Non c’è l’accordo nella maggioranza sugli emendamenti alla manovra. A nulla sono servite due ore di vertice a Palazzo Chigi: la riunione, a quanto si apprende da più fonti, è stata aggiornata a domani. La scintilla che ha portato al confronto è arrivata da Italia Viva che ha presentato dei subemendamenti per eliminare del tutto la plastic tax e la tassazione delle auto aziendali e per qualche ora ha abbandonato i lavori al Senato. A tre mesi esatti dal giuramento, il governo rischia lo scontro. Alla prova dell’Aula però la maggioranza tiene: la Camera in serata ha confermato la fiducia al governo sul decreto Fisco con 310 voti a favore e 199 contrari. Nel pomeriggio di venerdì, dopo le dichiarazioni di voto, ci sarà il voto finale sul testo a Montecitorio.

A Palazzo Chigi, con il premier, erano presenti il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, rientrato da Bruxelles, e il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Poi i ministri Bellanova e Speranza, i vice Misiani e Castelli, il vicecapogruppo di Iv Luigi Marattin e il ministro per i rapporti con il Parlamento D’Incà. L’incontro è terminato poco prima delle 20, senza essere risolutivo: sul tavolo non c’è solo lo scontro sulla plastica e le altre microtasse, ma anche tutte le polemiche emerse nei giorni scorsi, dal decreto fiscale alla prescrizione. Tanto che nel suo Global Economic Outlook l’agenzia di rating Fitch si dice preoccupata per il clima di incertezza politica che persiste in Italia e mette “a rischio la durata del governo”.

“Stiamo lavorando, fiducia nella maggioranza“, affermano all’Ansa fonti di Italia viva, al termine del vertice. Da Palazzo Chigi fanno sapere che i partiti sono “tutti d’accordo che va fatto un ulteriore sforzo per ridurre la tassazione”. Il premier Conte, riferiscono le fonti, “ha chiesto alle strutture del Mef e alla Ragioneria di fare un ulteriore sforzo affinché quella che è già adesso una manovra che non aumenta la tassazione, non possa essere distorta per un paio di limitate misure collegate a tasse di scopo. Anche gli esponenti delle varie forze di maggioranza hanno concordato” sul risultato. “Sono ore febbrili. Adesso le strutture stanno lavorando intensamente per raccogliete questa indicazione politica sintetizzata dal presidente Conte al termine della riunione”, sottolineano ancora da Palazzo Chigi.

Un rinvio dell’entrata in vigore della plastic tax: è questa, secondo quanto si apprende, La mediazione che si sta tentando nella maggioranza per trovare un’intesa con Italia Viva sulla revisione della tassa sulla plastica prevista dalla manovra, secondo quanto riferisce l’Ansa, prevede un rinvio dell’entrata in vigore dell’imposta. Attualmente l’avvio della misura è previsto da aprile 2020. Iv però punterebbe almeno a farla slittare al 2021. Mercoledì l’esecutivo aveva presentato un unico emendamento alla manovra che comprendeva tra il resto anche il dimezzamento della plastic tax e la revisione della tassa sulle auto aziendali che scatterà solo dall’1 luglio 2020.

Misure che però non sono bastate a Italia viva. Lo stesso Matteo Renzi, mentre stava per iniziare il vertice a Palazzo Chigi, è andato all’attacco: “Le tasse contro la plastica e lo zucchero ‘funzionano’ mediaticamente per i populisti. Ma sono un autogol per le aziende del settore. Se vuoi ridurre la plastica, incentiva la trasformazione ecologica. Se vuoi cambiare stili di vita, investi sull’educazione. Ma aumentare le tasse serve a far cassa. E fa licenziare 5.000 persone. Ecco perché Italia Viva combatte contro l’aumento di queste tasse”, ha scritto su Facebook.

Nel frattempo è scoppiato un altro caso nella maggioranza. Il senatore M5s Elio Lannutti su Twitter ha annunciato che Italia Viva e Pd “hanno posto il veto all’emendamento per far pagare 5 miliardi di Imu alla Chiesa“. La norma Cinquestelle prevede che la Chiesa cattolica versi gli arretrati per l’Ici non pagata tra il 2006 e il 2011, come da sentenza della Corte di Giustizia europea .

