Uccidere Daphne Caruana Galizia è costato centocinquantamila euro. Avrebbe pagato tanto Yorgen Fenech, il re dei casinò e amministratore delegato della holding Tumas Group, accusato di essere il mandato dell’omicidio della giornalista. Bloccato mentre cercava di fuggire da Malta con il suo yacht, Fenech è accusato di aver pagato all’intermediario Melvin Theuma, il tassista-usuraio il cui arresto ha dato la svolta decisiva alle indagini sull’omicidio della giornalista. Fenech era direttore generale della centrale termoelettrica dell’isola, la cui costruzione e gestione, compreso il contratto di fornitura di gas azero, è stato al centro di un’inchiesta di Caruana Galizia.
Le indagini – Caruana Galizia fu assassinata il 16 ottobre 2017 con una autobomba confezionata, piazzata sulla sua automobili e fatta esplodere dai tre killer: Vince Muscat ed i fratelli Vince e George Degiorgio arrestati già a dicembre, meno di due mesi dopo. La cifra, secondo “molteplici fonti giudiziarie” citate dal Times of Malta, è emersa tanto nelle registrazioni presentate da Theuma, ma anche in separati interrogatori dello stesso Theuma e di Fenech. Le fonti riportano anche che, secondo la versione di Theuma, fu l’imprenditore a commissionare l’omicidio e a consegnare fisicamente 150mila euro a Theuma per i tre sicari. Il mediatore dell’omicidio ha ottenuto la grazia ed il condono tombale per la sua collaborazione: domani testimonierà per la prima volta in tribunale)
Parlamento Ue a Malta – Dopo i recenti sviluppi sull’assassinio di Caruana Galizia la Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo ha deciso di inviare una missione urgente per esaminare lo stato di diritto a Malta. Il Parlamento discuterà della situazione a Malta nella plenaria di dicembre, dice l’eurodeputato dei Verdi Sven Giegold, che aveva partecipato alla precedente missione del Parlamento europeo a Malta subito dopo l’omicidio della giornalista.
“Muscat conosceva i sospetti degli inquirenti”- L’assassinio della giornalista, infatti, è arrivato a lambire i più alti livelli di governo dell’isola. Il primo ministro maltese, Joseph Muscat, era a conoscenza da tempo dei sospetti degli inquirenti sul caso Caruana nei confronti di Fenech. Lo era perché firmò un ordine speciale che autorizzava le intercettazioni dei telefoni dell’allora ad della holding Tumas Group nonché direttore generale della centrale termoelettrica dell’isola, a riferirlo sono Malta Today e il Times of Malta, quest’ultimo – citando “molteplici fonti” – specifica che Muscat firmò l’ordine a favore dei servizi di sicurezza maltesi (Mss) ben 15 mesi fa e che nel frattempo è stato costantemente aggiornato sullo stato dell’inchiesta. Malta Today aggiunge che l’ormai ex capo di gabinetto, Keith Schembri, era presente alla riunione tra i responsabili del Mss ed il premier. Il parlamentare olandese Pieter Omtzigt, relatore sul caso Caruana per il Consiglio d’Europa, ha scritto una serie di Twitter osservando che la notizia sul ruolo di Muscat nelle indagini “solleva ancora più gravi preoccupazioni“.
Le dimissioni al vertice del governo – L’ormai ex capo di gabinetto del primo ministro maltese Schembri ha lasciato l’incarico due giorni fa. Secondo alcune fonti giudiziarie è stato Fenech a tirarlo in ballo. L’imprenditore ha chiesto il condono tombale in cambio di informazioni che incriminerebbero Schembri non solo per l’omicidio Caruana ma anche per altri casi di corruzione. Stando ai tabulati telefonici, i due erano in frequente contatto ed il re dei casinò avrebbe confessato che il suo medico personale era anche il suo anello di congiunzione con lo stesso Schembri. Nelle scorse ore è emerso che Fenech parlò al telefono direttamente con Schembri poche ore prima di tentare la fuga all’alba con lo yacht di famiglia.
