"Abbiamo sentito un botto, abbiamo visto il ponte dell’autostrada che non c'era più - hanno raccontato alcuni testimoni del crollo - abbiamo pensato subito ad un nuovo ponte Morandi". "La frana ha travolto i pilastri del viadotto portando via 30 metri di campata di una carreggiata e si è fermata sotto i piloni dell’altra - ha detto il presidente della Regione - poi ci sarà tutto un ragionamento da fare successivamente su come hanno reagito i pilastri"
Una porzione di circa 30 metri di viadotto della A6 Torino-Savona è crollata a circa 1,5 chilometri dalla località ligure, all’altezza del km 122 nella zona di Altare, in località Madonna del Monte. “Allo stato, non risultano coinvolti automezzi e persone: lo sforzo di tutti è finalizzato, in questa fase, ad avere conferma di questa situazione”, ha fatto sapere in una nota Autostrada dei Fiori Spa, la società che ha in gestione quel tratto autostradale. I tecnici stanno verificando l’integrità del viadotto in direzione Savona che, a una prima analisi, sembra non essere stato danneggiato dalla frana, causata secondo la società “dalle incessanti ed eccezionali piogge che hanno colpito l’area del Savonese negli ultimi giorni” e staccatasi “dalla sommità del versante della montagna sovrastante l’autostrada Torino-Savona e non di pertinenza della Società Concessionaria”. “La imponente frana con una colata di 2 metri di fango ha travolto i pilastri, portando via 30 metri di campata di una carreggiata”, ha aggiunto il governatore ligure Giovanni Toti. La Regione chiederà lo stato di emergenza sulle aree coinvolte, un’estensione di quello già decretato dal Consiglio dei ministri. Intanto è previsto a Savona un sopralluogo per lunedì da parte del ministro dei Trasporti Paola De Micheli.
“Siamo stati oggetto di una ondata di maltempo straordinaria – ha spiegato poi il governatore -. Nelle ultime 36 ore sono caduti più millimetri d’acqua che nella alluvione del 2014. Stiamo parlando di un evento di proporzioni come non se ne ricordavano sulla regione”. “Le frane sono molte decine da Genova a Ventimiglia, si denota una fragilità del territorio“, ha proseguito. “Chiederemo lo stato di emergenza su queste aree, un’estensione dello stato di emergenza decretato dal Cdm giovedì scorso. La Liguria è una terra fragile, serve un piano straordinario di manutenzione”, ha aggiunto Toti. Che ha poi annunciato: “Domani il ministro dei Trasporti De Micheli sarà a Savona”.
Intanto, l’autostrada A6 Torino-Savona rimarrà chiusa, in via cautelativa, nel tratto compreso tra Millesimo e Savona, in direzione Savona, e tra Savona e Altare, in direzione Torino, finché non verranno completati i necessari accertamenti, come fa sapere Autostrada dei Fiori Spa. “Tutte le attività – si legge in una nota – si svolgono in pieno coordinamento con il Ministero delle Infrastrutture, la Prefettura, la Regione Liguria e la Provincia di Savona”. Quindi questo pezzo di Liguria, la Val Bormida, è raggiungibile solo da piccole strade comunali di difficile accessibilità, rimanendo praticamente isolata.
In base a una prima analisi, ancora tutta da confermare, potrebbe esserci una connessione tra l’accaduto e uno smottamento che si sarebbe riversato parzialmente sul viadotto. “Dai primi sopralluoghi emerge che a far crollare il viadotto è stata una grandissima frana che si è staccata dal monte che fiancheggia il viadotto partendo molte centinaia di metri più in alto”, ha spiegato ancora Toti, che prima di recarsi sul posto aveva tenuto una riunione in Prefettura a Savona. “La frana ha travolto i pilastri del viadotto portando via 30 metri di campata di una carreggiata e si è fermata sotto i piloni dell’altra”, ha proseguito. “Poi ci sarà tutto un ragionamento da fare successivamente su come hanno reagito i pilastri.
La zona è sorvolata da un elicottero dei Vigili del fuoco e sono in corso le verifiche statiche delle case sulla collina. Il tratto dell’autostrada “Verdemare” dove si è verificato il crollo risulta di competenza di Autostrada dei Fiori, gruppo Gavio. “Il tratto è stato chiuso in entrambe le direzioni di marcia per le dovute verifiche statiche perché il terreno lì sotto è in una situazione molto complessa e non è detto non si possa muovere ancora”, ha scritto ancora Toti.
“La valutazione dei periti non sarà semplice – ha proseguito Toti – Ora quello che a noi interessa è capire se il lato che corre dal Piemonte verso Savona sia possibile renderlo agibile nel più breve tempo possibile e regga le prove statiche, anche perché domani si riaprirà un porto passeggeri merci e crociere importante come quello di Savona e anche la strada che costeggia l’autostrada è franata in queste ore e la Val Bormida è raggiungibile solo attraverso strade comunali di difficile accessibilità”.
“Inviterei tutte le persone del savonese e dell’entroterra a non muoversi finché non saremo intervenuti con le somme urgenze”, ha proseguito il governatore. La porzione di ponte è crollata al km 122: la tratta collegava Savona con le principali città dell’entroterra e della Val Bormida e il Piemonte. La viabilità provinciale era già funestata da disagi dovuti a smottamenti. “Stiamo lavorando sulla strada provinciale della Val Bormida – ha aggiunto – perché anche essa era interessata da una frana e alcune importanti città come Cairo Montenotte, capoluogo amministrativo della vallata, sono sostanzialmente isolate o raggiungibili attraverso percorsi tortuosi e soggetti a moti franosi. Le aziende stanno già lavorando per ridare una viabilità accettabile prima di domani”.
“Il crollo del viadotto lungo la Savona-Torino è l’ennesima, drammatica fotografia di un’Italia che, sotto il profilo idrogeologico, vive una fase di pericolo permanente ed è sbagliato e fuorviante parlare di emergenza-maltempo ogni qualvolta si verificano avvenimenti di questo genere – ha commentato il Presidente del Senato Elisabetta Casellati – Urgono misure strutturali e non più provvedimenti-tampone: mi riferisco a una mappatura strategica delle aree e delle infrastrutture a rischio e un piano per la messa in sicurezza dei territori. Non si può più sprecare un solo giorno”. “I dati ci dicono che il 91% dei quasi 8 mila comuni italiani è a rischio frane e alluvioni ha aggiunto Casellati – una situazione da “codice rosso” rispetto alla quale il varo di una seria politica di prevenzione non è più differibile. Bisogna agire e in fretta”.