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Malta, parlamentari bloccati in Parlamento dai manifestanti che chiedono dimissioni immediate del premier Muscat

Intanto l'opposizione attacca: mazzette di false banconote sui parlamentari laburisti al grido "mafia". A La Valletta è arrivata una delegazione del Parlamento per valutare la situazione "alla luce dei recenti sviluppi politici e giudiziari". Incontreranno i familiari della giornalista Caruana Galizia, assassinata nel 2017, e delegati della società civile

Altissima tensione a Malta. Migliaia di manifestanti hanno bloccato uno degli ingressi del Parlamento per chiedere le dimissioni immediate del premier Joseph Muscat per il caso Caruana, impedendo per due ore ai deputati del partito laburista di lasciare l’edificio. Il primo ministro, che sabato ha annunciato che si dimetterà il 18 gennaio e fino ad allora si “limiterà” alla gestione degli affari correnti per poi passare la mano al prossimo leader che sarà eletto dai delegati del Labour, aveva lasciato il Parlamento prima che fosse bloccato dai dimostranti e attorno alle 20.15 è uscito dal quartier generale del Partito Laburista per salutare la folla di migliaia di sostenitori radunata per sostenerlo.

In giornata una delegazione del Parlamento Ue è arrivata a La Valletta per valutare la situazione “alla luce dei recenti sviluppi politici e giudiziari”. Nei due giorni di lavoro a Malta, gli eurodeputati incontreranno i familiari di Caruana Galizia e delegati della società civile, tra cui ong e giornalisti, ma anche premier, presidente e procuratore generale.

Muscat parlando con i giornalisti ha detto di ritenere “ovvia la percezione pubblica di mancanze” nello sviluppo dei due anni di indagini sull’omicidio della giornalista di inchiesta, assassinata il 16 ottobre 2017 con una autobomba piazzata sulla sua automobile, ma ha aggiunto di ritenere “mio dovere sostenere questo peso”. Il premier ha poi nuovamente rifiutato di rispondere tornando a ripetere ancora una volta di non volere che le sue risposte possano essere interpretate come un tentativo di difendere qualcuna delle parti coinvolte o di minare l’inchiesta.

I leader dell’opposizione nel frattempo continuano ad attaccare. “Doveva essersene andato da tempo. Ogni giorno che resta è un giorno in più senza giustizia. Muscat non ha legittimità” ha dichiarato il capo del partito Nazionalista, Adrian Delia. Che ha annunciato che i suoi deputati non parteciperanno ai lavori del Parlamento “finché Joseph Muscat continuerà a restare al suo posto di primo ministro”. Subito dopo, dalla tribuna degli spettatori, è stato gridato più volte ‘Mafia‘ e sono state lanciate mazzette di false banconote che sono piovute sui parlamentari laburisti.

Intanto il presidente della Repubblica George Vella ha lanciato un appello pubblico alla calma. “Il paese sta attraversando un momento difficile”, ha dichiarato Vella, rompendo il silenzio delle ultime due settimane per far sapere di aver seguito la svolta nelle indagini “con dolore e preoccupazione” ma di aver taciuto “per permettere alla giustizia di fare il suo corso”. L’appello del presidente è stato lanciato mentre si era appena conclusa l’ottava giornata di protesta e già sui social media era scattato un passaparola con la chiamata dei simpatizzanti di Muscat – il cui governo rivendica il merito del boom economico dell’isola – ad una contromanifestazione di supporto, convocata sotto il quartier generale del partito laburista. E in effetti migliaia di persone hanno riempito la via della località di Hamrun (quartiere tra i più popolari e multietnici di Malta) in cui ha sede il partito, a sostegno del premier. Nelle immagini pubblicate da One Tv, canale di riferimento del Labour, e dal Times of Malta, la folla urla ‘Joseph, Joseph’, inneggiando al premier. I sostenitori sottolineano il successo delle ricette economiche del suo governo che dal 2013 ha macinato una crescita media mai inferiore al 5% annuo, con picchi oltre il 6%.