di Matteo Maria Munno
Roger Federer non vale un euro. Ma molti di più: e presto, almeno in Svizzera, sarà nelle tasche di elvetici e visitatori dei quattro Cantoni. È notizia di queste ore l’intenzione del governo svizzero circa l’idea di stampare il faccione di King Roger – probabilmente lo svizzero più famoso al mondo, superando Guglielmo Tell – su monete d’argento dal valore di 20 franchi (18,30 euro, e ne costano 30) e d’oro dal valore di 50 franchi (45,70 euro).
Un debutto per il denaro made in Svizzera, e una riflessione: uno sportivo può essere un simbolo nazionale? Assolutamente sì. Può diventare icona pur essendo in attività? Stavolta sembra proprio di sì. Di solito questo tipo di iniziative hanno il sapore amaro di una commemorazione o di un anniversario importante (esempio? In Belgio sarà stampata una moneta sul birichino Manneken Pis per festeggiare il suo compleanno, il numero 400) e mai per un atleta vivente.
Come non citare, poi, l’esempio della nostra vecchia lira: sulle banconote campeggiavano i volti di Guglielmo Marconi o di Maria Montessori, certo non quello di Gianni Rivera o di Roberto Baggio. Perché lo sport, almeno da chi non lo vive da vicino ma lo osserva con placido distacco, i soldi li fa fare. Ma alt, questa è un’altra storia.
Si diceva dell’essere icona: c’è chi come Michael Jordan è diventato griffe, chi è testimonial di barrette o capsule per lavatrici o ancora chi come Cristiano Ronaldo è diventato un elastico per mutande. Spot pubblicitari, merchandising, oggetti legati a collezioni, a culti, o a oggetti da custodire nella propria bacheca segreta da nerd (perché insomma, tutti ne abbiamo una no?): ma mai un qualcosa con un valore così importante per la società di oggi come il “vil danaro”.
Certo, logicamente per gli appassionati di numismatica si tratta di una collezione: ma queste monete, seppure in tiratura limitata, avranno un valore sul mercato corrente. Per prenderla a ridere: in un ristorante svizzero si potrà pagare con un paio di Federer (e siamo stati di manica larga col conto).
A proposito di dediche particolari poi ne ricordiamo una tutta italiana. Sorrideranno i lettori siciliani amanti del basket, e il pensiero corre subito all‘Orlandina Basket e al PalaFantozzi: no, Paolo Villaggio non c’entra nulla, in quel caso un campo da gioco è stato intitolato nel 2001 (cambiando nome per sponsor poi) ad Alessandro Fantozzi, che contribuì a scrivere la storia della squadra a suon di ciaf.
Anche in questo caso, però, ci si limita a un tributo geolocalizzato, e non su un qualcosa destinato a far parte di una collezione e soprattutto ad aprire un percorso. King Roger stavolta si ritrova a essere apripista: oltre a far soldi, stavolta ci mette la faccia… pardon, la racchetta.