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Miriana Trevisan: “Mike Bongiorno mi chiedeva sempre a che ora fossi andata a dormire la sera prima”

Una della protagoniste del programma cult di Gianni Boncompagni svela l'atmosfera che si respirava dietro le quinte e ricorda i grandi signori della storia della televisione italiana con cui ha lavorato: Mike Bongiorno, Raimondo Vianello e Corrado

di Andrea Conti

Gli anni dal 1991 al 1993 sono stati d’oro per Miriana Trevisan. A soli 19 anni ha conosciuto la grande popolarità a livello nazionale, grazie al programma cult di Gianni Boncompagni “Non è la Rai”. La showgirl ha raccontato a “I Lunatici”, in onda su Rai Radio 2 com’era l’atmosfera in quei tempi: “Mi sono divertita tantissimo, era un grande sogno. Ancora sono in contatto con la prima ragazza a cui ho firmato un autografo. Si chiama Maria Lucia. Non è vero che tra ragazze ci odiavamo. Almeno io non odiavo. Però è molto probabile che ci fosse, visto che eravamo molte giovani, qualche dispetto. C’era anche un po’ di bullismo. Soprattutto da parte di alcune mamme. Forse bullismo è un termine esagerato, ma quando ci sono cento ragazze posso capitare dinamiche simili”.

E ancora: “È stata una grande fiaba vivente, almeno io la vivevo così. Io ero una ragazzina che scendeva sotto casa e andava a comprare le gomme da masticare, poi appena ho iniziato la mia vita è cambiata, non potevo più uscire di casa perché trovavo centinaia di persone ad aspettarmi. Tutti gli ammiratori volevano un pezzettino di te. Un sorriso, un bacio, un autografo. Potevi stare lì ore a farti foto, firmare autografi, era una cosa incredibile”.

Poi l’escalation nel mondo della tv. Miriana Trevisan, infatti, ha lavorato con i grandi signori della storia della televisione italiana come Mike Bongiorno, Raimondo Vianello e Corrado. “Mike mi chiedeva ogni giorno a che ora fossi andata a dormire la sera prima. – rivela Miriana – E io rispondevo sempre che ero uscita col mio fidanzato e che ero andata a dormire presto. Mike non vedeva l’ora che sbagliassi per divertirsi. Si divertiva tantissimo”.

Gli anni d’oro del “La Corrida” rimangono indimenticabili: “Era ancora tutto fatto a mano. Lo spettacolo veniva curato in ogni dettaglio. E poi raccontavamo il vero Paese. Corrado aveva un pensiero e un attenzione per tutti. Anche per la sorveglianza che doveva aprire la porta. Si preoccupava che tutti fossero accontentati. Era gentile, premuroso. Sembrava di parlare con un grande principe”. Impossibile, infine, non ricordare Raimondo Vianello: “Era di una ironia incredibile. Appena entravi in studio ti veniva da ridere. Ti guardava con fare furbino e tu capivi che stava per arrivare la battuta. Mi chiedeva sempre ‘e tu chi sei?’. Faceva finta di fare il tonto, era meraviglioso. Parlava sempre di Sandra”.

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