“Questo per noi finlandesi è davvero un risultato storico. Un sogno che sono felice di avere realizzato. Sono orgoglioso della squadra perché sulla carta sia la Bosnia che la Grecia erano migliori di noi, ma siamo riusciti a fare ciò che nessuno pensava fosse possibile”. Tim Sparv è il capitano della Finlandia che per la prima volta nella sua storia si è qualificata ad una grande competizione, seconda nel girone dietro solo all’Italia dei record di Mancini. Sparv ha 32 anni e gioca in nazionale da dieci. Il capitano di una selezione che ha come allenatore Markku Kanerva, un ex maestro delle elementari, non può essere lo stereotipo del calciatore europeo.
Iscritto all’Università, scrive articoli per un quotidiano finlandese, ha un suo blog e fa l’imprenditore. “Penso sia fondamentale trovare un equilibrio. Il lavoro, nel mio caso il calcio, è importante ma non deve essere l’unica cosa che conta. Quando torno a casa, mi piace fare qualcosa che non abbia nulla a che fare con il pallone: studiare, leggere un libro o scrivere”. Quindi smette dopo Euro 2020, con il contratto con Midtjylland in scadenza? “Il calcio è la cosa più bella al mondo, spero di continuare a giocare per un altro paio d’anni. Il 2020 sarà un anno molto divertente per me con gli Europei e la caccia a un altro trofeo a livello di club. Non voglio smettere, mi diverto troppo”. Con Midtjylland ha già vinto due campionati danesi e una Coppa di Danimarca.
Dopo la vittoria per 3-0 in casa con Liechtenstein (doppietta del bomber Pukki e gol di Tuominen), il popolo finlandese è sceso in piazza a festeggiare come non era mai successo prima per il calcio. Qui lo sport principale è l’hockey su ghiaccio, campione del mondo 2019. Per il prossimo europeo si muoveranno parecchi tifosi, la maggior parte con in testa il copricapo a forma di alce. Sarà divertente vederli per la prima volta in giro durante una competizione importante. La Finlandia si era già avvicinata una volta ad un Europeo, quello del 1980. Nel girone era arrivata ad un punto dalla Grecia, rovinando tutto nelle ultime due partite.
Ancora più beffardo il finale delle qualificazioni per Francia ’98. L’11 ottobre 1997 in vantaggio 1-0 con l’Ungheria si era presa un incredibile gol al 90’. Prima che entrasse in rete la palla era stata toccata da tre diversi giocatori della Finlandia. Jens Berg, il telecronista finlandese di lingua svedese, aveva pronunciato in diretta delle parole rimaste ancora oggi nella testa di chi stava seguendo il match per la tv nazionale: “Caos totale… no, no, no, no… la palla è in rete! Oh popolo infelice, oh povera Finlandia calcistica. Oh Cristo, gli ungheresi ce l’hanno fatta”. Ci sarebbe stato uno spareggio, che l’Ungheria poi perse 1-7 con la Jugoslavia. “All’epoca avevo solo dieci anni – conclude capitan Sparv – non ricordo molto. Ma ho visto le foto e i video della partita, quindi so benissimo come andò. Fu una giornata traumatica nella storia del nostro calcio, qualcosa che è rimasta dentro di noi per molto tempo. Spero che il nostro successo possa aiutare a dimenticare quell’episodio”.