La maggioranza attenua, rispetto alla versione iniziale, l’aumento delle pene per i delitti di dichiarazione infedele e di omessa dichiarazione. E limita l’applicabilità della confisca per sproporzione. Saltano le sanzioni agli esercenti che non accettano il pagamento con carta o bancomat. Arriva il bonus Tari per le famiglie disagiate e il bollo auto si pagherà "esclusivamente" attraverso il sistema di pagamenti elettronici di PagoPa
Si allenta la stretta sui reati tributari, con inasprimenti di pena meno forti per i comportamenti non fraudolenti come la dichiarazione infedele e l’omessa dichiarazione. Cambia la disciplina della confisca per sproporzione, che rimane solo per gli illeciti fiscali più gravi. Per quanto riguarda gli appalti, salta l’obbligo per il committente di versare le ritenute al posto di appaltatore e subappaltatore: sarà sufficiente presentare l’F24 che attesta il pagamento, e solo se la commessa supera i 200mila euro. In compenso c’è un altro giro di vite per le imprese, perché viene ampliata l’area di responsabilità legata alla legge 231. Infine, la maggioranza dopo aver rinviato a luglio la lotteria degli scontrini ha anche deciso di eliminare le sanzioni per gli esercenti che non installano il pos e dunque non permettono ai clienti di pagare con carta o bancomat. E’ questo il punto di caduta delle trattative notturne all’interno della maggioranza sulle modifiche al decreto fiscale su cui probabilmente in aula sarà posta la fiducia.
Marcia indietro sulle multe da 30 euro più il 4% del valore della transazione che avrebbero dovuto rendere finalmente efficace l’obbligo di dotarsi del terminale pos: le sanzioni per i negozianti non scatteranno nemmeno a luglio, come concordato un mese fa in attesa di ottenere un accordo con il sistema bancario per la riduzione delle commissioni. Dopo aver cercato una strada alternativa, concedendo un credito di imposta del 30% sulla cifra pagata alla banca, il governo getta la spugna: “Abbiamo appena approvato l’abrogazione delle sanzioni per i commercianti che non hanno il pos per i pagamenti con carta di credito/debito”, ha spiegato il sottosegretario al Mef Alessio Villarosa. “Pensavate passasse la norma senza la riduzione delle commissioni… invece no. Come promesso, non c’è il protocollo per ridurre i costi delle transazioni alle imprese? E allora non ci saranno neanche le sanzioni a chi non ha il Pos. Ogni promessa è debito”.
Attenuato l’aumento delle pene per dichiarazione infedele e omessa – Per quanto riguarda gli interventi che vanno sotto la voce “carcere per i grandi evasori“, i partiti al governo – con il voto contrario di Italia Viva – hanno concordato di attenuare, rispetto alla versione iniziale, l’aumento delle pene per i delitti di dichiarazione infedele e di omessa dichiarazione. Inoltre è stata limitata l’applicabilità della confisca per sproporzione ai soli delitti tributari più gravi, aventi caratteristiche tali “da rivestire un maggior spessore indiziante di accumulazione illecita di ricchezze“. Immutate le soglie di punibilità per i delitti di omesso versamento di ritenute e di Iva. L’obiettivo, secondo i relatori, è “non colpire con rigore eccessivo l’occasionale colpevole di delitti non caratterizzati da condotte fraudolente“.
Allargata l’applicazione della 231 per reati fiscali dei dipendenti – Al contrario, un altro emendamento prevede un trattamento più severo nei confronti delle imprese i cui dipendenti o manager compiono reati come la dichiarazione fraudolenta attraverso altri artifici, l’emissione di fatture o altri documenti contabili per operazioni inesistenti, l’occultamento o distruzione di documenti contabili e la sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. La legge 231 sulla responsabilità amministrativa degli enti sarà estesa anche a questi illeciti, mentre ora si applica solo in caso di dichiarazione fraudolenta con false fatture o operazioni inesistenti. Confindustria ha subito lamentato che si tratta di “un approccio iper repressivo, che moltiplica le sanzioni sulle stesse fattispecie”.
