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M5s alle regionali, Di Maio a Bologna esclude alleanza con Bonaccini e Pd: “Da statuto non possiamo sostenere il candidato di un partito”

"Qui il movimento è vivo e pronto a combattere, faremo una campagna itinerante e aperta fino all’ultimo giorno", ha detto il capo politico dall'hotel Savoia Regency di Bologna, dove ha partecipato alla riunione con gli attivisti e i portavoce in consiglio regionale dei 5 stelle

Il Movimento 5 stelle correrà da solo alle elezioni regionali in Emilia-Romagna. Lo ha ripetuto ancora una volta Luigi Di Maio dall’hotel Savoia Regency di Bologna, dove ha partecipato alla riunione con gli attivisti e i portavoce in consiglio regionale dei 5 stelle. “Da statuto non possiamo sostenere il candidato di un partito, ne ho parlato anche con Beppe”, ha detto il capo politico. “Qui il movimento – ha aggiunto – è vivo e pronto a combattere, faremo una campagna itinerante e aperta fino all’ultimo giorno”.

E quindi nessun sostegno al governatore Stefano Bonaccini e nessuna alleanza col Pd come avevano chiesto alcuni esponenti del M5s il giorno dopo il voto su Rousseau, che aveva sancito la presentazione delle liste dei 5 stelle. “Faremo una campagna tra la gente e li sfideremo tutti, rubateci il programma”, ha detto il capo politico. Ad ascoltarlo c’erano circa 400 persone, che hanno applaudito il leader grillino al suo ingresso. Un boato degli attivisti ha accompagnato le parole dell’ex capogruppo M5S di Reggio Emilia Norberto Vaccari, quando quest’ultimo ha scandito “Mai con Bonaccini“.

Di Maio è arrivato nel capoluogo emiliano per trovare una soluzione all’impasse che si è creata dopo il voto su Rousseau. Nelle stesse ore il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli blindava il capo politico dai migrofoni di Rete 4: “Di Maio non si discute. Di Maio è il capo politico per quattro anni, è stato eletto su Rousseau e non si discute”. La discussione è invece aperta in Emilia dove i 5 Stelle sono divisi, forse più che in Calabria. Il deputato “ortodosso” Giuseppe Brescia chiede, assieme alla ex deputata Roberta Lombardi, di rimettere ai voti dei soli iscritti emiliani e calabresi la scelta di come andare al voto.”Non escluderei di tornare su Rousseau per chiedergli se preferiscono vederci correre da soli o alleati con il Pd”, dice Brescia. La vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni, non concorda: “Il 70% dei votanti su Rousseau ha voluto che ci presentassimo in Emilia Romagna. Penso che sia ormai troppo tardi per aprire a qualsiasi tipo di alleanza oltre che non possibile da nostro statuto”, dice sottolineando: “In Emilia ci sono nostri attivisti e consiglieri comunali che da anni fanno battaglie al Pd emiliano-romagnolo e nessuno dal territorio ha mai aperto ad alleanze”, rimarca la Spadoni.

Nell’attesa di trovare una soluzione alle regionali il M5s ha comunque avviato la ricerca dei candidati governatori attraverso le cosiddette “regionarie”: cioè la selezione online dei candidati. Fino al 4 dicembre tutti gli iscritti “certificati” alla piattaforma Rousseau potranno avanzare la propria candidatura per essere nelle liste pentastellate e aspirare a un posto da consigliere regionale. come previsto dallo Statuto, però, il capo politico, sentito il Garante, avrà anche la facoltà di esprimere un eventuale parere vincolante negativo. E quindi: Di Maio, previo parere di Grillo, potrà come sempre mettere mano alle liste. La partecipazione alle Regionali in Emilia-Romagna e Calabria era stata voluta dagli iscritti dopo che l’orientamento dei vertici era di concentrarsi sulla riorganizzazione del Movimento in vista degli Stati Generali, annunciati per marzo 2020.

“Il M5s non governa in nessuna regione italiana: credo che una domanda se la debbano porre rispetto alla capacità di condizionare le politiche del territorio”, aveva commentato Bonaccini nei giorni scorsi, quando Di Maio aveva anticipato l’intenzione di correre da soli. Il governatore aveva ha lasciato socchiusa la porta ai grillini: “”Credo –aveva aggiunto parlando dei 5 Stelle – ci siano più cose che ci uniscono rispetto a quelle che ci dividono. Ma sta a loro la scelta. Se vorranno andare per la loro strada, amici come prima, avversari leali, ma secondo me si schiacceranno in una polarizzazione tra noi e la Lega“.