La protezione del clima e il Green Deal come "nuova strategia" di crescita. Ma anche il fenomeno delle migrazioni, al quale va trovata una risposta "umana" e "comune". Sono le due architravi del mandato annunciate dalla presidente nel discorso davanti all'assemblea di Strasburgo
Il Parlamento europeo ha approvato la Commissione europea targata Ursula von der Leyen. I sì sono stati 461, 157 i contrari, gli astenuti 89. L’esecutivo guidato dall’ex ministra della Difesa tedesca ha fatto meglio di quella del predecessore Jean-Claude Juncker: nel 2014 l’ex prima ministro lussemburghese ebbe 423 voti a favore, 209 contrari e 67 astenuti (su 751 eurodeputati). “Il fatto che oggi siamo in grado di avere un’ampia maggioranza stabile – ha commentato a caldo la presidente – lo considero un voto a favore di un’agenda di cambiamento“.
Subito dopo la proclamazione del risultato da parte del presidente del Parlamento europeo David Sassoli, una von der Leyen raggiante e visibilmente emozionata si è alzata in piedi per ricevere l’applauso della plenaria di Strasburgo. Sassoli e von der Leyen hanno quindi firmato la lettera che sarà consegnata al Consiglio europeo per la ratifica, puramente formale, della nomina della nuova commissione europea. Avviandosi verso l’uscita von der Leyen ha ricevuto l’abbraccio dei commissari della sua squadra.
Il nuovo esecutivo europeo (senza rappresentanza britannica) è composto da 15 commissari e 12 commissarie, il gender balance più alto mai registrato (nell’esecutivo uscente di Jean-Claude Juncker le commissarie erano nove). L’insediamento avverrà sabato 1° dicembre, un mese in ritardo rispetto a quanto inizialmente previsto. Fra candidature riviste (tre, numero senza precedenti), una Brexit tuttora in divenire, e nomine fortemente criticate, la formazione del team della ex ministra della Difesa della cancelliera Angela Merkel è stata complessa.
I 154 deputati socialdemocratici avevano annunciato prima del voto che avrebbero votato “in gran maggioranza” a favore dell’investitura, così come i 108 liberali di Renew. Tuttavia, ci sono stati anche eurodeputati socialisti che avevano annunciato l’astensione. L’astensione è stata scelta anche dai verdi. Tra i punti più criticati è stata la designazione del commissario all’Allargamento ungherese, visto dai detrattori come un appoggio alle posizioni anti-Ue del governo di Viktor Orban, e del francese Thierry Breton, ceo uscente della società Atos, come commissario al mercato unico e numerico. “Il conflitto d’interesse è inerente al vostro portafogli”, ha dichiarato la deputata tedesca Ska Keller rivolgendosi a lui e aggiungendo di “non poter accettare”. La Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica (Gue), così come l’estrema destra, avevano annunciato che avrebbero votato contro.
Al momento del voto il Movimento 5 stelle si è diviso. Secondo quanto si apprende 10 eurodeputati pentastellati hanno appoggiato il nuovo esecutivo comunitario, due hanno votato contro e due si sono astenuti. Il 16 luglio i 5 Stelle avevano votato compatti per eleggere l’ex ministra tedesca al vertice dell’esecutivo comunitario: senza i loro 14 sì Von der Leyen non sarebbe stata eletta, visto che il via libera era arrivato di misura con appena 383 voti, appena 9 in più rispetto alla maggioranza richiesta. Il voto aveva causato una forte tensione con gli alleati della Lega, con cui al tempo il M5s governava il Paese nel governo cosiddetto gialloverde.
Il clima – La protezione del clima e il Green Deal come “nuova strategia” di crescita. Ma anche il fenomeno delle migrazioni, al quale va trovata una risposta “umana” e “comune”. Sono le due architravi del mandato annunciato dalla Von der Leyen nel discorso pronunciato questa mattina davanti all’assemblea di Strasburgo. “La protezione del nostro clima è una questione esistenziale per l’Europa e per tutto il mondo e non potrebbe essere altrimenti”, ha esordito la presidente della Commissione Ue. “Vediamo Venezia sott’acqua, le foreste in Portogallo colpite da incendi, la siccità in Lituania – ha spiegato – È successo anche in passato, ma non possiamo perdere neanche un secondo, dobbiamo lottare contro il cambiamento climatico”. Per questo il Green Deal europeo sarà la “nostra nuova strategia di crescita” con al centro “la strategia industriale per consentire alle aziende di fare innovazione e sviluppare nuove tecnologie creando nuovi mercati”. In questo senso, il ‘percorso verde’ impostato dalla Commissione “ci aiuterà a ridurre le emissioni favorendo la creazione di posti di lavoro”.
I migranti – L’altra sfida è quella di gestire il fenomeno delle migrazioni. “Non andrà via, resterà con noi e un’Europa orgogliosa dei propri valori e in difesa dello stato di diritto dovrà trovare una risposta umana ed efficace, dovremmo poterlo fare”, ha esortato von der Leyen. A chiedere una risposta sono i cittadini, afferma: “Vogliono una soluzione comune alla sfida comune della migrazione, è un tema che ci ha spaccato ma dobbiamo andare avanti – ha aggiunto – Servono soluzioni che vadano bene per tutti”. E ha ribadito: “L’Europa sarà sempre un riparo per coloro che hanno bisogno di protezione internazionale”.
La presidente della Commissione ha ricordato come è “interesse” comunitario che coloro che restano “siano integrati” ma, ha precisato, “dobbiamo anche far sì che chi non ha diritto di rimanere ritorni in patria”. Per questo, ha indicato come obiettivo – citando il caso dei cittadini vietnamiti morti in un camion in Inghilterra – quello di “spezzare il modello dei trafficanti” e “riformare il sistema di asilo senza dimenticare i valori di solidarietà”. In questo modo, ha proseguito von der Leyen, si arriverà a un “consolidamento delle frontiere” per “permetterci di tornare a un sistema di Schengen perfettamente funzionante”. E indica la rotta:”Dobbiamo investire con azioni di partenariato nei paesi di origine, non sarà facile ma ricordiamoci che è la cosa giusta da fare”.
L’equipe “eccezionale” e Gentiloni – Per raggiungere gli obiettivi del mandato quinquennale, dice von der Leyen, “abbiamo costruito un’equipe europea eccezionale”. Da qui al 2024 – ha aggiunto – l’Unione Europea “porterà avanti una trasformazione di società e economia, è la cosa giusta da fare e non sarà semplice”. Quindi ha ricordato che ogni Stato membro dell’Ue “si è impegnato per gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu” e in questo, il commissario italiano Paolo Gentiloni “gestirà il raggiungimento degli obiettivi ne è convinto e io credo in lui”, ha detto. Von der Leyen ha quindi spiegato che “come prima donna presidente della Commissione, ogni membro del mio collegio avrà per la prima volta un gabinetto equilibrato per la parità di genere” ed entro la fine del nostro mandato “avremo per la prima volta la parità di genere a tutti i livelli di gestione, il che cambierà il volto della Commissione”.
Gentiloni: “Mia priorità sarà la crescita” – “La commissione parte con un consenso del Parlamento addirittura superiore a quello della Commissione precedente e questo è di buon auspicio – ha detto il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni conversando con i giornalisti – Per quanto riguarda il mio lavoro, la priorità assoluta sarà il rilancio della crescita. C’è molto da cambiare e da fare per rilanciare la crescita in Europa, per renderla più sostenibile sul piano ambientale e sul piano sociale“.