I renziani contro la riforma della prescrizione mentre il Pd – che mette sul piatto due proposte – e il Movimento 5 stelle si lanciano messaggi a distanza. Con il ministro Alfonso Bonafede che è costretto ad assicurare: “Non voglio rompere con il Pd e con nessuno, e non voglio provocare una crisi di governo. Mi rifiuto di pensare che una maggioranza in cui ci sono M5s e Pd possa mettere in crisi un governo sulla prescrizione”. E alla fine è il suo predecessore, Andrea Orlando, ad ufficializzare che tra 5 stelle e dem “si è riaperta una interlocuzione tra il Pd e il Movimento 5 stelle. Per ora è un’interlocuzione vaga: non ci sono ancora elementi di merito. Vogliamo tenere aperto un dialogo”. Il capo politico del M5s apre più di uno spiraglio: “Non vedo motivo di alimentare tensioni inutili all’interno del governo e non comprendo i toni duri usati negli ultimi giorni da parte di qualcuno. Sulla prescrizione ogni buona proposta che punti a far pagare chi deve pagare e vada dunque nella direzione auspicata dal M5S è ben accetta. Siamo al governo per fare le cose e le cose si fanno insieme, non minacciando proposte individuali con l’unico fine di alimentare spaccature interne che, a mio modesto avviso, fanno solo male al Paese”.
La novità, però, è rappresentata dal fatto che questa volta Italia viva è scesa in piazza contro la legge del ministro Alfonso Bonafede. Lo ha fatto sostenendo la protesta delle Camere penali davanti alla corte dei Cassazione. E certificando quello che fino ad oggi era solo un retroscena: i renziani sono pronti a sostenere la proposta di Forza Italia. Anzi: quella del berlusconiano Enrico Costa è proprio la proposta di Italia Viva. “Noi sosteniamo la proposta Costa, era viceministro del nostro governo, ha lavorato con il ministro Orlando a una riforma che era la nostra riforma e ora si limita a chiedere di tornare lì, alle proposte dei governi Renzi e Gentiloni”, ha spiegato Maria Elena Boschi, a margine della maratona oratoria delle Camere penali davanti alla corte di Cassazione.
Boschi ha partecipato come capogruppo di Italia Viva insieme all’altro renziano Roberto Giachetti. “Noi chiediamo una soluzione rapida, vorremmo fosse nell’ambito della maggioranza, che fosse il governo a trovare una soluzione. Se così non fosse, dobbiamo immaginare di individuare in Parlamento delle alternative”, ha aggiunto, formalizzando quella che è una vera e propria minaccia indirizzata al Movimento 5 stelle. Due giorni fa la Camera ha respinto la procedura d’urgenza per la proposta di legge Costa che annulla la riforma per il blocco della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Pd e Leu hanno votato insieme ai 5 stelle nonostante le tensioni, mentre Italia viva ha deciso di non partecipare al voto. E ora spiega che in futuro potrebbe invece votarla la proposta di Costa. “Noi – ha aggiunto Boschi – ci auguriamo che il presidente del Consiglio possa favorire una soluzione rapida, credo che il governon è il ministro della Giustizia dovrebbero ascoltare i suoi alleati e il mondo esterno che sta chiedendo al governo un passo indietro. Stiamo facendo il possibile per trovare un accordo e per fare in modo che che non entri in vigore una riforma che è un fine pena mai, viola la Costituzione e i diritti dei cittadini. Bisogna trovare una soluzione, siamo disposti a lavorare nella maggioranza, altrimenti siamo pronti anche a valutare soluzioni diverse in Parlamento per tornare alla riforma Orlando”.
Le richieste dei renziani sono le stesse del Pd: far entrare in vigore sistemi per velocizzare i processi entro fine dicembre. Oppure rinviare l’entrata in vigore della riforma, attualmente previsto dall’1 gennaio. “Il Pd non entra e non resta al Governo a tutti i costi perché se i problemi non si risolvono è chiaro che noi non stiamo lì a scaldar le poltrone. In assenza di un accordo con M5S sulla riforma formalizzeremo una nostra proposta”, ha detto Graziano Delrio, capogruppo dem alla Camera, ospite di Omnibus su La7. “Sono molto convinto che troveremo una soluzione perché sono convinto della ragionevolezza degli interlocutori a partire dal ministro Bonafede. Conte è il presidente del Consiglio ed è di garanzia per tutta la coalizione e per il coordinamento dei ministri. Ognuno faccia il suo mestiere”. La posizione dei dem da giorni anima un botta e risposta tra dem e Movimento 5 stelle: “Con le minacce non si va da nessuna parte. È opportuno, invece, dimostrare chiaramente di essere leali e andare avanti in maniera compatta. Con la riforma della prescrizione abbiamo la possibilità di mettere la parola fine all’era Berlusconi che ha fatto solo del male al nostro Paese. Siamo certi che il Pd farà la scelta giusta pensando all’interesse dei cittadini”, fanno sapere fonti grilline. Scatendando la contro risposta di Andrea Marcucci, capogruppo dem al Senato: “La riforma della prescrizione è nelle mani del presidente Conte, non certo delle veline del M5S. Serve un intervento correttivo, decida Di Maio se vuole condividerlo con la maggioranza, o lasciare che il Parlamento si esprima liberamente”. “Non ci sono veline dei 5 stelle, ma dichiarazione trasparenti”. dice Bonafede. “C’è una maggioranza con cui si può dialogare meglio su questi temi, dico lavoriamo”. Il tempo stringe.