Si parte da Genova e Piacenza, venerdì è il turno di Mantova. Poi sabato a Firenze, Livorno, Ferrara, Cosenza e Napoli. E ancora Milano domenica. Mentre Roma punta a un milione di partecipanti il 4 dicembre. Mattia Santori, il portavoce del movimento delle Sardine bolognesi: "Candidarmi? Se me lo chiedessero, direi di no, mi sono bastate due settimane di vita da simil-politico per capire che non è la mia strada"
“Carissime Sardine, l’onda che abbiamo generato è nella sua fase più potente. A partire da oggi e per tutto il weekend scenderanno in piazza 21 città. Con una sardina in mano e il sorriso sulle labbra”. Così le Sardine sulla loro pagina Facebook hanno annunciato in quali città, dal Nord al Sud Italia, saranno presenti in questo weekend: “Da Taranto a Firenze, dall’Isola della Maddalena alle roccaforti leghiste del Nord, da Napoli a Ferrara. Sono piazze spontanee, una bocca che aspettava di essere interpellata per poter gridare. È ora che tutti facciano una scelta. Perché il tempo di stare a guardare è finito”, si legge ancora su 6000 Sardine.
Giovedì sera si parte con Genova, Verona e Piacenza, mentre venerdì sarà il turno di Mantova. L’attesa più alta è per Firenze e Livorno, in piazza sabato, dove si assapora già il clima pre-elettorale in vista delle Regionali, e a Ferrara, città emiliana che ha giugno ha eletto un sindaco leghista, Alan Fabbri. “Per le sardine che manifesteranno in piazza la porta del Comune è sempre aperta – dice alla vigilia della manifestazione il primo cittadino del Carroccio – Sono disponibile a incontrare gli organizzatori e ad ascoltare idee e proposte”.
Un’attenzione alle prossime elezioni regionali anche in Calabria dove le Sardine si sono date appuntamento sabato a Cosenza. Lo stesso giorno anche a Napoli. Domenica invece sarà il giorno della piazza a Milano. Poi Ravenna il 4 dicembre, il 7 Cagliari, tre giorni più tocca a Torino e il 12 a Forlì. Si punta al record nazionale infine a Roma: il 14 dicembre le sardine della Capitale hanno chiamato a raccolta un milione di partecipanti. E se il numero verrà confermato durante l’evento in piazza San Giovanni, si potrà parlare di un vero salto di qualità.
Intanto Mattia Santori, il portavoce del movimento delle Sardine bolognesi, uno dei quattro ragazzi che ha dato vita alle manifestazioni di piazza, sarà in piazza Maggiore a Bologna il 7 dicembre per la manifestazione del presidente della Regione Stefano Bonaccini. Lo ha spiegato lui stesso, intervistato dall’emittente Radio Città del Capo: “Ci andrò personalmente perché sono curioso di vedere chi dovrebbe rappresentare l’alternativa alla Borgonzoni e a quella parte politica”. Sottolineando che “non siamo un movimento e ognuno sarà libero di fare quello che gli pare”. E poi annuncia un ritorno in piazza: “Ci sarà un bis a Bologna, molto bello e molto creativo, ci stiamo lavorando: c’è tanto da fare, ma non promettiamo le cose prima di averle bene in mente”.
E a chi gli chiede se pensa a una sua carriera in politica Santori risponde così: “Non mi hanno chiesto di candidarmi, non è tra le mie priorità. Se me lo chiedessero, direi di no, mi sono bastate due settimane di vita da simil-politico per capire che non è la mia strada. Così come le Sardine, non avrebbe senso diventare un partito o un movimento politico”. L’intenzione è quella di creare “un anticorpo permanente per quella stabilità sociale che oggi è fratturata per il messaggio e la politica leghista, e non solo”.
“È un momento storico per il futuro delle nostre comunità e della nostra democrazia. Qualcosa che non era mai accaduto in questa generazione”, è il messaggio delle Sardine su Facebook le Sardine. E ancora: “Quest’epoca di divisioni, di aggressività gratuite, di insulti alla persona e al pensiero complesso è durata fin troppo a lungo. Non abbiamo studiato, lavorato, contribuito a rendere le nostre comunità migliori per farci prendere in giro da chi preferisce gli interessi elettorali alla sensibilità delle persone”. La sfida è stata lanciata: “Per tutti coloro che hanno subito violenze fisiche e verbali. Per gli emarginati e per tutte quelle categorie sociali che sono state strumentalizzate per una manciata di voti in più. Per chi si è visto sminuire semplicemente perché ha espresso un’idea di società diversa. Per noi che abbiamo il dovere di metterci il corpo, le mani e il cervello. Da oggi se lo vorremo non saremo più soli, non avremo più paura, torneremo ad essere protagonisti. E a chi vi dice che durerà solo un giorno ditegli che anche a Bologna ci avevano detto lo stesso. Fidatevi di voi stessi. Tornate ad esserci. La piazza vi aspetta, e vi spetta“.