Il futuro del governo – Schembri non è stato l’unico a dimettersi, visto che ha lasciato l’incarico anche il ministro del Turismo Konrad Mizzi mentre il titolare delle Finanze Chris Cardona, che sabato era stato interrogato dalla polizia, si è autosospeso dal suo incarico. Alla luce degli sviluppi delle indagini, solo il 6% delle persone che hanno risposto ad un sondaggio del Times of Malta vuole che il premier laburista Muscat porti alla scadenza naturale del 2022 il suo mandato quinquennale. Muscat, diventato premier vincendo le elezioni nel 2013 a 39 anni, lo ha rinnovato nel 2017 trionfando con oltre il 55% nelle elezioni anticipate da lui stesso convocate dopo le prime rivelazioni della giornalista. Nel sondaggio del quotidiano, il 53% ha indicato che vorrebbe che “finalmente si dimettesse” ed un altro 41% ha auspicato che “resti finché non saranno incriminati i o il mandante” dell’assassinio della giornalista. Secondo fonti di partito riportate dal Malta Independent, il premier domenica scorsa avrebbe avuto intenzione di dimettersi ma sarebbe stato convinto a restare grazie all’intervento di due maggiorenti del Labour, dove però sarebbe già partita la corsa alla successione con tre candidati principali: la deputata Miriam Dalli, considerata favorita, l’attuale vicepremier Chris Fearne, ed il ministro dei trasporti, Ian Borg.
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Caruana Galizia, uccidere la giornalista costò 150mila euro. Parlamento Ue in missione per esaminare lo stato di diritto a Malta
La cifra, secondo "molteplici fonti giudiziarie" citate dal Times of Malta, è emersa tanto nelle registrazioni presentate da Theuma, l'intermediario che ha collaborato dando una svolta alle indagini. Le fonti riportano anche che, secondo la versione di Theuma, fu l’imprenditore Fenech commissionò l’omicidio e consegnò fisicamente 150mila euro a Theuma per i tre sicari che uccisero la giornalista
Uccidere Daphne Caruana Galizia è costato centocinquantamila euro. Avrebbe pagato tanto Yorgen Fenech, il re dei casinò e amministratore delegato della holding Tumas Group, accusato di essere il mandato dell’omicidio della giornalista. Bloccato mentre cercava di fuggire da Malta con il suo yacht, Fenech è accusato di aver pagato all’intermediario Melvin Theuma, il tassista-usuraio il cui arresto ha dato la svolta decisiva alle indagini sull’omicidio della giornalista. Fenech era direttore generale della centrale termoelettrica dell’isola, la cui costruzione e gestione, compreso il contratto di fornitura di gas azero, è stato al centro di un’inchiesta di Caruana Galizia.
Le indagini – Caruana Galizia fu assassinata il 16 ottobre 2017 con una autobomba confezionata, piazzata sulla sua automobili e fatta esplodere dai tre killer: Vince Muscat ed i fratelli Vince e George Degiorgio arrestati già a dicembre, meno di due mesi dopo. La cifra, secondo “molteplici fonti giudiziarie” citate dal Times of Malta, è emersa tanto nelle registrazioni presentate da Theuma, ma anche in separati interrogatori dello stesso Theuma e di Fenech. Le fonti riportano anche che, secondo la versione di Theuma, fu l’imprenditore a commissionare l’omicidio e a consegnare fisicamente 150mila euro a Theuma per i tre sicari. Il mediatore dell’omicidio ha ottenuto la grazia ed il condono tombale per la sua collaborazione: domani testimonierà per la prima volta in tribunale)
Parlamento Ue a Malta – Dopo i recenti sviluppi sull’assassinio di Caruana Galizia la Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo ha deciso di inviare una missione urgente per esaminare lo stato di diritto a Malta. Il Parlamento discuterà della situazione a Malta nella plenaria di dicembre, dice l’eurodeputato dei Verdi Sven Giegold, che aveva partecipato alla precedente missione del Parlamento europeo a Malta subito dopo l’omicidio della giornalista.
“Muscat conosceva i sospetti degli inquirenti”- L’assassinio della giornalista, infatti, è arrivato a lambire i più alti livelli di governo dell’isola. Il primo ministro maltese, Joseph Muscat, era a conoscenza da tempo dei sospetti degli inquirenti sul caso Caruana nei confronti di Fenech. Lo era perché firmò un ordine speciale che autorizzava le intercettazioni dei telefoni dell’allora ad della holding Tumas Group nonché direttore generale della centrale termoelettrica dell’isola, a riferirlo sono Malta Today e il Times of Malta, quest’ultimo – citando “molteplici fonti” – specifica che Muscat firmò l’ordine a favore dei servizi di sicurezza maltesi (Mss) ben 15 mesi fa e che nel frattempo è stato costantemente aggiornato sullo stato dell’inchiesta. Malta Today aggiunge che l’ormai ex capo di gabinetto, Keith Schembri, era presente alla riunione tra i responsabili del Mss ed il premier. Il parlamentare olandese Pieter Omtzigt, relatore sul caso Caruana per il Consiglio d’Europa, ha scritto una serie di Twitter osservando che la notizia sul ruolo di Muscat nelle indagini “solleva ancora più gravi preoccupazioni“.
