Dopo il pressing sulla Banca europea per gli investimenti perché smettesse di investire in progetti legati alle fonti fossili, anche le politiche della Banca centrale europea finiscono nel mirino degli ambientalisti. Un gruppo di organizzazioni tra cui Finance Watch e Fondazione Finanza Etica, insieme a una sessantina di docenti ed esperti – c’è anche la firma di Enrico Giovannini, ex presidente Istat e numero uno di Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile – ha inviato alla neo-presidente Christine Lagarde una lettera aperta in cui chiede che “senza ulteriore ritardo” l’Eurotower “si impegni a eliminare gradualmente gli asset ad alta intensità di carbonio dal suo portafoglio, partendo immediatamente con quelli legati al carbone”.
“E’ stato stimato che senza sforzi di mitigazione, i rischi collegati al cambiamento climatico potrebbero causare perdite fino a 24 miliardi di dollari sul valore delle attività finanziarie globali”, si legge nella lettera, che sottolinea: “Non possiamo aspettare anni per studiare i rischi finanziari a lungo termine. Le banche centrali devono usare tutti gli strumenti a loro disposizione per prevenirli in modo proattivo”.
Intanto il Financial Times nel suo articolo d’apertura dell’edizione europea ricorda che Lagarde per prima “spinge perché il cambiamento climatico sia parte di una revisione strategica dell’obiettivo della Bce, guidando la spinta globale a rendere l’ambiente una parte essenziale delle decisioni di politica monetaria”. Il piano, spiega il Ft, “sottolinea l’obiettivo dichiarato dalla stessa Lagarde di rendere il cambiamento climatico una missione prioritaria”. Nel frattempo, anche la nuova Commissione Ue svelerà nei prossimi giorni il suo primo pacchetto sul clima. Spingendo sul tema, però, la Lagarde “rischia di creare un conflitto” con alcuni banchieri centrali, tra cui il tedesco Jens Weidmann, che sostengono sia una questione che riguarda i governi e non la Bce. La Fed ha infatti deciso di tenersi alla larga dalla questione, e così anche la Banca d’Inghilterra. Sostegno alla Lagarde arriva invece dal governatore della Banca di Francia, Villeroy de Galhau.