Matteo Salvini e Giuseppe Conte di nuovo faccia a faccia in Senato. A quasi quattro mesi dalla crisi del governo gialloverde e dallo scontro in Aula in diretta tv, il senatore del Carroccio ha affrontato il premier replicando all’informativa sulla riforma del Fondo salva-Stati. “Non rispondo agli insulti, perché chi vive di insulti vive male”, ha esordito. Salvo poi accusare il governo dicendo che “a quei banchi qualcuno mente” e chiedere ai 5 stelle di non essere “complici di questa menzogna”. Quindi ha chiuso il suo intervento rivolgendosi direttamente al premier: “Si vergogni”, ha gridato. Un’espressione condannata dalla presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati che già aveva dovuto sospendere l’Aula per i cartelli del Carroccio e perché sui banchi del Carroccio era comparso un burattino di Pinocchio. Poco dopo è scoppiata la bagarre in Senato e la Lega ha deciso di abbandonare l’emiciclo. Tra gli assenti in Aula il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Il premier nei due discorsi di fronte alle Camere ha ricordato come le sue posizioni sul Meccanismo europeo di stabilità siano state periodicamente condivise con il Parlamento e con lo stesso esecutivo gialloverde senza che, prima della caduta del governo, nessuno avesse mai obiettato, né la Lega né i 5 stelle. Conte ha anche accusato le opposizioni, Lega e Fdi in primis, di aver diffuso “notizie false” per quanto riguarda i rischi effettivi dell’accordo: “Questo trattato comporta rischi enormi”, è stata la replica del leghista. “Guardate voi chi sta mettendo a rischio i risparmi degli italiani”.
Salvini inoltre, se da un lato ha attaccato l’esecutivo e il premier, dall’altra ha cercato l’asse con il M5s: “Condivido le richieste del gruppo dei 5 stelle alla Camera: vogliamo capire”, ha esordito. “In quei banchi del governo c’è chi mente: spero che i 5 stelle non siano complici di questa menzogna che ricadrà sui cittadini italiani. State riducendo l’Europa a un centro commerciale dove guadagna chi ha già. La ristrutturazione del debito pubblico vuol dire che viene taciuto un intervento nottetempo sui conti correnti degli italiani”. E nonostante le smentite del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e del premier, Salvini ha insistito: “Porteranno via i risparmi degli italiani per ristrutturare il debito delle banche tedesche”.E ancora rivolgendosi a Conte: “E’ seduto lì, chi sta mettendo a rischio i risparmi degli italiani… Pare che in Umbria il giudizio su di lei l’abbiano già dato, ora aspettiamo a quello delle altre Regioni e poi di 60 milioni di italiani. Sabato e domenica prossima la Lega sarà in mille piazze italiane per spiegare cos’è il Mes e raccogliere le firme contro un trattato che svende il futuro dei nostri figli. La aspettiamo in una delle piazze”. Quindi la citazione finale: “Come diceva Confucio ‘l’uomo superiore è calmo senza essere arrogante, l’uomo dappoco è arrogante senza essere calmò. Le lasciamo la sua arroganza e ci teniamo la nostra umiltà”. E la chiusa: “Parentesi…”Si vergogni”.
Subito dopo è intervenuta la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati: “Credo che quest’Aula e Salvini non possano dire ‘si vergogni’ non è rispettoso. Le Istituzioni vanno sempre rispettate. Per esprimere un dissenso non c’è bisogno di offendere. Questa Aula richiede il rispetto per le opinioni di tutti”. Le ultime parole di Matteo Salvini hanno creato la rivolta dentro la maggioranza. Il capogruppo del Pd Andrea Marcucci si è precipitato al banco della presidenza per reclamare una censura contro il leader della Lega: “Un senatore” ha dichiarato, “dice in Aula al presidente del Consiglio che si deve vergognare. Ho dovuto segnalare alla presidente del Senato che un linguaggio del genere deve essere pesantemente sanzionato. A lei, presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia, tutta la nostra fiducia e il nostro mandato, perché sappiamo che state lavorando nell’interesse del nostro Paese”. A quel punto la tensione è cresciuta, mentre i leghisti tiravano fuori i manifesti fatti in casa con la scritta “il Conte Pinocchio“. La presidente Casellati dapprimaè intervenuta, e quando i toni si sono alzati ulteriormente ha sospeso la seduta. Alla ripresa i senatori della Lega hanno lasciato quasi tutti l’Aula.
Tra chi è rimasto in Aula per intervenire c’è stato il senatore leghista Alberto Bagnai che è già stato citato dal premier come uno dei parlamentari che pur protestando ora, in passato non avevano mai mosso perplessità sulla riforma. “La chiusura dell’accordo, cioè il fatto che non sia vero il fatto che lei ha rispettato il mandato del Parlamento di non prendere determinazioni definitive” quindi “che lei abbia tradito quel mandato, ce l’ha detto il ministro Gualtieri”, ha detto il leghista. “Non è alto tradimento, perché quando ho studiato diritto mi hanno spiegato che la fattispecie riguarda solo il capo dello Stato, ma qualcosa non è andato come doveva. E lo conferma anche l’Eurogruppo, quando fonti dicono che l’accordo è concluso. E allora, questo accordo è concluso oppure no? Lo dico a tutti gli italiani: ma come possiamo accettare di stare in un sistema nel quale non si riesca a sapere se un accordo così rilevante per la nostra vita è stato firmato o no”. In realtà proprio Conte ha ribadito in mattinata che il provvedimento non è stato ancora firmato.