Uno dei più famosi teatri di Palermo, “Il Gran Teatro Tenda” della famiglia Zappalà, noto per le sue commedie dialettali, è stato sequestrato dalla Guardia di finanza. I finanzieri hanno eseguito il provvedimento di sequestro preventivo, disposto dal gip su richiesta della Procura, nei confronti degli amministratori della cooperativa “Figli d’arte Zappalà” di Palermo, per bancarotta fraudolenta. Secondo l’accusa ”per aver sottratto al patrimonio della società in fallimento le strutture del “Gran Teatro Tenda”, per un valore quantificato in 760 mila euro“.
Le indagini sono scattate a luglio 2017 dopo la dichiarazione di fallimento della cooperativa: dalle indagini è emerso che la società fallita fosse di fatto gestita da Francesco Zappalà, 54 anni, figlio dell’amministratore formale, Antonino Zappalà, di 85. Nel dettaglio: al momento dell’avvio della procedura fallimentare i finanzieri hanno trovato solo pochi beni di poco valore a fronte di un passivo di oltre un milione di euro e, una volta esaminata la documentazione della società, hanno scoperto che si era spogliata della proprietà del teatro stesso e di tutte le attrezzature funzionali all’allestimento degli spettacoli.
Non solo, il “Gran teatro tenda” e le attrezzature risultavano cedute a due società costituite ad hoc ed utilizzate per continuare l’attività teatrale sfruttando il patrimonio della fallita. Allo stesso tempo, il teatro e le attrezzature erano state cedute all’amministrazione formale per compensare un credito in realtà inesistente, in quanto “scaturito – come spiegano le Fiamme gialle – da un finanziamento soci trascritto solo contabilmente”. L’accusa ora è di bancarotta fraudolenta per distrazione, ovvero per aver distratto dall’attivo della procedura fallimentare il compendio aziendale della società fallita. La struttura, invece, è stata sequestrata e affidata alla gestione di un amministratore giudiziario.