Resta ricoverato in rianimazione all’ospedale di Frosinone, Guglielmo Mollicone, il padre di Serena, la studentessa di Arce uccisa nei primi giorni di giugno 2001 e il cui corpo fu ritrovato abbandonato tra i rifiuti in un bosco dell’Anitrella. L’uomo, che si è sentito male all’alba di mercoledì, è stato operato per un infarto: le sue condizioni, a quanto pare, sarebbero molto delicate ma stazionarie e la prognosi resta riservata.
Il malore di Mollicone, 71 anni, è arrivato a pochi giorni dall’apertura del processo – subito rinviato a causa di un difetto di notifica –per i 5 indagati per l’omicidio di sua figlia Serena, vale a dire l’ex maresciallo dei carabinieri di Arce Franco Mottola, la moglie, il figlio Marco, e altri due carabinieri. L’udienza preliminare è stata rinviata al 15 gennaio, quando il gup di Cassino dovrà decidere se procedere con il rinvio a giudizio o no.
Dal giorno della scomparsa di sua figlia Guglielmo Mollicone non ha mai risparmiato energie per cercare di arrivare alla verità. Proprio pochi giorni fa in vista dell’udienza preliminare il padre di Serena si diceva fiducioso e sereno. “Credo nel lavoro svolto in questi anni dalla magistratura inquirente e credo nella giustizia”, aveva detto l’uomo. Per la Procura di Cassino la giovane morì dopo essere stata spinta contro una porta dentro la caserma dei carabinieri di Arce forse dopo un litigio col figlio di Mottola, Marco. La ricostruzione del delitto tratteggiata dalla perizia medico-legale indicò una compatibilità tra lo sfondamento della porta dell’alloggio della caserma dei carabinieri di Arce e la frattura cranica riportata dalla studentessa diciottenne.