Aumento del 3 per cento (dal 24 al 27%) dell’Ires sugli utili di tutte le società concessionarie dello Stato, quindi tutte quelle che gestiscono autostrade, porti, aeroporti, servizi di telecomunicazioni ed energia elettrica. È quello che prevede l’emendamento alla manovra depositato dal governo in commissione Bilancio al Senato, in sostituzione della stretta sugli ammortamenti prevista solo per i concessionari autostradali. L’aumento porterà allo Stato 647,1 milioni nel 2020 e 369,8 milioni l’anno nel 2021 e 2022 da destinare a migliorare “la rete infrastrutturale e dei trasporti” e alla “riduzione dei fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale”. L’esecutivo propone anche altre modifiche che comprendono tra il resto il dimezzamento della plastic tax e la revisione della tassa sulle auto aziendali che scatterà solo dall’1 luglio 2020. Fissato per giovedì a mezzogiorno il termine per i subemendamenti. Nel pacchetto anche una serie di modifiche per gli enti locali.
La nuova “Robin tax”prenderebbe comunque il posto della limitazione all’1% della deducibilità dalle tasse delle quote di ammortamento, le “rate” in cui viene diviso un investimento che dispiega effetti su più anni, come quelli nelle infrastrutture. Da questa misura, che riguardava però i soli concessionari autostradali, erano attesi 340 milioni. Nella bozza dell’emendamento si legge che le maggiori entrate derivanti da questo aggravio di tasse, applicato ai concessionari pubblici per i periodi d’imposta 2019, 2020, 2021, saranno “riassegnate, nel limite di 90 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022, allo stato di previsione del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e nel limite di euro 50 milioni per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 per il finanziamento del Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione“.
Neanche il tempo di ufficializzarlo, però, e il provvedimento ha già creato scompiglio nella maggioranza di governo. “Per noi questa ipotesi non esiste”, ha detto il capogruppo di Italia Viva al Senato Davide Faraone rispondendo a una domanda dei giornalisti. I renziani hanno spiegato che al momento l’ipotesi non è stata discussa in alcuna sede politica e dunque si attende di leggere l’emendamento del governo che dovrebbe arrivare in Senato nel pomeriggio.
Preoccupazione, invece, da parte di Assaeroporti, con la direttrice generale Valentina Lener a spiegare che la proposta “lungi dall’arrecare benefici al settore del trasporto aereo, non potrà che rallentare gli ingenti investimenti necessari per l’adeguamento e l’ammodernamento infrastrutturale del comparto, contribuendo a rendere sempre meno competitivo il sistema aeroportuale nazionale”.
Il governo chiede anche di dimezzare la plastic tax ed escludere dall’imposta i prodotti che contengono plastica riciclata, oltre a quella compostabile. Si fissa l’imposta a 50 centesimi al chilo (da 1 euro) e si escludono anche tutti i dispositivi medici e i contenitori di medicinali, non solo le siringhe come previsto nel testo base. Gli incassi vengono ridotti così di 767 milioni nel 2020 (da 1,1 miliardi).
Slitta poi la stretta su camion, autobus e pullman inquinanti: il governo, con l’emendamento unico alla manovra, chiede di spostare al 1 luglio (dal 1 marzo) lo stop alle agevolazioni delle accise sul gasolio commerciale per l’autotrasporto per i mezzi fino a euro 3 (attualmente sono esclusi quelli fino a euro 2). Si prevedono minori incassi per 50 milioni nel 2020. Sempre in tema di accise, il governo mantiene la sterilizzazione piena delle clausole per il prossimo anno ma rivede gli aumenti delle accise sui carburanti a partire dal 2021. Gli incassi da accise passano da 50 a 918 milioni nel 2021, e dai 300 milioni a partire dal 2022 a 1,032 miliardi nel 2022, 1,822 miliardi nel 2023 e 1,543 miliardi nel 2024.