Musica

Carl Brave e Frah Quintale a FqMagazine: “La musica può salvare le persone dalla strada. La nuova trap? Sono ragazzini geniali e più svegli di noi”

I due amici si sono trasformati in agguerriti avversari, per una notte, al Palapartenope di Napoli (sold out) per il debutto del nuovo format Live Red Bull Soundclash. Su due palchi opposti, i due musicisti, si sono scambiati le canzoni, hanno creato session musicali uniche. Ospiti speciali a supporto dei due artisti: Shablo, Francesca Michielin, Max Gazzè, Coez e Mahmood

di Andrea Conti

Frah Quintale – una delle rivelazioni della nuova scena musicale con il suo street pop tra rap, indie e cantautorato – ha vinto la prima edizione del Red Bull Soundclash, battendo così l’antagonista Carl Brave. Sui due palchi del Palapartenope di Napoli (sold out), posti alle estremità del parterre Frah Quintale e Carl Bravi con le loro rispettive band, si sono dati battaglia sabato scorso per oltre 2 ore di show, condotto dalla disc jockey Ema Stokholma.

Frah Quintale ha inaugurato la serata, cantando in sequenza unica l’ultimo singolo “Farmacia”, “Si Ah”, “Colpa Del Vino”, “Missili” e “Cratere”. Carl Brave con la sua band ha proposto “Pub Crawl”, “Merci”, “Sempre in due”, “Noccioline” e “Pellaria”. Poi è partita la sfida in quattro round. Nel primo, entrambi gli artisti, si sono sfidati nella reinterpretazione di una cover, la hit mondiale di Domenico Modugno “Nel blu dipinto di blu”. Carl Brave ha sorpreso con l’arrangiamento reggae e ska, mentre Frah Quintale ha risposto con una inaspettata versione soul, sempre accompagnato dalla sua band. Il secondo round è stato il “Take Over”, dove i due sfidanti hanno iniziato una canzone terminata dall’avversario. Frah Quintale ha cantato “Hai Visto Mai”, poi Carl Brave “Fotografia” e “Gli Occhi” per chiudere con “Spunte Blu”. La terza fase della sfida è stata la “Clash”, dove gli artisti hanno riarrangiato tre propri successi in generi diversi: blues, reggaeton e dance. Carl Brave ha cantato “Camel Blu”, “Malibu” e “Vita”, mentre Frah Quintale “8 miliardi di persone”, “Floppino” e “Gravità”.

Grande attesa per l’ultima sfida denominata “Wild Card”, la carta degli ospiti top secret. Carl Brave ha portato sul palco Shablo (“Non ci sto), Francesca Michielin in duetto per “Fotografia”. La cantautrice poi ha proposto il suo ultimo singolo “Cheyenne”. Infine è salito e Max Gazzè (“Posso”). La risposta di Frah Quintale ha visto come ospite a sorpresa Coez con il quale ha cantato “Nei treni la notte”, “Faccio un casino” e Mahmood con “2%” e il brano che ha trionfato al Festival di Sanremo 2020 “Soldi”. Dopo la proclamazione, a suon di applausi del pubblico presente, di Frah Quintale, i due artisti si sono ritrovati sullo stesso palco per cantare insieme “Chapeau”, canzone di Carl Brave in duetto proprio con Quintale, contenuta nel doppio disco di platino “Notti Brave”, uscito nel 2018.

Abbiamo incontrato entrambi gli artisti per qualche riflessione sull’importanza di un evento del genere a Napoli, una delle città più importanti del Sud, che versa sempre in una condizione difficile. “È bello che alla gente che è venuta – spiega Frah Quintale a FqMagazine – sia arrivata la missione della musica. Ossia quella di aiutare le persone in difficoltà. Spesso mi fermano per strada, dicendomi che la mia musica è stata aiuto. Ed è vero, perché spesso le canzoni non solo una colonna sonora, ma fanno compagnia, fanno riflettere, crescere e aiuta nei momenti difficili. Se possiamo dare una mezza scossa alle persone, io ci sono sempre. Come in questo caso. L’altro giorno in radio mi è arrivato il messaggio da un ragazza: ‘Siete un aiuto, il nostro faro’. Se in un periodo storico così buio, facciamo questo effetto, sono ben contento di mandare un messaggio così per risvegliare i sentimenti di chi mi ascolta, come fossi un fratello maggiore”.

“La musica rappresenta uno spazio pulito, incontaminato – interviene Carl Brave – dove possiamo inserire tutta la gente, togliendola dalla strada. Se a loro diamo qualche oretta di leggerezza e spensieratezza, regalando anche la felicità di tornare a casa contenti per la serata trascorsa, ecco allora sono felice. Questa città è da rispettare, ha una cultura musicale che non ha eguali in tutta Italia”.

Sia Carl Brave che Frah Quintale sono coetanei, hanno 30 anni, con un percorso musicale simile e il successo arrivato in “tarda” età. Ma la scena del rap e della trap sembra sia stata presa in mano da giovanissimi, come ad esempio Thasupreme che a soli 18 anni con il primo album “23 6451”, sta monopolizzando le classifiche di vendita e Spotify con numeri da capogiro. L’album “23 6451” è il più ascoltato di sempre in Italia su Spotify nella prima settimana, con 59.533.687 stream.

“Secondo me, questi ragazzi sono più svegli di noi, – afferma Frah Quintale -, hanno più di dieci anni meno di me. Mi sono ritrovato a fare con loro delle session in studio, anche per cazzeggio. Mi hanno colpito per il loro approccio diverso, nuovo, sono più veloci e capiscono in fretta le cose. Ritengo però che tutto quello che li circonda sia dettato un po’ troppo dalla fretta. C’è tanto sensazionalismo per questi giovani di 16 e 17 anni, che fanno cose fighe, spontanee e con un orecchio nuovo. Ma è un’arma a doppio taglio, perché con tutto questo successo sono messi nelle condizioni, è vero, di lavorare con le major, ma devono anche rendere conto ai numeri con la pressione che ne consegue. Io ho avuto il mio primo vero riscontro con la musica a 28 anni, ho iniziato a 14 anni con risultati zero e non solo di numeri, date e soldi. Però posso dire, oggi, di essere fortunato perché so quando e come dire no alle cose che non mi convincono. Scelta che magari penso sia difficile possa accadere ad un ragazzino, che in pochissimo tempo ha avuto successo. Per questo auspico che ci sia sempre la sana gavetta”.

Premetto che per me Thasupreme è davvero un genio e mi piacerebbe collaborare con lui – conclude Carl Brave -. Però il suo punto di forza non sono i testi, incomprensibili ad un target di over 25 anni, ma popolarissimi tra chi ha tra i 10 e i 20 anni, sono la produzione e le musiche. È l’unico che ha scavallato tutti i generi e si è inventato una cosa nuova, rimanendo nella trap, rifacendo sue le intuizioni e creando melodie, mai sentite in nessun posto nel mondo. Ritengo sia davvero l’unico, ad oggi, che può andare in America con i suoi suoni ed avere successo”.

Infine una piccola curiosità sul prossimo cast del Festival di Sanremo 2020, se Frah Quintale lo esclude a priori (“non è il mio mondo e non è nelle mie intenzioni”), Carl Brave si trincera dietro un “questo non è l’anno giusto, non ho la canzone giusta, che mi piaccia particolarmente da poter portare al Festival. E in ogni caso non porterei assolutamente un ballad sanremese, la vittoria di Mahmood ha creato finalmente uno spartiacque importante”.

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