Sarà anche il simbolo della Repubblica Serenissima, nonché la bandiera ufficiale del Veneto, ma il vessillo Marciano (con il leone di San Marco e il Vangelo aperto in tempo di pace) sta diventando una specie di ossessione per i leghisti. La notizia più recente è che verrà donata a tutti i “nati nella Regione Veneto”. E quindi anche ai figli di stranieri, perché in base alla legge vengono messi sullo stesso piano i bambini che vedono la luce sul territorio regionale. E riceveranno la bandiera in omaggio dal sindaco, per iniziativa della Regione che attingerà i soldi dai fondi per i beni di interesse storico e le attività culturali.
La proposta di legge, che ha come primo firmatario Gabriele Michieletto del gruppo Zaia Presidente, è stata approvata a maggioranza dalla Prima Commissione, ed è pronta per essere messa all’ordine del giorno di una delle prossime sedute del consiglio regionale. I motivi? “La bandiera è un simbolo che unisce e non divide il popolo veneto, che in esso si riconosce con orgoglio e fierezza”. Così è scritto nella proposta. E ancora: “Come ogni simbolo è necessario promuoverlo e sostenerlo, tanto più in un tempo e in una società nella quale ogni giorno nascono e fioriscono raffigurazioni di ogni genere. Emblemi destinati al dimenticatoio, ma che per la fasce dei più giovani rappresentano molto spesso dei modelli da seguire. Nulla, perciò, meglio di una bandiera di un Popolo, è all’opposto di queste figure caduche. E nulla, meglio di una famiglia, può trasmettere il valore importante dell’amore verso la propria terra”. I sindaci la consegneranno il 25 marzo, ricorrenza della nascita di Venezia, designato come giorno della Festa del Popolo Veneto da una legge regionale del 2007.
Opposizioni sulle barricate. “Il Veneto è in ginocchio dopo l’ondata di maltempo, le immagini della devastazione di Venezia hanno fatto il giro del mondo, ma i politici di maggioranza locali ritengono prioritario discutere un progetto di legge che prevede di spendere 200mila euro, fino al 2021, per comperare delle bandiere” hanno commentato Piero Ruzzante di Liberi e Uguali e Patrizia Bartelle di Italia in Comune. “Invitiamo le amministrazioni locali a ribellarsi a questa ennesima imposizione della Lega, autonomista a Roma, ma accentratrice in Veneto, manifestando il loro dissenso”. “Le famiglie hanno bisogno di servizi, non di vessilli identitari – ha detto Graziano Azzalin del Pd – Questa è la sensibilità della giunta Zaia rispetto ai problemi delle famiglie venete. Chiedete asili? Vi diamo bandiere. È davvero propaganda di bassa lega, quasi offensiva. Non era meglio un kit con pannolini e omogenizzati o un sostegno economico?”.
Fuori dal palazzo, ma dentro gli stadi e i palazzetti, la bandiera continua a far notizia. Allo stadio Euganeo di Padova la Polizia aveva vietato di introdurre una bandiera di San Marco, perché sono autorizzate solo la bandiera italiana e quelle delle due squadre. La situazione si è ripetuta durante la finale milanese di Supercoppa Volley che vedeva impegnata la Imoco di Conegliano. E così il consigliere regionale Fabrizio Boron, del gruppo Zaia Presidente, ha inviato una bandiera marciana al questore di Padova, Paolo Fassari. Con dedica: “Che il leone dell’Evangelista possa essere per lei, come per i Dogi e gli amministratori del passato, fonte di ispirazione e guida luminosa nelle difficoltà”.