Le dimissioni al vertice del governo – L’ormai ex capo di gabinetto del primo ministro maltese Schembri ha lasciato l’incarico due giorni fa. Secondo alcune fonti giudiziarie è stato Fenech a tirarlo in ballo. L’imprenditore ha chiesto il condono tombale in cambio di informazioni che incriminerebbero Schembri non solo per l’omicidio Caruana ma anche per altri casi di corruzione. Stando ai tabulati telefonici, i due erano in frequente contatto ed il re dei casinò avrebbe confessato che il suo medico personale era anche il suo anello di congiunzione con lo stesso Schembri. Nelle scorse ore è emerso che Fenech parlò al telefono direttamente con Schembri poche ore prima di tentare la fuga all’alba con lo yacht di famiglia.
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Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Grazie Fulco per aver insegnato a intere generazioni la cura e la conservazione della natura. Fondatore del WWF, parlamentare, sempre attento a portare fuori dai recinti l'ambientalismo convinto che doveva vivere soprattutto nella società e nei comportamenti individuali e collettivo per cambiare anche la politica. In un mondo in grave crisi climatica la Sua saggezza e conoscenza divulgativa ci mancherà molto". Lo dice Paolo Cento, già parlamentare dei Verdi e direttore della rivista ambientalista 'Articolo 9'.
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Giorgia Meloni non ha nulla da dire sulle parole dell’inviato speciale di Trump?". Lo scrive sui social al deputato di Iv Maria Elena Boschi, rilanciando il colloquio di Paolo Zampolli con il Foglio.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - A sedici anni dall'ultima presenza di un Capo dello Stato, in quel caso Giorgio Napolitano, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, torna in Giappone per una visita ufficiale in programma da lunedì 3 a domenica 9 marzo. Un appuntamento che suggella una fase di svolta nei rapporti tra l'Italia e il Paese del Sol Levante, visto che l'entrata in vigore nel 2023 del Partenariato strategico e il successivo Piano di azione siglato tra i rispettivi Governi l'estate scorsa in occasione del G7 a Borgo Egnazia segnano l'avvio di un rapporto caratterizzato da un nuovo dinamismo, che si preannuncia foriero di conseguenze positive e di prospettive da esplorare, che vanno ad inserirsi in una già collaudata comunanza di vedute e di interessi sul piano politico ed economico.
Basti pensare all'attenzione sempre crescente dell'Italia per le problematiche del Sud-est asiatico, con l'intensificazione di un dialogo a livello Nato e tra Unione europea e Giappone, per il quale il partenariato con gli Stati Uniti rappresenta un pilastro fondamentale, anche per la stabilità dell'Indo-pacifico. Con la necessità per il Paese del Sol Levante di trovare un equilibrio nei rapporti con la Cina, tra tensioni di carattere geopolitico da governare e interessi commerciali da salvaguardare.
Le circa 150 nostre aziende che operano in Giappone e le circa 380 giapponesi che sono nel nostro Paese, il Business-Forum in programma a Roma il prossimo 13 maggio, con la partecipazione di circa 200 imprese nipponiche e italiane, sono invece la dimostrazione di quanto sia rilevante e in crescita la partnership economica, che oltre alla presenza italiana nei tradizionali settori del design, della moda e dell'agroalimentare vede aumentare la collaborazione sul piano industriale e tecnologico. Si inserisce proprio in questo contesto il progetto Gcap per il caccia di sesta generazione basato sulla collaborazione tra Italia, Giappone e Regno Unito.
Si svilupperà quindi lungo questa direttrice il programma della visita di Mattarella, con impegni di carattere istituzionale, economico e culturale. Lunedì 3 marzo alle 19 ora locale (8 ore avanti il fuso orario rispetto all'Italia dove quindi saranno le 11), il Capo dello Stato vedrà a Tokyo la comunità italiana. Poi martedì l'incontro con l'imperatore Naruhito e l'imperatrice Masako e i colloqui con gli speaker, rispettivamente, della Camera dei Rappresentanti e della Camera dei Consiglieri. Quindi il concerto del tenore Vittorio Grigolo, offerto dall'Italia alla presenza dei rappresentanti della Casa imperiale.
