Di fronte alla commissione Industria al Senato, il ministro dello Sviluppo ha ufficializzato che "la strada di una proroga al consorzio che si stava costituendo è una strada che non c'è più". Poi ha aperto alla possibilità di "una nuova Iri". Ora c'è l'ipotesi di sostituire i tre commissari con un commissario unico incaricato di ristrutturare la compagnia
Su Alitalia “al momento una soluzione di mercato non c’è“. Parola del ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli, in audizione davanti alla commissione Industria al Senato. “Stiamo valutando diverse opzioni con attenzione”, ha spiegato l’esponente M5s. Che ha escluso una ulteriore proroga dei tempi concessi per la formazione del consorzio che avrebbe dovuto presentare un’offerta vincolante per il salvataggio: “La strada di una proroga al consorzio non c’è più”. A una domanda sulla possibilità di tornare al modello dell’Iri – l’Istituto per la ricostruzione industriale attivo fino al 2002 – il ministro ha risposto secco: “Se serve assolutamente sì. Pronti a farlo in un momento in cui è necessario proteggere le nostre imprese e la produzione industriale del Paese”.
Dunque, dal governo si apre alla possibilità di tornare a un intervento pubblico in settori strategici. Non solo in Alitalia, quindi, ma anche per l’ex Ilva. Non a caso, di fronte alla commissione Patuanelli ha dichiarato che “la privatizzazione del settore siderurgico è stata un errore”. Il ministro ha proseguito sottolineando le criticità della soluzione di mercato per Alitalia: “È da dieci anni che si tenta di privatizzare” l’impresa, dice. Ma “è una compagnia troppo grande per essere piccola e troppo piccola per essere grande, ha una dimensione che in questo momento il mercato fa fatica ad accettare“. E infatti il “mercato” non ha espresso sufficiente interesse all’ingresso nel capitale della compagnia.
Solo Delta si è detta disposta a entrare nella Nuova Alitalia, ma con non più del 10%. Mentre Lufthansa ha chiarito di essere interessata al massimo a un accordo commerciale. Il risultato è stato che Atlantia una settimana fa ha ufficializzato l’assenza delle condizioni minime per aderire all’offerta. E Ferrovie dello Stato, incaricata di formare il consorzio, ha gettato la spugna. Fallita l’ipotesi del consorzio, secondo indiscrezioni il governo prepara un nuovo commissario unico che ristrutturi la compagnia per poi venderla.
Lasciando la sede dell’Aci, anche il premier Giuseppe Conte è intervenuto sulla questione: “Alla scadenza prevista non è stata formalizzata l’offerta vincolante da parte del consorzio. Dunque resta la disponibilità di Ferrovie dello Stato, di Delta, vediamo se si confermerà l’interesse di Lufthansa”, ma “è chiaro che in questo momento non abbiamo una soluzione di mercato a portata di mano“. “Valutiamo, stiamo valutando proprio in queste ore, evidentemente, anche alternative”.
Una visione in parte divergente è invece quella espressa da Stefano Buffagni, viceministro dello Sviluppo. A margine della cerimonia per la posa della prima pietra del Padiglione Italia all’Expo 2020 di Dubai, Buffagni ha detto che il governo deve “garantire il servizio, i posti di lavoro, gli asset, ma non possiamo continuare a permettere che sia un buco nero delle casse dello Stato” e che “è arrivato il momento di prendere decisioni difficili e ragionare per creare valore, ma anche perché siano appetibili sul mercato”. Un commissario unico per la ristrutturazione di Alitalia? “Al di là del commissario unico, vanno fatti anche alcuni approfondimenti normativi, perché magari qualche modifica di legge va fatta per alcune peculiarità, ma l’obiettivo è quello: dobbiamo tutelare anche i crediti che lo Stato ha lì e per farlo dobbiamo garantire che le aziende siano funzionali, anche per rispettare tutta una serie di norme europee, che prevedono alcune richieste, quindi lo spacchettamento dei servizi ha un senso”.