La donna era originaria di Treviso e si era trasferita a Capo Verde, nella città di Sal Rei a Boavista, circa un anno e mezzo fa. Intervistato a Treviso dal “Gazzettino”, Filippo, il figlio della donna ha detto: “La persona che è sotto interrogatorio in commissariato era conosciuto da tutti. Un violento, già allontanato dall'Italia e considerato pericoloso anche là”
Una cinquantenne italiana, originaria di Treviso, è stata uccisa a Capo Verde, nella sua casa che faceva parte del B&B A Paz. E’ stata massacrata di botte e gettata in una cisterna per l’acqua dove il corpo è stato ritrovato. Si tratta di Marilena Corrò, 52 anni, trasferitasi circa un anno fa sull’isola africana, dove abitava a Sal Rei a Boavista. Nel capoluogo trevigiano aveva gestito per una quindicina di anni un B&B in centro storico, la Maion Maggy. I vicini di casa hanno sentito delle urla provenire dal residence e hanno chiamato la polizia. Gli agenti sono arrivati troppo tardi, quando l’omicidio si era già consumato.
Il corpo di Marilena Corrò era all’interno di un serbatoio pieno d’acqua. Secondo le prime indiscrezioni, sembrava che la donna fosse stata uccisa a martellate e poi nascosta nella vasca. Ma il delegato locale del Consolato italiano di Capo Verde, Claudio Morlin, ha però escluso il particolare delle martellate. La polizia ha interrogato a lungo un italiano di circa 45 anni, anch’egli proveniente da Treviso. Si sospetta che l’autore dell’omicidio possa essere proprio lui. Avrebbe picchiato violentemente la donna fino ad ucciderla. I motivi potrebbero essere di natura economica, visto che l’uomo, oltre ad essere un istruttore di kick boxing, è il gestore del B&B che era stato avviato una quindicina di anni fa dal padre di Marilena, Luciano Corrò.
Intervistato a Treviso dal “Gazzettino”, Filippo, il figlio della donna ha detto: “Me l’hanno uccisa. La persona che è sotto interrogatorio in commissariato era conosciuto da tutti. Un violento, già allontanato dall’Italia e considerato pericoloso anche là”. Tocca ad un giudice locale decidere se emettere un provvedimento di fermo. Marilena Corrò aveva deciso di lasciare il nostro paese per Capo Verde dove abita il padre e aveva lasciato a Treviso i figli, Filippo che è impegnato in una attività lavorativa e una ragazza che frequenta il liceo classico. Aveva cercato di ricominciare una nuova vita. “Ho sentito mamma alcuni giorni fa. – ha raccontato Filippo – Mi spiegava le difficoltà del lavoro, non era facile far quadrare i conti del residence. A volte doveva accettare gli ospiti che capitavano”.
I giornali locali “Terra Nova” e “Santiago Magazine” hanno dato ampio risalto alla notizia dell’assassinio dell’italiana. E hanno indicato il movente in un litigio per una questione di debiti, spiegando chi è l’italiano sospettato: “Ha una scuola di kick-box a Sal-Rei e vive a Boa Vista da circa dieci anni. Nella sua storia personale ci sarebbero diversi casi di aggressione. Una volta ha aggredito un altro italiano ed è finito in prigione. In un’altra occasione, un cittadino della Guinea”. Scarsamente credibile viene ritenuta l’ipotesi di un omicidio a scopo di rapina.
Negli ultimi anni si sono verificati a Capo Verde altri episodi di violenza con vittime italiane. Nel 2017 due giovani locali confessarono di aver ucciso per motivi passionali Dalia Saiani di 33 anni e Giorgia Busato di 28 anni. Uno di loro era l’ex fidanzato di Dalia. Lo scorso maggio è morto dissanguato nella sua casa su una delle isole dell’arcipelago il cooperante fiorentino David Solazzo, di 31 anni. Le autorità parlarono di un incidente domestico, ma i familiari sostengono che si sia trattato di un omicidio.