Oltre seicentomila persone con limitazioni gravi vivono in una situazione di grande isolamento, senza nessuna rete su cui poter contare in caso di bisogno. Di queste, ben duecentoquattro mila vivono completamente sole. E’ questa la fotografia del rapporto Istat “Conoscere il mondo della disabilità”, presentato in occasione della Giornata delle persone con disabilità nel corso di un incontro organizzato dal Cip e dall’Inail e alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Il nostro Paese ha nei nostri concittadini con disabilità un giacimento di energie, risorse e contributi di cui si priva perché non li mette in condizione di potersi esprimere: è l’obiettivo sociale e politico”, ha detto il Capo dello Stato. “Da questo rapporto emerge con chiarezza che il problema della disabilità non è di assistenza ma soprattutto di sostegno, per consentire l’opportunità di realizzazione” di queste persone.

Solo il 43,5% delle persone con limitazioni dispone di una rete di relazioni, un valore assai inferiore a quello relativo al resto della popolazione, ovvero il 74,4%. La limitazione grave costituisce un ostacolo alla partecipazione culturale: solo il 9,3% delle persone che ne soffrono va frequentemente al cinema, al teatro, ad un concerto, o visita un museo durante l’anno. Nel resto della popolazione il dato si attesta invece al 30,8%. I problemi di accessibilità riducono anche la partecipazione culturale: solo 37,5% musei italiani, pubblici e privati, è attrezzato per ricevere le persone con limitazioni gravi. Tre quarti di coloro che hanno limitazioni gravi (il 77% se donne) passano più di tre ore al giorno davanti alla televisione, mentre la quota di chi è privo di limitazioni è del 59%. Sono 340 mila le persone con limitazioni gravi che leggono più di quattro libri l’anno, un valore di poco inferiore a quello delle persone senza limitazioni, cioè il 54,5%. I disabili che si dedicano all’attività sportiva è del 9,1% contro il 36,6% del resto della popolazione.

In totale, sempre secondo il rapporto Istat, sono tre milioni e centomila in Italia le persone con disabilità, pari al 5,2% della popolazione. Gli anziani sono i più colpiti: quasi un milione e mezzo gli ultra settantacinquenni sono in condizione di disabilità, dei quali 990mila sono donne. Delle 990 mila donne con handicap il 26,9% vive da sola, il 26,2% con il coniuge, il 17,3% con il coniuge e i figli, il 7,4% con i figli e senza coniuge, circa il 10% con uno o entrambi i genitori, il restante 12% vive in altre tipologie di nucleo familiare.

Grandi le difficoltà per i più giovani per quanto riguarda il lavoro. Tra i disabili tra i 16 e i 64 anni risulta occupato solo il 31,3%, di cui il 26,7% donne e 36,3 tra gli uomini. La media del resto della popolazione è invece del 57,8%. I disabili in cerca di occupazione sono il 18,1% contro il 14,8 del resto della popolazione. La maggioranza sono maschi, ovvero il 21,2% contro il 15,1% delle femmine. Il 49,7% delle persone con disabilità sono in prevalenza occupate nel settore della pubblica amministrazione (per il resto della popolazione la percentuale è di 41,3%). “Considerando gli attivi, ossia gli occupati, e le persone in cerca di occupazione – spiega l’Istat nel rapporto diffuso oggi “Conoscere il mondo della disabilità” – il gap tra la popolazione con limitazioni gravi ed il resto della popolazione aumenta, infatti sono il 49,4% tra i primi e il 72,6% tra i secondi”. Le persone con disabilità raggiungono posizioni mediamente meno elevate nella carriera lavorativa, circa il 54% sono operai o lavoratori in proprio (50,4% nel resto della popolazione), il 46% è un dirigente, libero professionista o quadro (49,6% nel resto della popolazione). La quota dei soddisfatti per le mansioni svolte tra gli occupati con limitazioni gravi è del 65,4%, mentre nel resto della popolazione sale a 75,9%.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Violenza donne, la spettacolare danza di gruppo che viene dal Cile e sta facendo il giro del mondo: “Lo stupratore sei tu”

next
Articolo Successivo

La storia unica è noiosa e ripetitiva. Così alcune rifugiate hanno deciso di metterci la voce

next