sulle mura della storia del calcio, scritto il 2 novembre 1999 non da un fine intellettuale di grido o da un grande artista ma da un operaio, un mediano “che il pallone devi darlo a chi finalizza il gioco”. Finì 3-3 al Franchi contro i blaugrana: un pareggio che garantì alla viola il passaggio in un girone di ferro con l’Arsenal, il Barcellona appunto e gli svedesi dell’Aek Atene. Prima di quel pareggio che chiuse il girone, fondamentale per la qualificazione era stata la vittoria a Wembley contro l’Arsenal con gol di Batistuta e memorabile smitragliata.
Al secondo girone eliminatorio (allora la Champions prevedeva questa formula invece degli ottavi a eliminazione diretta) la Viola fu ancora sfortunata beccando il Valencia di Cuper, il Bordeaux e il Manchester United. Ma quel mese bellissimo, cominciato bene con Bressan, finiva meglio esattamente vent’anni fa, il 23 novembre. Al Franchi arrivano i campioni d’Europa in carica dello United: una squadra stellare con Beckham, Stam, Keane, Scholes, Giggs e i “Calipso Boys” Dwight Yorke e Andy Cole guidata da sir Alex Ferguson.
Una corazzata contro una squadra quasi tutta operaia, dalla difesa con Torricelli, Firicano, Pierini e Repka, al centrocampo senza Bressan già fresco di Jackpot di arte, bellezza e fortuna, e con Cois e Di Livio, usati sicuri come Heinrich e il 33enne Abel Balbo, e poi fuoriclasse come Toldo, Chiesa, Rui Costa e ovviamente il capitano Batigol. Una notte memorabile, col Trap che mette nel sacco sir Alex bloccando Beckham e Giggs e agendo di rimessa. Ma saranno due regali dei Red Devils a spianare la strada ai viola: prima Keane, che con un errore clamoroso consegna palla a Batistuta, proprio a Batistuta, solo davanti al portiere Bosnich. E il Re Leone, naturalmente, porta in vantaggio i suoi.
Sempre Bati ruba palla a Berg sulla sinistra: guarda al centro e trova il suo ex compagno di un attacco albiceleste stellare, Abel Balbo, che la appoggia dentro. Finì 2-0, con la Fiorentina che sognava in grande: i quarti di Champions e poi chissà. E il sogno continuò: i Viola chiudono il girone d’andata da primi, dopo aver pareggiato a Bordeaux e vinto in casa con il Valencia. Con un solo punto nel girone di ritorno, però, i viola furono eliminati, cedendo il passo allo United e al Valencia. Resta però quel novembre meraviglioso: di rovesciate da centrocampo che finiscono nel sette, di Batigol che si fa beffe di Stam e Keane, di Toldo che chiude la porta ai Calipso Boys. Il novembre più dolce.