Roma ci riprova. Dieci anni dopo gli scandali che per poco non fecero saltare i mondiali del 2009, la Capitale si aggiudica l’organizzazione dei campionati europei di nuoto, in programma nel 2022. Una manifestazione che, stando ai numeri di Glasgow 2018, coinvolgerà 1.500 atleti di 52 nazioni, per 74 finali con 222 medaglie in palio, per un auditorio totale (fra tv e web) di oltre 200 milioni di persone in tutto il mondo. L’annuncio ufficiale è arrivato nel pomeriggio dalla Ligue Europeenne de Natation. Determinanti la presentazione ufficiale del dossier avvenuta al bureau di Dublino il 12 ottobre scorso e la site-visit effettuata a Roma il 22 novembre, durante la quale la delegazione, composta dal segretario generale David Sparkes, dal vice presidente Andrii Vlaskov e dal direttore esecutivo Gianni Minervini, ha potuto constatare la solidità del progetto. Una candidatura ufficializzata in estate da una delibera della giunta capitolina guidata da Virginia Raggi e appoggiata dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, dal ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora e naturalmente dalla FederNuoto.
BARELLI SCHERZA: “STAVOLTA FACCIO IL BAGNINO” – Una sfida importante per la città di Roma, ricordando le inchieste che precedettero la manifestazione di 10 anni fa, mitigata solo dalla grande partecipazione di pubblico che, nell’impianto del Foro Italico, fece da sfondo alle 3 medaglie d’oro conquistate da Federica Pellegrini e Alessia Filippi e alle 5 affermazioni di Michael Phelps. Oggi come allora, a capo della Fin (Federazione Italiana Nuoto) c’è Paolo Barelli: “Sì, ma io stavolta faccio er bagnino”, esordisce, scherzando, il deputato di Forza Italia, contattato da IlFattoQuotidiano.it. “Quella volta ci furono problematiche esterne alla manifestazione sportiva – rivendica – che invece fu un grande successo. Oggi abbiamo raggiunto un tale livello di risultati sportivi che era impensabile non fare la nostra parte. Una bella occasione per la città e per il Paese, attorno alla quale si è riunito un sostegno trasversale: i governi Conte 1 e Conte 2, l’amministrazione comunale e anche la Regione Lazio”.
LA CAPITALE E I FANTASMI DEL 2009 – Le ferite di quegli anni sono ancora visibili nella Capitale. Su tutte, le “vele” di Calatrava, progetto avveniristico da 256 milioni di euro, all’interno dei terreni di proprietà dell’Università Tor Vergata, lasciato a morire nella periferia est della città e divenuto simbolo di una stagione di scandali e opere incompiute, oltre che location cinematografica di narrazioni criminali. Non solo. Il Salaria Sport Village, concluso fra gossip, vincoli non rispettati e sprechi, non è mai davvero partito, nonostante sia stati più volte commissariato (ora toccherà alla Figc provare a rilanciarlo con un progetto sulle nazionali di calcio). E poi l’impianto di Valco San Paolo, costato ben 12,9 milioni di euro e mai terminato. Il processo ai danni dei dirigenti Angelo Balducci e Claudio Rinaldi, e dell’architetto Angelo Zampolini si concluso con l’assoluzione, mentre la posizione dell’allora presidente del comitato organizzatore Giovanni Malagò venne archiviata quasi subito.
IL TRAMPOLINO DA 27 METRI A CASTEL SANT’ANGELO – Questa volta, il progetto da 20 milioni di euro totali punta a sfruttare l’esistente. Le gare di nuoto, tuffi e nuoto sincronizzato verranno svolte allo storico impianto del Foro Italico – realizzato in occasione delle Olimpiadi 1960 – sfruttando lo stadio del nuoto e il centrale del tennis, mentre gli atleti del nuoto di fondo si contenderanno le loro medaglie nel mare di Ostia. Si sta lavorando poi a una location scenografica per i tuffi dalle grandi altezze (27 metri), che entrano per la prima volta nel programma degli europei. La Fin, con l’approvazione del Comune di Roma, vorrebbe realizzare un trampolino con una piscina temporanea davanti a Castel Sant’Angelo: c’è da convincere la Soprintendenza e ottenere il nulla osta del ministero dell’Interno, ma televisivamente sarebbe uno spot gigantesco per la Città Eterna. Ci sono poi gli allenamenti.
LA SFIDA DI VALCO SAN PAOLO – La Fin mette a disposizione i suoi centri federali di Ostia e di Pietralata, mentre la grande sfida sarebbe quella di finire Valco San Paolo, per sanare una delle ferite del 2009: “Abbiamo incontrato il governo sul tema – ha spiegato a IlFattoQuotidiano.it l’assessore capitolino Daniele Frongia – proprio per segnalare quanto sia fondamentale completare gli interventi su quest’opera, una piscina di grandissimi livello, non solo per gli Europei di nuoto ma in generale per restituire un grande impianto alla città”.
Soddisfazione, infine, per la sindaca Virginia Raggi, che dopo il suo contestatissimo ‘No’ all’organizzazione delle Olimpiadi 2024, ha comunque ottenuto sotto il suo mandato diverse manifestazioni di livello: la Formula E all’Eur, quattro gare degli Europei di calcio del 2020 allo stadio Olimpico e la Ryder Cup 2022, massima manifestazione mondiale del golf. “È una gran bella notizia per la città e l’Italia. Roma si conferma protagonista internazionale dello sport”, ha commentato la prima cittadina. In attesa che la Uefa decida se togliere la finale di Champions League a Istanbul per le note vicende internazionali, cosa che metterebbe lo Stadio Olimpico in pole position per la riassegnazione.