Il governo ha trovato l’accordo per cambiare la plastic tax. Dopo la riunione di martedì al ministero dell’Economia, era stato annunciato un emendamento alla manovra che avrebbe previsto un dimezzamento dell’imposta, abbassandola quindi da 1 euro a 50 centesimi al chilogrammo. Ora arrivano i primi dettagli di quello che sarà inserito nella proposta di modifica che sarà presentata probabilmente venerdì: la tassa sarà appunto ridisegnata, con una riduzione di gettito del 70% (a circa 330 milioni nel 2020) e un rafforzamento della sua funzione di incentivo al riciclo, al riuso e all’innovazione. Saranno esclude dalla nuova imposta anche la plastica riciclata (come è già per la biodegradabile e compostabile) e tutti i dispositivi medici e gli imballaggi di medicinali, incluse le siringhe.
L’emendamento viene raccontato come un primo passo all’interno di un piano per la plastica sostenibile, come ha spiegato su Twitter il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri: “Abbiamo cominciato a lavorare al Piano nazionale plastica sostenibile. Ieri al Mef la prima riunione con il Mise, il ministero dell’Ambiente, tutta la filiera, i sindacati ed enti territoriali per ridurre il consumo di plastica monouso e promuovere il riciclo“, ha spiegato il ministro.
La lunga riunione al ministero dell’Economia, oltre ad affrontare i nodi aperti nel decreto fiscale, aveva lo scopo di trovare un accordo sugli emendamenti del governo alla manovra, a partire da plastic tax e tassa sulle auto aziendali, che dovrebbe essere presentati venerdì. L’accordo raggiunto sulla plastic tax, secondo quanto ha spiegato il ministro M5s Stefano Patuanelli, dovrebbe prevedere anche uno slittamento “di almeno sei mesi”. Il titolare del Mise ha spiegato: “La rimoduliamo per allungarla nel tempo e limitarne l’introduzione nel primo periodo ad alcuni specifici prodotti che sono fortemente impattanti sull’ambiente come le plastiche non riciclabili”.
“Abbiamo criticato il bicchiere mezzo vuoto, ma ce n’è anche uno mezzo pieno: la retromarcia su Iva, plastica e auto ma anche Pir e Industria 4.0, ora di nuovo a disposizione per chi vuole investire. I populisti urlano, i riformisti vanno avanti passo dopo passo. Avanti così“, ha scritto martedì serà nella sua enews Matteo Renzi. “La vera notizia sulla plastic tax non è la rimodulazione ma il fatto che resti ancora in manovra, nonostante gli appelli delle imprese. Noi di Italia Viva abbiamo presentato un emendamento per abolirla perché crediamo che nessuna nuova tassa debba essere imposta a un Paese in recessione”, scrive ora su Twitter il capogruppo in Senato di Italia Viva, Davide Faraone, invocando la cancellazione della norma in manovra. Esulta invece il Pd con il senatore Dario Stefano: “La rimodulazione della plastic tax è una vittoria del gruppo parlamentare Pd. La sua prima versione era infatti indifendibile, abbiamo avvertito subito il Governo, suggerendo modifiche radicali. I nostri emendamenti hanno consentito ora al ministro Gualtieri un ulteriore affinamento della norma, con i principali operatori del settore“.
Nella sua versione originale, la plastic tax avrebbe dato un gettito di 1 miliardo nel 2020 e 2,2 miliardi nel 2021. Oltre che dalle opposizioni e da Renzi, la misura era stata fortemente criticata dalle aziende. Per riassumerla con Confindustria: la misura “non ha finalità ambientali” e andrebbe a pesare troppo sui conti delle aziende. In realtà, sempre nell’attuale versione, è previsto “ai fini del rafforzamento e dell’accelerazione della transizione verso un’economia circolare”, un incentivo sotto forma di credito d’imposta del 10% per le spese sostenute “per l’adeguamento tecnologico finalizzato alla produzione di manufatti biodegradabili e compostabili secondo lo standard europeo” e per la formazione dei dipendenti. Mineracqua, l’associazione di categoria delle aziende di imbottigliamento, dal canto suo ha paventato un aumento del 50% per il costo dell’acqua in bottiglie di plastica. Per il consumatore, l’impatto è comunque minimo. Come ha ricordato il ministro per il sud, Giuseppe Provenzano, l’aumento sarebbe di “quattro o cinque centesimi a bottiglia”: ora potrebbe diventare appena due centesimi.