“Il Pd invita a chiedere scusa al sindaco Pd di Bibbiano? Non lo so, credo che nessuno debba chiedere scusa“. Risponde così alla giornalista Maria Latella, nel corso di “24 Mattino”, su Radio24, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, a proposito della revoca dell’obbligo di dimora stabilita dalla Corte di Cassazione nei confronti di Andrea Carletti, il sindaco Pd di Bibbiano, accusato di abuso di ufficio e di falso per l’affidamento di locali per la cura di minori, nell’ambito dell’inchiesta ‘Angeli e Demoni’ sul presunto sistema di affidi illeciti di minori scoppiato in Val d’Enza, in provincia di Reggio Emilia.
La deputata spiega: “Non credo si debba chiedere scusa, innanzitutto perché la revoca dell’obbligo di dimora al sindaco Carletti non vuol dire che non ci sia un procedimento nei confronti del sindaco e di altre persone. In secondo luogo, perché, se queste persone sono colpevoli o innocenti, questo lo stabilirà la magistratura nei tempi che riterrà necessari. La cosa che a me veramente sfugge è questo accanimento del Pd sulla vicenda di Bibbiano. Poi io spero che alla fine la magistratura stabilisca che tutto lo scandalo non si avvenuto – continua – ma, se fosse avvenuto, lo dovremmo sapere oppure no? Non se ne può parlare perché è stato coinvolto anche un sindaco del Pd? Io sono stata la prima ad andare a Bibbiano e, quando ci sono andata, non ho pure citato il Pd, perché a me non interessa il tema politico della sinistra che potrebbe essere coinvolta. Ma è francamente incredibile che, prima che quel giorno arrivassi a Bibbiano, Zingaretti già mi aveva attaccato“.
E aggiunge: “Posso dire che è stato il Pd che ha acceso i riflettori su un suo interesse facendo una difesa senza precedenti dei suoi rappresentanti coinvolti nella vicenda? Posso dire che nel dubbio io questa difesa ad un mio sindaco non l’avrei fatta? Posso dire che i comunicati di solidarietà del Pd al sindaco di Bibbiano mi sono sembrati un po’ eccessivi? A me non è chiara questa difesa cieca di qualcosa che potrebbe non aver funzionato. Lo ribadisco: io non lo avrei mai fatto. Se al posto del sindaco Pd di Bibbiano ci fosse stato un esponente di Fratelli d’Italia, non ci sarebbe neppure stata una strumentalizzazione, ma ci saremmo trovati caschi blu dell’Onu“.
Meloni poi si pronuncia sul governo Conte Due: “Prima andiamo a votare, meglio è per il bene dell’Italia. Abbiamo un governo che purtroppo non ha una visione comune su nulla e alla fine nulla concluderà. Ma io li conosco. Purtroppo temo che questi signori abbiano un grado di attaccamento al potere e alla poltrona che farà sì che loro resteranno fino all’ultimo abbarbicati alla proprie poltrone. Dopodiché, non è detto che gli riesca. Assistiamo quotidianamente a una serie di piccoli terremoti. Arriverà il giorno in cui il tuo castello di carte cade e tu neanche te ne accorgi che lo hai fatto cadere. Sono convinta che questo governo non ce la farà e che andremo a votare nella prossima stagione – prosegue – Ma penso anche che tra di loro prevalgono quelli che vorranno restare abbarbicati alla poltrona, costi quel che costi, perché è quello che hanno fatto finora. Io non lo farei mai ma loro lo fanno perché sono fatti così, il Pd negli ultimi 10 anni è stato al governo 7 anni senza mai vincere le elezioni, per cui si figuri se si fanno cruccio di non avere il consenso degli italiani”.
Commento finale sul vero nodo di contrasto nella maggioranza: “Il tema della prescrizione mi sembra più insidioso per il governo rispetto a quello del Mes, perché sul tema del meccanismo europeo di stabilità la maggioranza farà il gioco delle tre carte. Diranno che lo sottoscrivono all’interno della logica di pacchetto, che poi è un pacco per me perché noi sottoscriviamo il Mes, in cambio l’Unione Europea ci dà l’unione bancaria, che è cosa che all’Italia interessa di più. Ma tutti i documenti dicono che sull’unione bancaria non c’è niente di più di una road map, che vuol dire tutto e niente. Vedremo il M5s che cosa farà“.