Società

Black Friday, ecco come si casca nella ‘centrifuga’ di Amazon

Vorrei avere una candid camera per seguire uno dei galoppini Amazon, uno di quelli che guadagnano pochi euro all’ora mentre Jeff Bezos, il suo geniale inventore, dice di reinvestire molto delle sue ricchezze in attività filantropiche. La sua filosofia è di aiutare “Here and Now”. Mi chiedo quale siano le sue priorità, Mr. Bezos.

Cominci intanto a pagare le tasse, come tutti noi. Leggo che la sua creatura solo in America non ha pagato tasse federali su 11,2 miliardi di dollari di utili nel 2018. E proprio non capisco perché i governi di mezzo mondo continuino a beneficiarla in questione fiscali. E se la deve ridere parecchio all’idea di quanto cretini e incapaci siano i governanti di mezzo mondo che la lasciano evadere.

Il suo divorzio miliardario non l’ha certo lasciato sul lastrico. Il 4% delle azioni Amazon che ha girato alla sua ex hanno un valore complessivo di 36 miliardi di dollari facendo di Sua Moglietà la quarta donna più ricca del mondo. A lei invece lo scettro dell’uomo più ricco del mondo.

Io di certo Bezos non l’ho arricchito. Anzi per me era quasi un motivo di vanto: non ordino nulla su Amazon. Né libri (mi piace annusarli dal libraio), né tantomeno elettrodomestici. Mi lascio convincere da un’amica: “Suddai, prova è una fikata”. Si è rotta la lavatrice, urge una sostituta. Insieme all’amica (lei fa parte dell’esercito globale di oltre cento milioni di abbonati al servizio) scegliamo il modello con tutte le garanzie (Classe A con due più, protezioni 3 anni per un guasto, servizio d’installazione, allacciamento…). Manca solo la garanzia anti-fregatura Amazon.
Data della consegna prevista da 13 novembre o giù di lì… Arriva il 18, rotta, graffiata, sudicia. La portiera mi telefona, sospetta che si stratta addirittura di un “second hand” rifilato: “Lo stesso fattorino mi consiglia di spedirla indietro, ne consegnerà un’altra a breve”.

L’ordine era partito il 9 novembre, fulminei l’11 novembre mi hanno già restituito 269 euro sulla carta di credito.
Ad oggi né sono stati ri/accredidati i soldi, né è arrivata una nuova lavatrice, né contattata dall’ufficio clienti.

Considero la lavatrice un bene di prima necessità. Sopratutto con dei figli teenager che cambiano mutande e calzini come fossero kleneex.
En attendant che l’ordine, fra Black Friday e il Natale alle porte, giunga a buon fine, i panni vengo a lavarli da lei, Mr. Bezos?

P.S. Nel 2018, scrive il Sole 24 ore, Amazon ha guidato lo sprint finale delle trimestrali dell’hi-tech americano: il gigante dell’e-commerce e del web ha sbalordito Wall Street più che raddoppiando gli utili a 1,6 miliardi di dollari, esito di continua crescita, di disciplina nei costi e del redditizio successo della sua scommessa sul cloud. L’accelerazione del fatturato non è stato da meno: è aumentato del 42,8% a 51 miliardi – il balzo maggiore registrato in oltre cinque anni.

Allora, le paghiamo un po’ di tasse? O miglioriamo il servizio di consegna… Meglio sarebbe fare entrambi.

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