LE ALTRE POLEMICHE DEI RENZIANI
La guerra di Italia Viva all’imposta green voluta dal governo parte da lontano: l’offensiva di Matteo Renzi era cominciata a inizio novembre, quando si era allineato all’opposizione nel criticare la prima versione della plastic tax, poi rivista dalla maggioranza. Ma le polemiche di Italia Viva non sono mancate anche su altri temi, diventando sempre più nevrotiche man mano che la manovra è entrata nel vivo: prima un passo falso sull’equiparazione delle fondazioni ai partiti, con annesso botta e risposta tra Renzi e il Pd, ha fatto tornare in commissione il decreto fiscale che ora attende di passare con la fiducia alla Camera. Poi Italia Viva si è messa di traverso anche sul carcere per i grandi evasori. Infine, c’è la battaglia sulla prescrizione: i renziani, con in testa Maria Elena Boschi, hanno partecipato alla maratona oratoria delle Camere penali davanti alla corte di Cassazione contro lo stop dopo il primo grado inserito nella riforma Bonafede.

FITCH: “TENSIONI SULLA MANOVRA”
“I negoziati sulla legge di bilancio del 2020 hanno messo in evidenza le tensioni politiche tra il M5s e il Pd. Le complesse relazioni tra le due formazioni rappresentano un rischio per la durata dell’esecutivo per l’intera legislatura”. È quanto mette nero su bianco l’agenzia di rating Fitch nel suo rapporto sull’Italia. L’agenzia ricorda quindi le elezioni regionali all’inizio del prossimo anno che “saranno un test per la stabilità della coalizione di governo”. Nel rapporto si sottolinea comunque come “la migliore performance dell’economia nel terzo trimestre del 2019 significa come quest’anno è probabile si chiuda con un +0,2% piuttosto che a zero”. Le previsioni per il 2020 e il 2021 restano +0,4% e +0,6%.

GLI ALTRI SUBEMENDAMENTI
Italia Viva ha appunto presentato delle proposte per togliere completamente dalla manovra sia plastic e sugar tax, ma anche per cancellare la misura relativa alle tasse sulle auto aziendali, nonostante anche quest’ultima fosse già stata ridotta dall’emendamento del governo. Il M5s invece ha presentato un sub-mendamento alla legge di bilancio per equiparare gli stipendi dei Vigili del Fuoco a quelli delle forze dell’ordine. “Si tratta di 75 milioni di euro per il 2020, di 155 milioni per il 2021, di 155 milioni per il 2022 e di 200 milioni a decorrere dal 2023”, ha spiegato il sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia. Il M5s ci riprova e presenta anche la proposta di un bonus fino a 250 euro per l’acquisto di airbag per le moto, che era stata presentata al decreto fiscale e stralciata per mancanza di coperture. La proposta depositata in commissione al Senato è firmata da Emiliano Fenu (M5s). È prevista una detrazione del 50% delle spese fino a un massimo di spesa di 500 euro. La copertura prevista è di 26 milioni nel 2021 e per farvi fronte si dispone un leggero aumento delle tariffe delle assicurazioni sulla responsabilità civile dei veicoli.

Intesa nella maggioranza invece per introdurre in manovra un pacchetto di modifiche per gli enti locali, dalle semplificazioni per l’assunzione di personale di Comuni e Province fino al fondo di garanzia per i debiti commerciali. Tra i subemendamenti all’emendamento unico del governo compaiono infatti diverse proposte firmate da tutti i partiti di maggioranza che puntano, tra l’altro, a liberare risorse per i sindaci per finanziare i servizi. Pd e M5s firmano insieme un emendamento per proseguire con la stabilizzazione dei precari della ricerca. La maggioranza è al lavoro anche su altre modifiche: finalizzare più risorse al contrasto del dissesto idrogeologico, aumentare i fondi per la non autosufficienza (di almeno 20 milioni) e arrivare a finanziare 1.500 borse in più per gli specializzandi di medicina.

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