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Migranti, sindaco di Lampedusa: “Siamo il becchino di turno che ratifica i morti in mare. Conte abbia il coraggio di convocarci”

Noi a Lampedusa stiamo diventando il becchino di turno. Dobbiamo ratificare le morti che ci sono nel Mediterraneo. Non è una bella scena che si dà al mondo intero. Non è che quando c’erano ‘i porti chiusi’, come qualcuno diceva, non arrivava più nessuno. I migranti, quasi tutti economici, continuano ad arrivare con le barchette”. E’ il lungo sfogo, pronunciato ai microfoni de “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus, dal sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello.

E aggiunge: “Per la nostra posizione geografica abbiamo una grande responsabilità. E a questa nostra grossa responsabilità non corrisponde un adeguato riconoscimento da parte del governo nei confronti degli abitanti di Lampedusa. A noi arrivano solo ed esclusivamente insulti. Addirittura hanno organizzato una campagna su Facebook contro tutti i turisti che arrivano all’isola – continua – C’è addirittura qualcuno che ha chiesto quanto costavano costavano le casse da morto e che bisognava lasciare i morti in mezzo al mare. Questo non è neppure razzismo, parliamo di gente squilibrata che non sa più cosa vuole. Basta con gli scontri e le liti. Che si affronti una volta per tutte questo problema seriamente. Il governo ha grossi debiti nei confronti degli abitanti di Lampedusa. Sarebbe, quindi, il caso che il presidente del Consiglio avesse il coraggio di convocarci per capire quanto si soffre e che cosa significa essere isolati, e soprattutto essere isola di frontiera.

Martello poi spiega: “L’accordo di Malta? Si parla solo di un tipo di migranti, i rifugiati e non quelli economici. Quelli che sbarcano a Lampedusa, la maggioranza sono migranti economici. Di loro a Malta non si è parlato. Dobbiamo spogliarci tutti dall’appartenenza politica e affrontare il problema migrazioni come Stato e come Europa. Parliamo del global compact, il documento che ha fatto l’Onu, e partiamo da lì. Quando si vota a Bruxelles su determinate risoluzioni e c’è qualcuno che si astiene perché non sa qual è la ricaduta sui porti italiani, vuol dire che c’è uno scollamento tra i cittadini e chi fa politica nelle istituzioni europee”.

E sottolinea: “Gli sbarchi non aumentano, né diminuiscono. Il problema fondamentale è che gli sbarchi ci sono sempre stati e continuano ad esserci. Quando c’è maltempo, questi li fanno partire e li fanno morire. E’ insopportabile che ancora oggi questo traffico continua ad esserci senza che ci sia un intervento serio dell’Europa. Il 90% parte dal confine tra la Libia e la Tunisia. Non ho mai parlato con il ministro Lamorgese – prosegue – ma con diversi prefetti del Ministero. In questi anni il sistema di accoglienza a Lampedusa è stato completamente cancellato. Ci sono 3-4 operai che tengono viva l’assistenza nell’hotspot. Non è un sistema di un Paese degno. Prima il sistema accoglienza era talmente collaudato che neanche ci si faceva più caso quando arrivavano e partivano i migranti”.