La sesta puntata di “X Factor” forse è stata la più godibile di quest’anno. C’era la grande orchestra di 40 elementi, capitanata dal produttore Dardust, che ha messo a durissima prova i concorrenti, i giudici erano più scatenati che mai, ed è scoppiato pure il “caso” Eugenio Campagna, che ha monopolizzato critiche e fischi. Eliminati la trascurabile Giordana, andata più volte allo scontro finale, e Nicola. I protagonisti della Semifinale di giovedì prossimo saranno: Sofia Tornambene, Eugenio Campagna, Davide Rossi, i La Sierra e i Booda. Dunque la parte del leone, al momento, la fa Samuel con ben due concorrenti arrivati – quasi – fino in fondo. Insomma c’erano tutti gli elementi televisivi e musicali per rendere godibile lo show, accelerando non solo sulle polemiche, ma anche sul ritmo e lo show live. Annunciati già alcuni ospiti, per la Semifinale della prossima settimana ci sarà Tiziano Ferro, mentre per la Finale al MediolanumForum di Assago (Milano) del 12 dicembre salirà sul palco Robbie Williams.
Sul versante delle esibizioni è stato un mezzo disastro per (quasi) tutti. La prova del nove con la grande orchestra ha messo in evidenza i limiti di molti dei concorrenti, che non sono riusciti a portare a termine il loro compito, fino alla fine, e che sono stati sovrastati dai 40 musicisti, alle loro spalle. La causa? Sicuramente la mancanza di studio e anche la pochissima esperienza sul palco. A uscire indenne dalla prova del fuoco sicuramente Davide Rossi, che con il brano superpop “Treat you better” di Shawn Mendes. Il cantante ha dimostrato di essere tecnicamente una spanna sopra gli altri. Tra l’altro proprio il modesto inedito di Davide “Glum” (ed è un vero peccato aver sprecato una occasione così) è risultato il meno venduto, secondo la classifica Fimi/Gfk, per questo è andato allo scontro finale contro Giordana, vincendo alla fine.
Bagno di sangue per la performance di Eugenio Campagna, che non solo ha dovuto fare i conti con la non facile “Cosa mi manchi a fare” di Calcutta, ma ha stonato per quasi tutto il tempo, un po’ come anche Nicola Cavallaro, che si è cimentato con la versione dei Disturbed di “The Sound Of Silence” di Simon & Garfunkel. È Malika a dire chiaramente ad Eugenio che non è andato affatto bene, anche Mara, la sua caposquadra, non gli risparmia critiche. Per tutta risposta il cantautore ha fatto spallucce: “Sono stanco”. Scatenando i fischi del pubblico e anche un accenno polemico da parte del conduttore Alessandro Cattelan, che non si espone mai: “Una serata storta capita, anche di dire qualche cazzata”. Calano dunque le quotazioni per la vittoria finale di Eugenio, risalgono i La Sierra, stabili le quotazioni di Sofia Tornambene. Alla fine purtroppo Davide finisce in nomination con Nicola e i Booda, questi ultimi sono stati salvati da Xme Passion Choice, tramite uno degli sponsor del programma il pubblico da casa ha potuto scegliere come “quinto giudice” chi salvare. È Nicola ad abbandonare lo studio. I giudici (in particolare Malika e Samuel) stranamente, proprio quasi al termine del talent, non hanno risparmiato critiche a tutto spiano. Cosa che è stata notata dalla stessa Mara Maionchi che puntando il dito contro i due colleghi ha esclamato: “Tutte le gatte morte si sono svegliate stasera!”.
Piccola nota a margine degna di nota. Bella l’idea di far iniziare la puntata con Alessandro Cattelan e Marco D’Amore su un testo di Anis Mojgani, tradotto da Simone Savogin, dal titolo “Shake the dust”, un inno alla diversità e all’unicità. Temi importantissimi più che mai in questo periodo storico. “Questa è per le ragazze grasse e questa è per i fratellini, – inizia così il monologo – questa è per i frignoni e per i bulli che in cortile li tormentavano, per le reginette e per chi a ventuno sta sempre in porta. Per chi, la notte, non ha la pancia piena, per chi vive di mance, per chi ti porta il cibo in un cubo sulla schiena scrollati la polvere”. La performance poi si è conclusa tra gli applausi generali.