Record per il tasso di motorizzazione, arrivato a quota 64,4 vetture ogni 100 abitanti, che colloca il nostro Paese al secondo posto nella classifica Ue. Ma nel 2018 il parco circolante presentava un'età media di oltre 11 anni. E i servizi di sharing mobility sono presenti solo nel 3% dei comuni italiani, più della metà al Nord
L’ultimo Rapporto elaborato da Isfort (in collaborazione con Agens, Anav e Asstra) sulla mobilità degli italiani, descrive ancora un Paese che, nonostante città dal traffico congestionato e prezzi del carburante sempre più su, non può fare a meno di muoversi con le quattro ruote.
Secondo il rapporto, nel 2018 gli spostamenti sono aumentati del 4,8% rispetto all’anno precedente, e i km percorsi del 7,5%. Ad utilizzare l’auto sono 6 italiani su 10 con consumi di carburante crescenti, secondo i dati del Mise, nonostante lo siano pure i prezzi alla pompa.
Il tasso di motorizzazione nazionale stimato nel 2018 è di 64,4 veicoli ogni 100 abitanti, facendo arrivare l’Italia in testa alla classifica europea, seconda solo al Lussemburgo. Quanto al tasso di motorizzazione “locale” spicca Catania con i suoi 71,5 veicoli ogni 100 abitanti, mentre Milano ne presenta uno dei più bassi (50,7) e Roma uno dei più alti (61,2). Per ciclomotori e motocicli, lo stesso tasso, a livello nazionale, è di circa 11 unità ogni 100 abitanti; in crescita anche il numero di due ruote in circolazione (+1,4%), nel 2018 a quasi 7 milioni.
Per non parlare del parco auto, che lo scorso anno è andato oltre 39 milioni di unità, segnando un aumento dell’1,3% rispetto ai 12 mesi precedenti: l’età media dei veicoli è oltre gli 11 anni, piuttosto avanzata soprattutto se confrontata a quella di Regno Unito (8,8), Francia (9,3) e Germania (9,4). Se da un lato il parco circolante risulta obsoleto, dall’altro sembra migliorato dal punto di vista della sostenibilità visto che nel 2018 i veicoli Euro 3 rappresentavano poco più del 38%, contro il 60,9% del 2010.
L’Osservatorio Audimob di Isfort ha poi evidenziato che nel 2018 il tasso di mobilità sostenibile, che prende in considerazione il trasporto a piedi, in bici o con mezzi pubblici ed esclude gli spostamenti sulle quattro e due ruote (a prescindere che siano elettriche o meno), si teneva ancora sotto il 40%, addirittura in flessione dello 0,8% rispetto ai dati dell’anno precedente che avevano segnato un tasso del 37,9%.
Se si parla nello specifico di biciclette, i dati sono ancor meno incoraggianti: lo scorso anno ne sono state vendute 1 milione e mezzo, che significa un calo del 5,5% rispetto al 2017. Per il trasporto pubblico, invece, gli ultimi numeri si riferiscono solo a due anni fa e parlano di un volume d’affari di 12 miliardi di euro e 5 miliardi di passeggeri, per quasi 900 aziende in totale e 120 mila addetti.
Dal 2015 al 2018 la sharing mobility (che coinvolge tutti i mezzi, dalle bici alle auto) ha registrato sempre più successo, anche se in modo non uniforme sul territorio: i servizi infatti sono presenti solo nel 3% dei comuni italiani, per la maggior parte del Nord (circa il 57%): per il car sharing, il Rapporto parla di 25 operatori attivi in 23 città e 2 milioni di iscritti, con il 27% del parco circolante complessivo rappresentato da veicoli elettrici.
Infine, i dati di Isfort sull’incidentalità stradale: 1,5% in meno di sinistri nel 2018 rispetto all’anno precedente (quasi 3 incidenti su 4 avvengono su tratti urbani), con un calo anche dei feriti (-1,7%) mentre i decessi sono stati 3.325.