Entro il 14 novembre 2019 la città di Roma avrebbe dovuto presentare il proprio Piano di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (Paesc), denominato anche “Piano Clima”, nell’ambito degli impegni assunti nel Patto dei sindaci, ossia di ridurre le proprie emissioni climalteranti di almeno il 40% entro il 2030. Il Piano non è stato ancora presentato in quanto Roma ha richiesto una proroga, spostando quindi la scadenza alla primavera 2020. Dall’uscita di scena dell’assessora Pinuccia Montanari, che aveva la delega al Paesc, questa attività si è rallentata enormemente, gettando ombre sulla reale intenzione della giunta Raggi di voler perseguire con serietà gli impegni assunti.

Tra i settori più importanti del Paesc, tra l’altro responsabile di oltre un terzo delle emissioni climalteranti della città, quello della mobilità: esso viene affrontato attraverso il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (Pums), integrato con altre misure di natura non strettamente infrastrutturale. Tra queste, la limitazione della circolazione delle auto più inquinanti, notoriamente le auto Euro 3 diesel.

Poco più di un mese fa, si è svolto a Copenaghen il Summit C40 sulla sostenibilità delle città. Anche Roma ha partecipato al Summit. La sindaca Virginia Raggi, nella sua relazione, ha reso noto quanto si sta facendo per rendere la città più sostenibile.

Alcune considerazioni sulle sue dichiarazioni:

La sindaca ha menzionato la Strategia di Resilienza adottata nel giugno 2018 quale strumento strategico per rendere la città più sostenibile, resiliente e inclusiva. La Strategia è strettamente legata al Paesc, ma è da rilevare che, a 17 mesi dalla sua adozione, non è ancora operativo l’ufficio che dovrà gestirne l’attuazione. Inoltre, la Strategia dovrà essere seguita da un vero e proprio Piano di adattamento ai cambiamenti climatici ove, appunto, da una Strategia si passi alle azioni puntuali necessarie per rendere la città più resiliente ai cambiamenti climatici. Azioni puntuali significa non solo la loro identificazione sulla base delle priorità della città, ma anche la loro effettiva fattibilità. Ad oggi non c’è traccia di tale Piano, da presentare tra l’altro entro il 2020.

Altro tema, in questo caso veramente imbarazzante, riguarda la dichiarazione in merito all’imminente “blocco dei diesel nel centro storico dal 1 novembre 2019”. A questa dichiarazione è scattato l’applauso della platea (presenti Al Gore e i sindaci delle più importanti metropoli del mondo). In realtà, la delibera n. 82 del 10 maggio 2019 regola la “limitazione della circolazione agli autoveicoli alimentati a gasolio Euro 3 all’interno della Ztl Anello Ferroviario”, a partire appunto dal 1 novembre 2019. Tra l’altro, con alcune deroghe per i veicoli commerciali, che saranno coinvolti nella limitazione solo a partire dal marzo 2020. Quindi non si tratta del “blocco dei diesel”, ma soltanto della “limitazione (dal lunedì al venerdì) della categoria Euro 3”; misura che sarebbe stata da attuare già da diversi anni, ma è stata sempre rimandata.

E dire che il tema è rilevante. Stiamo parlando della salute dei cittadini. Roma è una di quelle zone ove il superamento dei valori limite del NO2 (diossido di azoto) ha fatto scattare una procedura di infrazione comunitaria; procedura per la quale è stato adottato di recente anche il Decreto Clima.

Il blocco totale dei diesel nel centro storico, ma entro il 2024, la sindaca l’aveva già dichiarato a Città del Messico il 26 febbraio 2018. La coordinatrice del Summit C40, Connie Hedegaard, ex ministro dell’Ambiente della Danimarca ed ex Commissario europeo per il clima, ha salutato con favore la dichiarazione della Raggi affermando che il tempo concessole in più per la relazione era più che giustificato vista la portata della dichiarazione. Immaginiamo cosa possano aver pensato tutti non appena saputo come stanno veramente le cose.

Fotografia: 2019©Valerio Preci/QuarkDesign

Se poi ci aggiungiamo i manifesti apparsi in città (vedi foto), dove a caratteri cubitali si inneggia al bando dei diesel e in caratteri più piccoli si specifica che si sta parlando solo della categoria Euro 3, ci si rende conto, purtroppo, che questa falsa/distorta comunicazione su un tema molto delicato è voluta. Peccato, con le bugie non si va mai da nessuna parte.

Non può la sindaca della capitale d’Italia esprimersi demagogicamente su temi così importanti. E dire che dal maggio 2018 ha in mano una proposta elaborata dagli Assessorati alla Sostenibilità ambientale e alla Città in Movimento, con il supporto tecnico dei Dipartimenti Ambiente e Mobilità, nonché dell’Agenzia sulla Mobilità di Roma Capitale, che prefigura lo scenario di una città libera da tutte le auto, autobus e motocicli inquinanti (benzina e diesel) entro i prossimi 15 anni. Una roadmap che scandisce le tappe di avvicinamento verso l’obiettivo di emissioni zero nei trasporti in tutta la città entro il 2035. Perché non se ne discute?

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