Ana Maria Lacramioara, la 30enne uccisa il 22 novembre dal suo amante a Partinico, nel Palermitano, era incinta di quasi quattro mesi e aspettava un maschio. La conferma arriva dall’autopsia terminata nella tarda serata di lunedì sul corpo della vittima all’Istituto di Medicina legale del Policlinico di Palermo. La giovane, secondo quanto riferiscono i medici legali, è stata colpita da almeno dieci coltellate, quella fatale alla gola.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri la donna, insieme all’amante Antonino Borgia, imprenditore di 51 anni, si trovava su un furgone in un cantiere dove lavorava l’uomo quando ha rivelato di aspettare un figlio da lui. L’uomo l’ha pugnalata più volte alla pancia. La ragazza è riuscita a scappare e a chiedere e intanto gridava a Borgia: “Ma che fai, aspettiamo un bambino, io ti amo”. A quel punto il 51enne avrebbe convinto la 30enne a risalire sul furgone per portarla in ospedale: lei ha accettato, ma l’uomo lungo la strada si è fermato di nuovo e prima l’ha colpita a bastonate, e poi le ha tagliato la gola per poi abbandonare il cadavere in aperta campagna e ritornare al lavoro. Fino ad alcune ore dopo, quando ha confessato ai carabinieri l’omicidio. Per l’uomo si sono aperte le porte del carcere, come deciso dal gip del Tribunale di Palermo che lunedì sera ha rigettato la convalida del fermo ma ha emesso la misura cautelare in carcere.

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