Il prof dell'università della Calabria correrà come presidente, ma l'obiettivo minimo appare il superamento della soglia di sbarramento dell'8 per cento. "C'è una Calabria onesta, resiliente e positiva che ha bisogno di emergere". La rottura con i dem durante un tavolo con Franceschini: era stato chiesto di non presentare il simbolo
Alla fine sarà Francesco Aiello, professore di politica economica dell’università della Calabria, il candidato del Movimento Cinque Stelle per le Regionali in Calabria. Il docente universitario di Cosenza scioglie la riserva “dopo un’attenta riflessione e con la consapevolezza di affrontare un’intensa, importante e difficile sfida”. Il docente immagina una coalizione di cui i grillini siano solo la forza politica principale attorno alla quale si aggreghino anche movimenti civici: “Mi rivolgo alle migliori forze presenti sul territorio per ritrovarsi intorno ad un progetto comune condiviso da un’ampia alleanza civica. Un progetto che affronti finalmente i problemi che bloccano la Regione Calabria. Ringrazio i parlamentari calabresi e il capo politico del M5s per la fiducia che mi è stata accordata come candidato proveniente dalla società civile”. “Sono fiducioso – aggiunge – che l’entusiasmo degli attivisti del movimento e di quanti vorranno unirsi a questo progetto sarà una fonte preziosa di energia per disegnare, tutti insieme, un percorso nuovo per la Calabria. C’è una Calabria onesta, resiliente e positiva che ha bisogno di emergere e di essere valorizzata, qui e nel Paese. A questa Calabria rivolgo il mio appello”.
Il deputato Cinque Stelle Paolo Parentela, coordinatore della campagna per le regionali, si dice “contento” che Aiello abbia accettato “la nostra proposta di candidatura a governatore della Calabria”. “Ora comincia la nostra campagna elettorale – aggiunge il parlamentare grillino – insieme ai calabresi che chiedono il rinnovamento totale della giunta, del consiglio e degli uffici della Regione. Con la sua competenza ed umanità Aiello è il candidato ideale per condurre questa rivoluzione necessaria, per avvicinare i cittadini alle istituzioni, per dialogare a tutti i livelli, per fermare lo spopolamento e l’inquinamento del territorio e per fornire risposte rapide alle emergenze irrisolte, alle diseguaglianze, ai tanti cittadini abbandonati dai vecchi partiti e costretti a subire ingiustizie e disservizi gravissimi”. “In Calabria c’erano le condizioni per un patto civico e di rinnovamento ma il Movimento 5 Stelle sceglie il ritorno al passato, lavorando di fatto per consegnare la Calabria alla destra sovranista e populista” commentano Nicola Oddati della segreteria nazionale Pd e il commissario del Pd in Calabria Stefano Graziano.
Sfuma, quindi, l’ipotesi di un’alleanza tra M5s e Partito democratico sotto il nome dell’imprenditore Pippo Callipo. Un accordo che, se si fosse materializzato, avrebbe potuto rappresentare un argine al favorito centrodestra, in una campagna elettorale difficile dove l’ostacolo più importante è lo sbarramento all’8 per cento. Anche se il capo politico Luigi Di Maio lo ha negato in tutti i modi, dopo l’appello della settimana scorsa dell’imprenditore vittima della ‘ndrangheta Nino De Masi, le trattative tra grillini e Pd ci sono state. Oggi Aiello è il “candidato ideale” per il deputato Parentela che prima lo ha proposto a Di Maio e poi, in attesa che il professore sciogliesse la riserva, ha tentato di sostituirlo in corsa partecipando, assieme alla parlamentare Anna Laura Orrico, a un incontro con il commissario del Pd calabrese Stefano Graziano e con il responsabile Sud dei dem Nicola Oddati.
Con la benedizione di Franceschini, tutti e quattro martedì sera a Roma hanno tentato di trovare la quadra sul nome di Callipo ma le trattative si sono interrotte quando Parentela ha chiesto al Pd di sostenere l’imprenditore del tonno senza simbolo di partito. Come dire: stiamo assieme ma non lo diciamo. Questioni locali e nazionali si mescolano. Pesa ancora, da lontano, l’effetto dei risultati delle Regionali in Umbria e le difficoltà contestuale all’interno degli stessi Cinquestelle. Ma dal Pd regionale per esempio erano stati garantiti i criteri di trasparenza e legalità nella formazione delle liste della coalizione (con tanto di aspiranti consiglieri depennati dall’elenco). Tuttavia la richiesta di nascondere il simbolo del Pd dietro una lista civica è stata giudicata inaccettabile e ha interrotto il dialogo.
Ora il Partito democratico il quale, adesso, sta valutando di appoggiare un candidato a presidente da scegliere tra figure della società civile. A differenza dei grillini, però, per le regionali in Calabria il Pd sulla carta non dovrebbe avere il problema della soglia di sbarramento dell’8 per cento necessario per entrare in consiglio regionale. Senza la coalizione con M5s, allargata alle liste civiche, infatti, il favorito resta senza dubbio il centrodestra unito, ma il Pd dovrebbe superare lo stesso la soglia. Lo dovrebbe fare anche dopo il “ben servito” al presidente uscente Mario Oliverio che, travolto dalle inchieste giudiziarie, ha radunato le sue truppe e correrà da solo, appoggiato dalla deputata Enza Bruno Bossio e dal marito, l’ex parlamentare Nicola Adamo.
Per il Movimento Cinque Stelle, invece, la situazione è più complicata. È alto, infatti, il rischio di ripetere l’esperienza di cinque anni fa quando non raggiunse nemmeno il 5 per cento e rimase fuori da Palazzo Campanella. Il 26 gennaio potrebbe andare anche non peggio. Questa volta, infatti, i grillini si presentano spaccati. E se una parte di attivisti già pensa di appoggiare la candidatura civica dell’ex direttore della Protezione civile Carlo Tansi, il resto del M5s locale appare dilaniato tra fazioni interne che si sono fatti la guerra. Campo di battaglia è stato proprio il nome di Francesco Aiello contro il quale si è schierata la deputata Dalila Nesci che ha pubblicato un tweet in cui nel 2015 il professore si diceva “pronto a dare una mano a Renzi e a Oliverio” (in sostanza come assessore), dopo che la giunta del Pd era stata investita dall’inchiesta “Rimborsopoli”. “Se il malaffare ha rovinato questo Paese, è l’ipocrisia che uccide la speranza” ha commentato Nesci.