Assunzioni nelle agenzie fiscali – Sempre sul fronte della lotta all’evasione arriveranno circa 800 nuove assunzioni per le agenzie fiscali: 500 all’Agenzia delle Entrate, che serviranno in particolare a rafforzare “le verifiche volte a contrastare l’utilizzo distorto di partite Iva aperte illecitamente al solo fine di perpetrare condotte fraudolente”, e altre 300 alle Dogane per contrastare le frodi sulle accise e sui diritti doganali. Un altro emendamento prevede l’istituzione di un Fondo speciale per l’edilizia scolastica in favore degli interventi di messa in sicurezza e riqualificazione energetica degli edifici scolastici.
Scadenza per il 730 slitta a settembre – Confermate poi le annunciate modifiche al calendario fiscale. Un emendamento approvato in commissione Finanze prevede che la scadenza per l’invio del 730 slitti da luglio al 30 settembre ed amplia della platea dei contribuenti interessati estendendola, oltre ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, anche ai titolari di redditi assimilati a quello di lavoro dipendente senza limitazioni e ai titolari di redditi di lavoro autonomo con la sola esclusione di quelli derivanti dall’esercizio di arti e professioni e di impresa non occasionali. Via libera anche al taglio dell’Iva dal 22 al 5% per gli assorbenti bio, compostabili o lavabili. Sale poi a 1.400 euro netti l’indennità minima per i sindaci dei piccoli Comuni (fino a 3mila abitanti). E l’Iva cala al 4% sull’acquisto di auto ibride o elettriche da parte di disabili. Slitta inoltre al 6 marzo la data per l’imposizione di multe per chi non si adegua alle nuove norme sui seggiolini auto per i bambini.
Bonus Tari per le famiglie disagiate – Le imprese potranno continuare a compensare eventuali debiti fiscali con i crediti vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione anche nel 2019 e 2020. Via libera anche per il “bonus Tari” per i redditi più bassi. L’emendamento prevede che “agli utenti domestici in condizioni economiche disagiate” sia consentito “l’accesso al servizio a condizioni tariffarie agevolate“. I beneficiari sono individuati in analogia ai criteri utilizzati per i bonus sociali relativi all’energia elettrica, al gas e al servizio idrico integrato. La stessa proposta prevede che dal 2021 i bonus sociali per la fornitura di energia elettrica, gas e acqua siano riconosciuti automaticamente. Per quanto riguarda la Tari, in arrivo anche lo slittamento al 30 aprile dell’approvazione da parte dei comuni delle tariffe e dei regolamenti relativi alla tassa sui rifiuti. A partire da gennaio 2020 poi, per effetto di un emendamento della Lega, il bollo auto si pagherà “esclusivamente” attraverso il sistema di pagamenti elettronici di PagoPa.
Rc auto “familiare” – La nuova norma attribuisce il diritto di assicurare tutti i veicoli posseduti in famiglia, compresi moto e scooter, con la migliore classe di merito disponibile. Se quindi un nucleo ha un veicolo assicurato in prima classe, tutti gli altri componenti del nucleo familiare potranno fruire della prima classe su qualsiasi altro veicolo, anche moto e scooter, e soprattutto anche se già assicurati e con classi di merito meno favorevoli, compreso la 14esima. Un altro emendamento sui moto-airbag, anch’esso approvato, prevede un incentivo per acquistare il dispositivo salvavita.
Fondo per il controesodo dei cervelli – Arriva il fondo controesodo per convincere i cervelli che sono tornati in Italia a restare. La misura, spiega il primo firmatario della proposta di modifica Massimo Ungaro (Iv), ha l’obiettivo “di ‘ancorare’ con un’incentivazione importante chi ritorna in Italia e che, in assenza di misure ad hoc, può essere indotto a ripartire”. Il tema, sottolinea l’esponente di Italia viva, “andrà certamente seguito anche nei prossimi provvedimenti utili. Il 2019 è infatti l’anno della Brexit e quindi anno di partenze e mobilità. Con questa misura l’Italia è messa in condizione di competere con altri paesi”.
Proroga delle quote rosa nei cda – Via libera anche alla proroga delle quote rosa nei cda e nelle società controllate dallo Stato. La misura “porta da tre a sei mandati consecutivi l’obbligo di applicare il criterio di riparto previsto in materia di parità di genere nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali delle società quotate e a controllo pubblico”, introdotto nel 2011, che prevede una presenza di management femminile pari al 30% del totale.