"Iniziamo un lavoro importantissimo che è quello della sua preparazione alla deposizione al dibattimento... mi sono spiegato Vincenzo... se sente pronto lei..." dice in una conversazione Carmelo Petralia all'uomo che nel 1994 aveva iniziato da poco tempo a collaborare con la giustizia
La procura di Caltanissetta ha depositato agli atti del processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio le trascrizioni integrali delle conversazioni intercettate tra il falso pentito Vincenzo Scarantino, i suoi familiari e alcuni pm che gestivano la sua collaborazione con la giustizia. Nei giorni scorsi erano stati depositati i verbali riassuntivi. Per l’accusa queste intercettazioni provano il depistaggio sulle indagini. “Iniziamo un lavoro importantissimo che è quello della sua preparazione alla deposizione al dibattimento… mi sono spiegato Vincenzo… se sente pronto lei…” dice il pm Carmelo Petralia al falso pentito Vincenzo Scarantino che nel 1994, aveva iniziato da poco tempo a collaborare con la giustizia. E aveva accusato diverse persone innocenti per la strage di via D’Amelio. Petralia è indagato per concorso in calunnia aggravata con l’altro pm, Annamaria Palma, che coordinò l’indagine dopo la strage. Entrambi sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla procura di Messina dopo la trasmissione degli atti da Caltanissetta. “Sicuramente ci sarà anche il dottor Tinebra – gli dice riferendosi all’allora procuratore di Caltanissetta – quindi tutto lo staff delle persone che lei conosce. E lei potrà parlare con Tinebra, con La Barbera di tutti i suoi problemi, così li affrontiamo in modo completo”. Poco prima Petralia dice a Scarantino, come si legge nelle trascrizioni delle bobine depositate al processo depistaggio sulla strage Borsellino: “Ci dobbiamo tenere molto forti dice Petralia a Scarantino – perché siamo alla vigilia della deposizione”.
Il processo è a carico di tre funzionari di polizia che, secondo l’accusa, avrebbero imbeccato Scarantino costruendo una versione di comodo della fase esecutiva dell’attentato. Le intercettazioni, che risalgono al periodo in cui il collaboratore era sotto protezione, erano state registrate su una serie di bobine mai analizzate che, recentemente, la Procura di Messina ha acquisito agli atti dell’inchiesta che, sempre per il depistaggio, vede indagati gli ex pm del pool che indagò sulla strage. Come i poliziotti sotto processo a Caltanissetta, i due magistrati rispondono di calunnia aggravata. Dalle intercettazioni emergono decine di telefonate tra Scarantino, la moglie e altri familiari e diversi contatti tra il falso pentito e Mario Bo, ex funzionario del pool investigativo che indagava sulle strage di Capaci e via D’Amelio ora imputato nel processo per il depistaggio. Scarantino chiamava frequentemente anche i pm Palma e Petralia. Dalle conversazioni emerge il nervosismo e l’inquietudine del falso pentito che si rivolgeva ai magistrati e alla polizia per continue richieste relative al sistema di protezione a cui era sottoposto. E cenni alla deposizione che il teste avrebbe dovuto rendere.
L’indagine su Palma e Petralia nasce un anno fa, quando la procura di Caltanissetta, che ha istruito il processo per il depistaggio delle indagini sull’attentato, ha trasmesso una tranche dell’inchiesta ai colleghi messinesi perché accertassero se nella vicenda, ci fossero responsabilità di magistrati. Così l’ufficio inquirente della città sullo Stretto ha aperto in un primo tempo un fascicolo di atti relativi, una sorta di attività pre-investigativa. Che adesso è diventata un’inchiesta per calunnia aggravata con alcune persone indagate. I fatti contestati sono stati commessi “in Caltanissetta e altrove, in epoca antecedente e prossima al settembre 1998”. La nuova indagine è condotta dal procuratore di Messina, Maurizio De Lucia,perché l’ufficio inquirente della città dello Stretto è competente quando sono coinvolti nelle vicende giudiziarie magistrati in servizio a Catania: ed è il caso di Petralia.
Negli atti che i pm di Caltanissetta hanno inviato ai colleghi messinesi si fa riferimento alla sentenza del processo Borsellino quater. Nelle motivazioni dell’ultimo verdetto della strage i giudici della corte d’assise parlavano di depistaggio delle indagini sull’attentato al magistrato. “Questa Corte ritiene doveroso, in considerazione di quanto è stato accertato sull’attività di determinazione realizzata nei confronti dello Scarantino, del complesso contesto in cui essa viene a collocarsi, e delle ulteriori condotte delittuose emerse nel corso dell’istruttoria dibattimentale, di disporre la trasmissione al Pubblico ministero, per le eventuali determinazioni di sua competenza, dei verbali di tutte le udienze dibattimentali, le quali possono contenere elementi rilevanti per la difficile ma fondamentale opera di ricerca della verità nella quale la Procura presso il Tribunale di Caltanissetta è impegnata”, è il passaggio della sentenza con cui si dispone la trasmissione degli atti.