I 19 indagati dell'inchiesta "Ombre Nere" della Dda di Caltanissetta sono stati per 18 mesi intercettati dagli investigatori: questi si dichiaravano pronti a fondare un partito nazista italiano e a pianificare attentati. Uno degli indagati proponeva di ingaggiare uno straniero per il lancio di una molotov contro una sede dell’Anpi in Liguria
È scattato l’arresto per Maurizio Aschieri, 57enne residente a Monza, uno dei 19 indagati dell’operazione “Ombre Nere” sull’estremismo di destra che ha portato ieri ad altrettante perquisizioni su disposizione della Dda di Caltanissetta. All’interno della casa del 57enne sono stati trovati un fucile, una carabina e due revolver. Per diciotto mesi i pm e gli investigatori hanno intercettato i protagonisti dell’inchiesta che si dichiaravano pronti a fondare un partito nazista italiano e a pianificare attentati: uno degli indagati proponeva di ingaggiare uno straniero di nazionalità marocchina per il lancio di una molotov contro una sede dell’Anpi in Liguria, affinché risultasse come unico colpevole. In altre intercettazioni si era fatto cenno anche al gesto del giovane neonazista Stephan Balliet che, vestito con mimetica elmetto e mascherina, aveva attaccato a ottobre una sinagoga in Germania uccidendo due persone.
Le intercettazioni hanno svelato frasi di questo tenore: “Inizieremo addestramenti della Milizia nazionalsocialista e sforneremo soldati pronti a tutto”. E ancora: “Mi sposerei un ebreo soltanto per torturarlo giorno dopo giorno”. Avevano pensato anche al simbolo e ad un programma. Sui social erano molto attivi per reclutare nuovi membri e, nonostante vivessero in città differenti, tra loro erano costantemente in contatto telefonico. L’accusa è di “costituzione e partecipazione ad associazione eversiva e istigazione a delinquere”: tra principi neonazisti e antisemiti gli indagati cercavano in ogni modo di reperire armi ed esplosivo.
Intanto proseguono le indagini dell’antiterrorismo: gli inquirenti stanno cercando di rintracciare i canali di approvvigionamento delle armi. Ad offrire la disponibilità di “canali sicuri e riservati” era un uomo di origini calabresi “esponente di spicco della ‘ndrangheta” che “vantava esperienza militare”, tanto da proporsi come addestratore del gruppo.