I pantaloni per ripicca al marito. La camicetta per solidarietà con le donne. La giacca come frecciatina contro Ivanka. Le scelte di stile di Melania contengono un preciso significato politico: o almeno così sostiene Kate Bennett, giornalista che si occupa della First Lady da anni e che ne svela i segreti nel suo libro, appena uscito negli Stati Uniti, “Free, Melania: una biografia non autorizzata”.
Nonostante abbia vissuto gli ultimi tre anni con gli occhi del mondo puntati addosso, Melania Trump è sempre rimasta discreta e misteriosa, gelosissima della propria privacy. Slovena, 49 anni, nel 1996 ha attraversato l’oceano per lavorare come modella negli Stati Uniti. Nove anni dopo ha sposato Donald Trump (da cui ha avuto un figlio, Barron) e l’anno seguente è diventata a tutti gli effetti cittadina americana. Algida e impeccabile, raramente si è lasciata andare a dichiarazioni e commenti, e ancor più raramente a manifestazioni d’affetto verso il marito, al contrario degli Obamas, spesso fotografati in teneri abbracci. Secondo l’autrice del libro i cappotti appoggiati sulle spalle servono proprio ad evitare che lui possa prenderla per mano: le braccia rimangono discretamente all’interno. E ancora: il presidente Trump ama vedere la moglie vestita in abiti sensuali e fascianti. Perciò lei, quando vuole esprimere disappunto o contrarietà, indosserebbe i pantaloni.
La moda come arma di protesta, privata e politica. La sera del dibattito contro Hillary Clinton, ad ottobre 2016, Melania ha indossato una camicetta di Gucci in seta rosa con un fiocco, un modello che si chiama “Pussy Bow Blouse”: solo poche ore prima era trapelata una registrazione in cui il marito si vantava di prendere le donne «by the pussy», cioè dalle parti intime. Non un caso, afferma la giornalista. Un altro esempio è la giacca verde militare indossata durante la visita ai bambini detenuti senza i genitori al confine con il Messico. La giacca di Zara aveva scritto a caratteri cubitali sulla schiena: «I really don’t care, do u?» Che significa: a me non interessa, a te? All’epoca si disse che era una frecciatina contro i politici che la criticavano, ma secondo la Bennet era un modo per dare una strigliata alla figliastra Ivanka, che spesso si comporta come una seconda First Lady, abusando della sua posizione. Il loro rapporto, si legge nel libro, sarebbe progressivamente peggiorato dal suo ingresso alla Casa Bianca.
Nonostante il rigido protocollo e gli onnipresenti servizi segreti (la famiglia del Presidente non può né aprire le finestre, né regolare il termostato in casa autonomamente) Melania è comunque riuscita a ritagliarsi il suo spazio, una spaziosa suite in un piano diverso da quello dove dorme il marito. Non solo non dividono il letto, ma nemmeno il corridoio. L’unico mistero che l’autrice non svela è quella virgola nel titolo: anziché un appello “Liberate Melania” diventa una firma “Libera, Melania” Perché?