Una classe politica travolta da una maxi inchiesta sulla corruzione. Il magistrato simbolo di quella inchiesta che sceglie di impegnarsi in politica. I due poteri dello Stato – inquirente e legislativo – che entrano in rotta di collisione. Non è la storia d’Italia degli ultimi 25 anni ma quella recentissima del Brasile. Dopo la liberazione di Lula, l’ex presidente scarcerato dopo 19 mesi di detenzione, i giudici brasiliani hanno deciso di “studiare” l’Italia e l’esperienza di Tangentopoli. Il magistrato Roberto Tartaglia, ex pm di Palermo e ora consulente della commissione Antimafia, è stato invitato a tenere la relazione di apertura al Congresso statale dei pubblici ministeri e tenere una relazione dell’esperienza italiana nella lotta alla corruzione.
“Mi hanno chiesto di parlare dell’esperienza italiana di Mani Pulite e delle (tante) riforme normative successive in materia di contrasto alla corruzione. Ho detto alla fine una cosa alla quale credo molto: che solo la via delle convenzioni internazionali può servire, dall’esterno, a ‘stabilizzare’ gli ordinamenti nazionali, limitando quegli eccessi (verso l’alto o verso il basso) che, anno dopo anno, possono derivare dalle ‘vivaci’ dialettiche socio-politiche alle quali siamo abituati”, spiega Tartaglia.
Nella sua relazione Tartaglia ha riassunto le più importanti indagini italiani su corruzione e associazioni criminali: non solo Mani pulite, ma anche le conseguenze politiche delle stragi del 1992 e 1993. A partire dall’arresto di Mario Chiesa fino agli omicidi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino l’analisi di Tartaglia si è spinta ad analizzare dei rischi di disintegrazione del sistema quando i due fenomeni – mafiosi e corruttivi – si uniscono nello stesso arco temporale. Spazio anche al periodo successivo: il consulente della commissione Antimafia è arrivato agli anni recenti, con le varie norme antimafia parallelamente a quelle anticorruzione. Fino alla riforma Spazzacorrotti. Dopo il pm italiano è intervenuto anche Rodrigo Chemim, magistrato brasiliano autore del libro Mani pulite e Lava Jato, la corruzione si guarda allo specchio.