Wolfgang Amadeus Mozart era un massone quindi la sua musica non può essere suonata nella basilica di Santa Croce a Firenze. Nemmeno se in programma ci sono il suo Requiem e l’Ave Verum Corpus, scritti nel 1791 per la solennità del Corpus Domini. La decisione, che a Firenze sta facendo molto discutere, è stata presa nei giorni scorsi dal priore di Santa Croce, padre Paolo Bocci, che ha negato gli spazi della basilica per il concerto del 5 dicembre, in occasione del 228esimo anniversario della morte del genio di Salisburgo. “Non voglio questa musica in basilica perché siamo in periodo dell’Avvento e di Quaresima francescana – ha spiegato il prete – Non voglio Mozart in chiesa, non è adatto al clima natalizio”. Tra le varie voci critiche, però, anche il direttore d’orchestra – tra i più celebri al mondo – Riccardo Muti che, in un’intervista al Corriere della Sera, si è detto “dispiaciuto” per la decisione del priore spiegando anche che “la massoneria all’epoca di Mozart aveva un altro significato, completamente diverso”: “Non condivido il rifiuto, tanto più che mancano più di venti giorni al Natale, il Requiem di Mozart non è collegabile a questo o quell’evento funebre, è una pagina universale della cultura che ti dà il senso della morte”.
Alla fine l’Opera di Santa Croce ha salvato il concerto dell’Orchestra da Camera Fiorentina diretta dal maestro Giuseppe Lanzetta spostandolo nel cenacolo sconsacrato di Santa Croce (luogo laico) nonostante i posti disponibili siano un quinto rispetto a quelli della chiesa (300 contro 1500). La presa di posizione del priore sta provocando molte polemiche a Firenze (“le parole di padre Bocci sono fuori luogo” ha detto l’assessore alla Cultura del Comune Tommaso Sacchi) mentre non poteva mancare il commento del gran maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, secondo cui “vietare la musica di Mozart in Basilica a Firenze perché massone è follia pura”. Adesso, per lo stesso motivo di Mozart e per tenere lontana musica che non sia sacra dalla chiesa francescana, anche Dante potrebbe essere nuovamente “esiliato” da Santa Croce: il priore Bocci vorrebbe escludere anche il musical sulla Divina Commedia ideata e composta da monsignor Marco Frisina e in programma per il novembre 2020.
Il concerto si sarebbe dovuto svolgere nella navata della basilica di Santa Croce, chiesa gotica fiorentina finita di costruire nel 1385 che spesso si presta a concerti e conferenze, ma il priore ha deciso che non se ne sarebbe fatto niente proprio per il fatto che Mozart – tra i più grandi geni della musica di tutti i tempi – era massone. Dopo essersi trasferito a Vienna, il grande compositore divenne prima “apprendista” nel 1784, poi elevato a “compagno” un anno dopo fino al grado di “maestro” nel 1786. “Escludere e vietare la sublime opera di Mozart nel Tempio per la sua militanza muratoria – ribatte Bisi – ci pare ridicolo e persino offensivo per tutti gli ‘uomini di buona volontà’ che amano solo e innanzitutto la grande musica classica che non guardano con pregiudizio alcuno alle scelte fatte in vita da nessun genio, e non pensano affatto che le sue note celestiali possano nuocere all’animo di ognuno o turbare addirittura quello dei padri francescani”.
Da Palazzo Vecchio l’assessore Sacchi sottolinea che dispiace “che un genio ‘celestiale’ e sconfinato come quello del salisburghese sia stato confinato a piccole e discutibili valutazioni di opportunità politico-liturgiche a maggior ragione a Santa Croce, una delle chiese più ‘colme’ di storia, di arte e di artisti di Firenze, luogo dove peraltro negli anni scorsi il Requiem è sempre stato suonato con grande successo”.