Gli infermieri dell'ospedale Bonino Pulejo di Messina hanno scambiato un paziente ricoverato per un ictus per il super latitante di Castelvetrano. I carabinieri del nucleo speciale, su richiesta della Procura, hanno fatto irruzione nella struttura sanitaria e prelevato un campione di Dna del paziente, scoprendo che non si trattava del boss
Hanno scambiato un paziente ricoverato in ospedale per il super latitante Matteo Messina Denaro. Un falso allarme che questa mattina ha fatto scattare misure speciali nell’ospedale Bonino Pulejo di Messina. Il dubbio sulla reale identità dell’uomo è venuto ad alcuni infermieri che hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine dicendo che tra i malati c’era il boss di Cosa Nostra.
A quel punto magistrati e investigatori hanno fatto scattare un blitz: la Procura ha subito inviato i militari del nucleo speciale per prelevare un campione di Dna dall’uomo ricoverato originario di Castelvetrano, in provincia di Trapani, esattamente come il capo mafia ricercato. Intanto nelle struttura sanitaria sono state bloccate le vie d’accesso e di uscita. L’operazione, coordinata dal procuratore Maurizio De Lucia, si è conclusa poco dopo quando si è avuta la certezza che non si trattava di Matteo Messina Denaro.
Solo quindici giorni fa, in un’operazione antimafia della procura di Palermo, era emersa un’intercettazione tra l’ex avvocato Antonio Messina e Giuseppe Fidanzati, figlio del boss dell’Acquasanta, che ricordava di un incontro avvenuto alla stazione di Trapani con “Iddu”, ovvero come sospettano gli inquirenti, con il super latitante. Qualche anno fa invece, nel 2010, si era ipotizzato che Messina Denaro avesse assistito alla partita Palermo-Sampdoria, sugli spalti dello stadio Renzo Barbera a Palermo, città in cui il boss sarebbe andato per partecipare a un summit di mafia.