Mercoledì 5 alle 11 (le 3 di notte in Italia) è previsto un confronto del presidente della Repubblica con rappresentanti della Confindustria giapponese ed esponenti dell'imprenditoria italiana, mentre alle 18 Mattarella vedrà il premier giapponese, Shigeru Ishiba.
Nelle giornate di giovedì e venerdì il Capo dello Stato sarà invece a Kyoto, dove sono in programma appuntamenti di carattere artistico e culturale e l'incontro con i nostri connazionali. Particolarmente significativa, anche per i risvolti legati alla attuale e delicata situazione internazionale, l'ultima tappa a Hiroshima, prevista sabato 8 marzo, con la visita al Museo della Pace e l'incontro con l'Associazione dei sopravvissuti ai bombardamenti nucleari e con l'organizzazione Nihon Hidankyo, impegnata per l'abolizione delle armi nucleari e insignita lo scorso anno del Premio Nobel per la pace. Domenica 9 il rientro a Roma.
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Mentre la vigilanza resta bloccata dal ricatto della maggioranza, gli ascolti della Rai continuano a precipitare, soprattutto nel settore dell’informazione, dove assistiamo a una vera e propria desertificazione. Un tempo i programmi di approfondimento erano punti di riferimento, oggi vengono sistematicamente penalizzati da scelte di palinsesto incomprensibili". Lo dicono i parlamentari del M5s della commissione di Vigilanza Rai.
"Un esempio? Fiction di grande successo, capaci di catalizzare milioni di spettatori, vengono mandate in onda in diretta concorrenza con trasmissioni storiche d’informazione. È successo con Rocco Schiavone contro Chi l’ha visto?, e si ripete con Imma Tataranni opposta a Report -proseguono-. Chi ha interesse a sabotare l’informazione di qualità? Come se non bastasse, la Rai autorizza con leggerezza la partecipazione di suoi volti di punta sulle reti concorrenti, depotenziando i propri programmi".
"Domani sera, Stefano De Martino sarà ospite di Fabio Fazio: un conduttore che già raccoglie ottimi ascolti, ha bisogno di fare promozione sul Nove? Ma a chi serve davvero questa ospitata, a De Martino o a Fazio? È solo una coincidenza che entrambi abbiano lo stesso agente? Di certo, non si può pensare di premiare chi è responsabile di tutto questo affidandogli la supergestione dei palinsesti. Per salvare la Rai serve competenza, non amichettismo", concludono gli esponenti M5s.
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Tra l’invasore Putin e il bullo Trump, noi stiamo con Zelensky, con l’Ucraina e con l’Unione europea, ormai unico argine al neocolonialismo e al neo imperialismo di Usa e Russia. Per questo +Europa parteciperà alle piazze per l’Ucraina che si stanno organizzando in tutta Italia, comprese quelle di oggi a Milano davanti al consolato USA e di domani in piazza dei Mercanti, così come a Roma in Piazza Santi Apostoli sempre domani. Non possiamo più stare a guardare. È il momento che tutti coloro che credono nell’Europa Unita e nella democrazia si schierino dalla parte di Kiev, dell’Europa, dei diritti e della libertà”. Lo annuncia il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Apprezzabile la manifestazione in favore dell’Ucraina, domani pomeriggio. Ridicolo però che venga da Carlo Calenda, che ha distrutto il progetto Stati Uniti d’Europa non aderendo alla lista e regalando posti al parlamento europeo ai sovranisti filo Putin". Lo scrive sui social il senatore di Iv Ivan Scalfarotto.
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Le immagini di ieri dallo Studio ovale hanno sconvolto il mondo. Siamo in una situazione internazionale senza precedenti e il comunicato della premier Meloni, giunto ben ultimo dopo altri leader europei, non fa chiarezza sulla posizione dell’Italia". Lo dicono Chiara Braga e Francesco Boccia, capigruppo Pd alla Camera e al Senato.
"Meloni deve spiegare al paese se ha intenzione di abbandonare l’Ucraina al suo destino, se pensa di distinguersi dal resto dell’Europa e come intende rispondere all’arroganza degli Stati Uniti e di Trump. Non può continuare a nascondersi e a scansare la questione di fondo: dove colloca l’Italia nel mondo in questo drammatico frangente. Basta video e comunicazioni tardive, venga in Parlamento già prima del vertice europeo straordinario del 6 marzo", aggiungono Braga e Boccia.