“Con i nostri migliori saluti”, si legge in calce al testo. Un “progetto di parcella” intestato a Guido Alpa e Giuseppe Conte, che secondo Le Iene, “confermerebbe che il premier Conte e il professor Alpa erano legati da interessi economici e professionali e quindi quest’ultimo non sarebbe potuto essere il commissario d’esame al concorso universitario di Caserta del 2002, con il quale Conte è diventato professore ordinario di diritto privato”. Sono il documento e la tesi con cui l’inviato della trasmissione di Italia 1 ha incalzato il presidente del Consiglio nel servizio mandato in onda questa sera. “Tra me e il professore Alpa non c’è stata mai un’associazione professionale né formale né sostanziale, né di fatto né di diritto”, ha replicato il capo del governo. Che nel corso di un’intervista durata oltre 30 minuti, pubblicata in versione integrale sul profile Facebook del premier, ha spiegato: “La fattura congiunta non c’è mai stata. Sono sempre state attività professionali distinte e il fatto che ci sia stato un collegio difensivo non significa che ci siano cointeressenza economica, ognuno valuta per la propria parte”.
Procediamo con ordine. L’inviato delle Iene ha mostrato a Conte il progetto di parcella per la causa civile nella quale il primo ministro e il professor Alpa difesero il Garante per la privacy. Il documento è “su carta intestata a entrambi, con la richiesta di pagamento dell’intera cifra di 26.830,15 euro su un unico conto corrente di una filiale di Genova di Banca Intesa, il tutto firmato da entrambi, Guido Alpa e Giuseppe Conte”. “È ancora possibile a questo punto sostenere, come ha fatto Giuseppe Conte nell’ultimo anno ai microfoni delle iene, che non vi fossero interessi economici in comune e che non vi fosse incompatibilità del professor Alpa nel giudicare Conte al concorso universitario? Il primo ministro ha mentito sul fatto che ognuno avesse fatturato per conto suo?”, si domandano Le Iene. “E’ un progetto di parcella, ma non una fattura unica“, precisano fonti di palazzo Chigi.
“Il presidente del Consiglio ha sempre negato il rapporto professionale con Guido Alpa, nonostante nel suo curriculum vitae lui stesso avesse scritto così: ‘Dal 2002 ha aperto con il prof. avv. Guido Alpa un nuovo studio legale dedicandosi al diritto civile, diritto societario e fallimentare’ – ricordano le Iene – Si sarebbe trattato di uno studio a Roma, a via Cairoli, dislocato su due piani, in cui il giovane Conte occupava il piano superiore, uno studio che aveva in realtà un unico numero di telefono e una stessa segretaria, pagata da entrambi. Giuseppe Conte in una lettera al quotidiano La Repubblica aveva detto che lui e Alpa erano solo ‘coinquilini‘, uniti da una semplice condivisione della segreteria e del numero telefonico, ma con distinte attività professionali in spazi diversi e con contratti di affitti diversi”.
“Quel documento – sostengono Le Iene – conferma anche un’altra circostanza su Giuseppe Conte non avrebbero detto la verità. Prima del concorso universitario, da quanto riferito da Alpa, Conte era ospite in via Sardegna e non come aveva detto il premier alle Iene e a La Repubblica con un contratto d’affitto separato per il suo studio al piano di sopra di quello di Alpa, in piazza Cairoli, dove si trasferirà alcuni anni dopo”. I giornalisti promettono, poi, di mostrare “i verbali di udienze di quel processo al tribunale civile di Roma, da cui si evince che Conte partecipò sempre, tranne una sola volta in cui fu sostituito, mentre Guido Alpa non andò mai. È legittimo dunque pensare al ‘dominus’ che manda a udienza il suo ‘giovane allievo‘?”. “Alla fine dell’accesa disputa il Presidente ammetterà l’esistenza per quell’incarico di una sola fattura?”, concludono le Iene.
“Nell’articolo pubblicato ieri – proseguono le Iene – vi abbiamo mostrato in esclusiva un altro documento, una lettera di incarico del Garante per la privacy in cui si chiede a Guido Alpa e a Giuseppe Conte di assumere la difesa dell’Ente in una controversia legale con Rai e Agenzia delle entrate, aperta al Tribunale civile di Roma. Giuseppe Conte, per stroncare i dubbi su un’eventuale comunanza di interessi economici tra i due, ha sempre sostenuto che ognuno aveva fatturato per conto suo. Il documento però sembra raccontare un’altra storia: la lettera ha un unico numero di protocollo, è inviata a un unico studio legale, presso un unico indirizzo. E indovinate a chi è indirizzata? ‘Al Prof. Guido Alpa e al Prof Avv. Giuseppe Conte, Via Sardegna, 38, Roma’”.
LA REPLICA DI PALAZZO CHIGI – “All’epoca del concorso e anche successivamente non c’è mai stata un’associazione professionale, formale o anche solo sostanziale, tra il prof. Alpa e l’allora avv. Conte – si legge in una nota in cui Palazzo Chigi ribadisce quanto detto dal premier nell’intervista – Né tantomeno c’è mai stato un conto corrente unico o comunque utilizzato da entrambi. All’epoca del concorso (2002) il prof. Alpa aveva uno studio professionale associato con un avvocato genovese e non avrebbe potuto avere due differenti studi associati”, si legge nella nota”.
“È assolutamente scorretto, quindi, affermare che ci sia una fattura in comune tra Guido Alpa e Giuseppe Conte. Il documento mostrato dalle Iene non vale a dimostrare il contrario”, prosegue la presidenza del Consiglio. Che argomenta: “Innanzitutto il documento non è una fattura ma un progetto di fattura. Inoltre esso risale al 2009. Cosa può mai dimostrare un documento successivo di 7 anni rispetto al concorso? Nulla, in 7 anni tutto può cambiare. In realtà, anche dopo 7 anni sul piano professionale tra Alpa e Conte non è cambiato nulla: nessuna associazione professionale, nessun conto in comune o utilizzato in comune”.
“In effetti, a seguito di quel progetto di parcella fu poi emessa una sola fattura al cliente da parte di Guido Alpa per il processo di primo grado – si legge ancora – La decisione di Conte di non farsi pagare è stata dettata dal fatto che, nel primo grado di giudizio, il suo apporto all’istruzione e alla conduzione della causa è stato assolutamente marginale rispetto a quello del professor Alpa. Conte si è limitato solo a presenziare ad alcune udienze, senza contribuire alla redazione della enorme mole di memorie scritte, che notoriamente nelle cause civili sono la gran parte dell’attività difensiva”.
“Si fa presente infine che il concorso all’Università di Caserta “Luigi Vanvitelli”, sostenuto e vinto dal Professor Conte nel 2002, era un concorso per titoli e la commissione, di cui era membro anche il Prof. Alpa, era composta da 5 Professori: per superare il concorso era sufficiente il voto favorevole di 3 membri su 5. La Commissione si espresse all’unanimità a favore di Giuseppe Conte. E nessuno degli altri candidati fece ricorso. In definitiva, nulla di nuovo su questa vicenda, e in ogni caso nulla che possa smentire la realtà dei fatti. Anche l’Anac si è espressa a questo riguardo”.