Nonostante il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, abbia cercato di raffreddare il clima teso che si respira all’interno del Patto Atlantico, lo scontro iniziato qualche giorno fa tra il presidente francese, Emmanuel Macron, e quello turco, Recep Tayyip Erdoğan, continua anche durante il vertice di Londra e Watford per i 70 anni della Nato (3-4 dicembre), il primo dopo l’offensiva turca nel nord-est siriano. Dopo aver ribadito di rimanere fermo sulle proprie posizioni riguardo alla Nato, il capo dell’Eliseo, nel suo colloquio con Donald Trump, ha affermato che la Turchia coopera “a volte con alleati dell’Isis“: “Il nemico comune sono i gruppi terroristici – dice -, ma mi duole dire che non diamo tutti la stessa definizione di terrorismo attorno al tavolo. La Turchia combatte spalla a spalla con noi contro l’Isis, ma a volte lavora con alleati dell’Isis”.
Trump, da parte sua, cerca di minimizzare i contrasti in seno al Trattato Nord Atlantico, dopo l’offensiva turca nel nord-est della Siria e, soprattutto, il botta e risposta tra Macron ed Erdoğan, con il primo che all’inizio di novembre aveva definito la Nato “in stato di morte cerebrale” e il secondo che, pochi giorni fa, gli ha risposto “fai controllare la tua morte cerebrale”. “Abbiamo una piccola disputa, credo che probabilmente potremo risolverla”, ha glissato l’inquilino della Casa Bianca dopo l’incontro avuto con il capo dell’Eliseo. “Abbiamo fatto un sacco di cose buone insieme come alleati. I nostri Paesi sono partner in molte buone imprese, comprese alcune che hanno a che fare con il radicalismo islamico”, ha detto al partner di Parigi.
Il tycoon, dopo aver ribadito che “alcuni Paesi continuano a non adempiere ai propri impegni finanziari”, non ha però nascosto da quale parte della barricata ha deciso di posizionarsi, visto che prima del meeting ha definito “molto offensive” le parole del presidente francese, minacciato anche di sanzioni in risposta alla digital tax voluta da Parigi, mentre ha riservato parole di stima nei confronti del leader turco dell’AkParti: “Mi piace la Turchia e vado molto d’accordo con il suo presidente”, ha dichiarato The Donald che, poi, ha ricordato la disponibilità di Ankara a offrire lo spazio aereo turco agli Usa nell’operazione che ha portato all’uccisione, nel nord-ovest siriano, del Califfo, Abu Bakr al-Baghdadi. La Turchia “non poteva essere più favorevole”, ha detto Trump.
Una vicinanza, quella tra i due capi di Stato, che ha portato Trump a giustificare anche la scelta di Erdoğan di acquistare il sistema missilistico S-400 da Mosca, scaricando tutte le responsabilità sul suo predecessore, Barack Obama, che si era rifiutato di vendere missili Patriot al Paese della Mezzaluna: “Lo hanno detto varie volte e così la Turchia ha smesso di insistere e ha acquistato missili russi”, ha aggiunto. Su questo punto, lo stesso Erdoğan ha voluto chiarire: “Le nostre buone relazioni con la Russia e altri Paesi non sono un’alternativa alla nostra relazione con gli alleati (della Nato, ndr). Al contrario, sono complementari”, ha detto.
Da parte sua, Macron dice di rimanere sulle proprie posizioni: “Resto fermo sui miei commenti a proposito della Nato”. Questo nonostante l’appello alla calma lanciato dal Segretario Stoltenberg che si dice convinto che gli impegni sulla “difesa collettiva” in Polonia e nei Paesi Baltici saranno mantenuti, al di là dell’ultimatum lanciato da Erdoğan, il quale ha minacciato il veto se i 28 alleati non accetteranno da parte loro di dichiarare le milizie curde delle Ypg “gruppo terroristico”. Stoltenberg ha ammesso che vi sono “differenze” sul dossier siriano, ma ha aggiunto: “La lezione che abbiamo appreso dalla storia ci insegna come, malgrado queste differenze, siamo sempre stati in grado di unirci sull’obiettivo chiave di garantire i nostri interessi di sicurezza internazionale”. Per questo “i piani per proteggere la Polonia, i Paesi Baltici e altri restano importanti per mandare un messaggio chiaro, che abbiamo la forza e siamo pronti a difendere gli alleati”.
Da Sochi, Vladimir Putin ha fatto sapere che la Russia è aperta a una cooperazione con la Nato, anche se considera la sua espansione “vicino ai confini russi una delle potenziali minacce” al Paese: “Abbiamo ripetutamente espresso disponibilità a contrastare assieme le vere minacce, inclusi il terrorismo internazionale, i conflitti armati locali e il pericolo della proliferazione non controllata delle armi di distruzione di massa – ha dichiarato il capo del Cremlino – Abbiamo ripetutamente fatto passi verso l’Alleanza, abbiamo cercato di proporre un’agenda costruttiva, si sono tenuti numerosi eventi congiunti ma, dopo il 2008, la nostra cooperazione è stata gradualmente eliminata, poiché l’alleanza ha agito in modo incorretto, se non rude, contro la Russia, senza tenere conto degli interessi della Federazione Russa. Mi riferisco alla partnership che abbiamo proposto”. Infine, l’auspicio di Putin è quello che “gli interessi alla sicurezza comune e a un futuro stabile e pacifico per il pianeta prevarranno”.