La fiducia delle famiglie italiane precipita proprio a ridosso delle feste natalizie. L’Istat ha rilevato a novembre un calo dell’indice del clima di fiducia dei consumatori, da 111,5 di ottobre a 108,5 punti. Si tratta del livello più basso dal 2017, che potrebbe essere stato condizionato dal dibattito sulla manovra con le polemiche sugli aumenti di tasse. Va un po’ meglio, invece, lato aziende, con l’indice composito del clima di fiducia delle imprese che registra un lieve aumento, da 98,9 a 99,1.

I consumatori sono in allarme. L’Unione Nazionale Consumatori parla di “dati choc” mentre “il crollo della fiducia dei consumatori è un pessimo segnale in vista del Natale”, afferma il Codacons, che teme effetti negativi sui consumi”. Dall’altra parte, anche i commercianti ritengono che il tonfo della fiducia sia attribuibile al “dibattito” sulla legge di bilancio. “La prolungata assenza di crescita potrebbe pesare sulle decisioni di investimento e di consumo anche per il prossimo futuro, frenando le già deboli possibilità di ripresa”, avverte Confcommercio che aggiunge che “in questo contesto anche le imprese non sembrano aspettarsi miglioramenti a breve”.

Se si guarda nel dettaglio ai dati dell’istituto statistico, la diminuzione dell’indice di fiducia dei consumatori è la sintesi di andamenti negativi di clima economico, clima corrente e il clima futuro, mentre fa eccezione il giudizio sulla situazione personale, che migliora leggermente. Tra le imprese, dall’industria emergono segnali di incertezza mentre per i servizi si registra una sostanziale stabilità degli indici di fiducia. L’indice diminuisce lievemente nel settore manifatturiero (da 99,5 a 98,9) e flette da 141,3 a 137,1 nelle costruzioni. “In controtendenza rispetto ai dati macro – commenta infine Confesercenti -, negativi da diversi mesi, a novembre si risveglia la preoccupazione delle famiglie italiane per la difficile congiuntura che il paese sta attraversando, con l’indice che diminuisce di ben 3 punti nel mese. Evidentemente si stanno manifestando gli effetti del forte rallentamento economico, in particolare sul mercato del lavoro”.

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