Tra un mese entra in vigore la riforma per lo stop dopo il primo grado ma il 3 dicembre alla Camera si vota la legge Costa che ammazza le norme inventate dal guardasigilli. Bonafede: "Dem e berlusconiani insieme? Sarebbe grave". Di Maio: "Se qualcuno vuole votare un provvedimento che ci fa tornare ai tempi berlusconiani spero che non sia qualcuno di maggioranza". Orlando: "Critiche anche dall'Anm"
A un mese dall’entrata in vigore la riforma della prescrizione torna ad animare gli equilibri interni alla maggioranza. Anzi per la verità non ha mai smesso di farlo, praticamente dalla nascita del governo Conte 2. E adesso anche l’Associazione nazionale magistrati ha criticato l’entrata in vigore della riforma, in assenza di nuove leggi per velocizzare il processo penale. Una posizione che il Pd ha rilanciato nell’ormai continua polemica con il Movimento 5 stelle. Dopo una giornata di continui botta e risposta tra Alfonso Bonafede e Andrea Orlando, arriva Nicola Zingaretti a provare a mediare. “Noi diciamo che accanto alla prescrizione bisogna garantire i tempi certi e brevi del processo. Se questo si ottiene noi non facciamo nessun problema. Bisogna solo ascoltarsi che è la cosa più bella che si possa fare fra alleati”, ha detto il segretario del Pd. Parole molto diverse da quelle del suo vice segretario.
Zingaretti prova a mediare – L’ultima dichiarazione di una giornata inaugurata da Luigi Di Maio. “La riforma della prescrizione entra in vigore il primo gennaio, il lavoro è già stato fatto. Ora mi si dice che poteva esserci un blitz in Parlamento per fermare la nostra riforma e se qualcuno vuole votare un provvedimento che ci fa tornare ai tempi berlusconiani spero che non sia qualcuno di maggioranza”, ha assicurato il capo del Movimento 5 stelle, riferendosi alla riunione dei capigruppo di Montecitorio: gli esponenti di Pd e Italia Viva non hanno votato la proposta di far approdare in aula con massima urgenza la legge del berlusconiano Enrico Costa. Ma il 3 dicembre quella legge che ammazza la riforma della prescrizione potrebbero votarla direttamente in aula. E il provvedimento bandiera del Movimento 5 stelle finirebbe nel cestino, insieme a gran parte delle possibilità di sopravvivenza del governo. “Se il Pd dovesse andare in Aula e fare asse con Forza Italia e Lega proprio sulla prescrizione sarebbe un fatto grave, prima di tutto per gli elettori del Pd”, dice il ministro della giustizia, consapevole di dover concedere qualcosa ai dem.
Bonafede: Troveremo un accordo” – Da quasi tre mesi le due parti non trovano l’accordo su un punto: come velocizzare al massimo i processi visto che dal primo gennaio la prescrizione si bloccherà dopo il primo grado di giudizio?”Stiamo lavorando per trovare un accordo sulla prescrizione”, ha ripetuto il guardasigilli, citando in chiave iperpositiva il suo predecessore: “Sono d’accordo con Andrea Orlando che è necessario velocizzare i processi, facciamolo. Ma dopo la sentenza di primo grado lo Stato deve sentirsi obbligato a dare una risposta di giustizia”. Il Pd, infatti, chiede di rinviare l’entrata in vigore della riforma, ma su questo i 5 stelle sono inflessibili: “Come ministro della Giustizia devo poter incontrare a testa alta il padre di Martina e dirgli che lo Stato darà una risposta di giustizia”, ha ripetuto, riferendosi alla vicenda della ragazza morta nel tentativo di sfuggire a uno stupro, e della prescrizione già intervenuta per uno dei reati contestati ai presunti aggressori.
Orlando: “Anche per Anm squilibri” – Il vice segretario del Pd ha risposto su twitter praticamente in diretta: “Noi non vogliamo passi indietro; sulla prescrizione ma passi avanti sul processo penale. Multe e minacce di disciplinare non funzionano. Al ministro continuiamo a chiedere soluzioni concrete“. Poi Orlando ha twittato ancora: “‘La riforma della prescrizione da sola crea squilibrì: adesso che lo dice anche l’Anm si può prendere in considerazione questo dato? Senza rispondere che chi lo dice è amico dei corrotti (la corruzione di prescrive in 20 anni)?”.
Le critiche delle toghe- Il riferimento è alle posizioni espresse da Luca Poniz, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, nella sua relazione introduttiva al congresso del sindacato delle toghe. Per Poniz la riforma “svincolata dall’insieme di riforme strutturali necessarie, come infatti da noi contestualmente richieste, e inserita incidentalmente nel testo di una Legge, la cosiddetta Spazzacorrottì che disciplina materia affatto diversa, rischia di produrre squilibri complessivi”. Anche se ”sarebbe errato attribuire alla riforma in sé ed alla sua ratio ispiratrice” il rischio di questi squilibri. L’Associazione nazionale magistrati, ha aggiunto Poniz, “ha formulato una proposta” che prevede “l’interruzione della prescrizione dopo la sentenza di condanna di primo grado, come del resto chiesto da sempre dall’Anm”, rispetto allo stop contenuto nella riforma dopo la sentenza di primo grado, senza distinguere se di assoluzione o di condanna.
“Effetti dal 2024” – Critiche già espresse da più parti alla riforma Bonafede, alle quali il guardasigilli aveva risposto già in mattinata. “Quando ci fu l’accordo con la Lega io dissi che per me la prescrizione doveva entrare in vigore dopo un anno perché le risorse nell’ambito della Giustizia pian piano sarebbero entrate a regime. Siccome la prescrizione avrà i suoi effetti non prima del 2024, entro questa data ci sarà più personale all’interno dei tribunali. La Lega disse di fare nel frattempo la riforma del processo penale: nel giro di un mese e mezzo l’ho scritta ma Matteo Salvini cominciò a non presentarsi agli incontri in modo tale da spostarla più avanti fino al famoso consiglio dei ministri di 9 ore. Dalla Lega quali sono le proposte sul processo breve? Perché non sono mai arrivate”.
Bongiorno: “Roba da dilettanti allo sbaraglio” – La posizione del Carroccio nel frattempo non è cambiata. In un’intervista al Messaggero l’ex ministra Giulia Bongiorno si è scagliata contro l’ex collega Bonafede: “Solo coloro che non calpestano quotidianamente la polvere dei tribunali possono pensare che questo blocco della prescrizione non sia una bomba atomica. Chiunque conosce la procedura penale sa perfettamente che, siccome esiste un carico processuale, particolarmente pesante, le udienze sono fissate in ragione di quando si prescrive il reato. ebbene, nel momento in cui questa ghigliottina non ci sarà più, inevitabilmente si paralizzerà per sempre la giustizia italiana”. L’ex titolare della Pubblica amministrazione e nota penalista attacca la riforma definendola “vuota“: non si possono avere processi “senza stabilire i meccanismi necessari per abbreviarne i tempi. Roba da dilettanti allo sbaraglio. E credo che questa sia stata una delle ragioni per cui si è disintegrato il governo giallo-verde”.