Potrebbe essere emessa il prossimo 10 gennaio la sentenza per del processo per la strage di Bologna in cui è imputato l’ex Nar Gilberto Cavallini. Il presidente della Corte d’assise, Michele Leoni, ha calendarizzato le prossime tappe della discussione. I legali di parte civile parleranno l’11 e il 16 dicembre, e avranno a disposizione anche la mattina del 17. Le arringhe degli avvocati difensori di Cavallini, invece, occuperanno le udienze dell’8 e del 9 gennaio. Fissata anche una udienza per il 10 gennaio, dove probabilmente ci saranno le repliche o la sentenza. Oggi l’accusa ha terminatola requisitoria. “Al di là di ogni ragionevole dubbio, visti gli elementi raccolti, Cavallini è responsabile della strage del 2 agosto in concorso con Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini”. ha detto il pm di Bologna Antonello Gustapane. Ieri il collega Enrico Cieri, ha chiesto di condannare Gilberto Cavallini imputato per concorso in strage all’ergastolo.
Gustapane ha ripercorso l’attività criminale di Cavallini, già condannato ad otto ergastoli, ricordando i delitti commessi prima e dopo la strage, e sottolineando che l’ex Nar “aveva un ruolo apicale nella banda armata con Mambro, Fioravanti e Giuliani”, dove svolgeva anche un ruolo di “collegamento con i vari gruppi neofascisti di derivazione ordinovista, grazie ai rapporti con Pierluigi Concutelli, Massimiliano Fachini, Carlo Digilio e Carlo Maria Maggi”. Gruppi che avevano una “grande disponibilità di esplosivi, dello stesso tipo di quello rinvenuto dagli esperti esplosivisti nella sala d’attesa della stazione di Bologna. Esplosivo di cui Cavallini poteva logicamente servirsi”. Tutti elementi che per l’accusa permettono di ritenere “irrilevante la circostanza che Cavallini fosse più o meno presente alla stazione”, anche perché “lui esce di casa la mattina presto, il 2 agosto, e rientra il primo pomeriggio con Mambro, Fioravanti e Ciavardini, con i quali aveva formato una banda all’interno della quale gli atti terroristici non potevano non essere conosciuti da tutti loro”. Il supporto dato da Cavallini agli altri Nar, per Gustapane “fu consapevole, voluto e determinante per l’attentato alla stazione, in attuazione del programma terroristico della banda che lui stesso aveva elaborato” insieme ai tre.